Pietre d'inciampo in Friuli-Venezia Giulia
La lista delle pietre d'inciampo in Friuli-Venezia Giulia contiene l'elenco delle pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) poste in Friuli-Venezia Giulia. Esse commemorano le vittime friulane e giuliane della persecuzione del regime nazista nell'ambito di un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig estesa a tutta l'Europa. Le prime pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate il 20 gennaio 2016 a Gorizia.
Provincia di Gorizia
In provincia di Gorizia sono posate 96 pietre d'inciampo.
Cormons
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
21 gennaio 2017 | Via San Giovanni, 12 45°57′50.65″N 13°28′08.85″E45°57′50.65″N, 13°28′08.85″E (Pietra d'inciampo per Giuseppe Pincherle) | QUI ABITAVA GIUSEPPE PINCHERLE NATO 1879 ARRESTATO 1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 1944 |
Doberdò del Lago
Nel comune di Doberdò del Lago trovano 14 pietre d'inciampo, posate tra il 2018 e il 2022.[2] L'iniziativa per le pietre d'inciampo in questo comune è stata promossa dal Circolo cattolico Hrast, con la collaborazione delle due sezioni ANPI di Doberdò e Vallone-Jamiano, dell’Aned con il patrocino del Comune (sindaco Fabio Vizintin).
Andrej Frandolič e gli altri erano partigiani sloveni. La scritta delle pietre d'inciampo dedicate a loro sono in lingua slovena.
Immagine | Scritta | Traduzione | Indirizzo | Biografia |
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TU JE PREBIVAL JOŽEF BONETA ROJEN 1900 PREGNAN V DACHAU UMORJEN 10.4.1945 | QUI ABITAVA JOŽEF BONETA NATO 1900 DEPORTATO A DACHAU ASSASSINATO 10.4.1945 | Bonetti, 67 | Jožef Boneta nacque a Bonetti nel 1900. Fu assassinato nel 1945 a Dachau. | |
TUKAJ JE PREBIVAL STANKO DEVETAK ROJ. 1927 PREGNAN 30.9.1943 NEMČIJA USODA NEZNANA | QUI ABITAVA STANKO DEVETAK NATO 1927 DEPORTATO 30.9.1943 GERMANIA DESTINO SCONOSCIUTO | Marcottini / Poljane, Via Matija Gubec / Gubčeva ulica, 10 | Stanko Devetak | |
TU JE PREBIVAL JOŽEF FERFOLJA ROJEN 1902 PREGNAN DACHAU UMORJEN 29.12.1944 | QUI ABITAVA JOŽEF FERFOLJA NATO 1902 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 29.12.1944 | Doberdò del Lago, Via Roma, 4 | Jožef Ferfolja, anche Giuseppe Ferfoglia, nacque a Doberdò del Lago il 22 agosto 1902. Era sposato con Dora. La coppia aveva sette figli. Era un partigiano nella Brgt. Autonoma della Divisione Garibaldi "Natisone". Fu arrestato il 12 ottobre 1944 e deportato al campo di concentramento di Dachau. Li morì il 29 dicembre 1944.[3][4] Suo figlio Pepi, deportato a Cottbus, poteva sopravvivere. | |
TU JE PREBIVAL JOŽEF FERLETIČ ROJEN 1908 PREGNAN V MAUTHAUSEN-EBENSEE UMORJEN 27.2.1945 | QUI ABITAVA JOŽEF FERLETIČ NATO 1908 DEPORTATO A MAUTHAUSEN-EBENSEE ASSASSINATO 27.2.1945 | Doberdò del Lago, Piazza San Martino, 11 | Jožef Ferletič nacque a Doberdò del Lago nel 1908. Fu assassinato nel 1945 a Mauthausen. | |
TU JE PREBIVAL ANDREJ FRANDOLIČ ROJEN 1899 PREGNAN 12.10.1944 UMORJEN 1.2.1945 DACHAU | QUI ABITAVA ANDREJ FRANDOLIČ NATO 1899 DEPORTATO 12.10.1944 ASSASSINATO 1.2.1945 DACHAU | Doberdò del Lago, Via Trieste, 5 45.843347°N 13.540084°E45°50′36.05″N, 13°32′24.3″E (Stolperstein für Andrej Frandolič) | Andrej Frandolič, anche Andrea, nacque nel 1899 a Doberdò del Lago. Era sposato e aveva quattro figli. Divenne partigiano nel settembre del 1943. Fu catturato dai tedeschi il 12 ottobre 1944 a Idria. Fu deportato nel campo di concentramento di Dachau. Lì morì il 1 febbraio 1945.[5][6] | |
TUKAJ JE PREBIVAL OTON JARC ROJ. 1928 PREGNAN LEONBERG UMORJEN 27.2.1945 | QUI ABITAVA OTON JARC NATO 1928 DEPORTATO LEONBERG ASSASSINATO 27.2.1945 | Doberdò del Lago / Doberdob, Via Roma / Rimska ulica, 5 | Oton Jarc | |
TU JE PREBIVAL ALOJZ JELEN ROJEN 1904 PREGNAN V BUCHENWALD UMORJEN 24.12.1944 HALBERSTADT | QUI ABITAVA ALOJZ JELEN NATO 1904 DEPORTATO A BUCHENWALD ASSASSINATO 24.12.1944 HALBERSTADT | Doberdò del Lago, Via Brigata proletaria, 6 | Alojz Jelen nacque a Doberdò del Lago nel 1904. Fu assassinato il 24 dicembre 1944 a Halberstadt. | |
TUKAJ JE PREBIVAL ALOJZ LAVRENČIČ ROJEN 1914 PREGNAN BAUMHOLDER UMORJEN 28.2.1945 | QUI ABITAVA ALOJZ LAVRENČIČ NATO 1914 DEPORTATO BAUMHOLDER ASSASSINATO 28.2.1945 | Doberdò del Lago / Doberdob, Via Trieste / Tržaška ulica, 16 | Alojz Lavrenčič | |
TUKAJ JE PREBIVAL MARIO LAVRENČIČ ROJ. 1903 PREGNAN BUCHENWALD UMORJEN 4.4.1945 | QUI ABITAVA MARIO LAVRENČIČ NATO 1903 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 4.4.1945 | Doberdò del Lago / Doberdob, Via Gorizia / Goriška ulica, 2 | Mario Lavrenčič | |
TU JE PREBIVAL RUDOLF LAVRENČIČ ROJEN 1924 PREGNAN BUCHENWALD UMORJEN 6.3.1945 | QUI ABITAVA RUDOLF LAVRENČIČ NATO 1924 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 6.3.1945 | Marcottini, Via Cervi, 7 | Rudolf Lavrenčič (figlio), anche Rodolfo,[3] nacque nel 1924. Fu arrestato insieme al suo padre. Ambedue erano partigiani, residenti a Poljane (Marcottini). Furono deportati al campo di concentramento di Buchenwald. Entrambi furono assassinati nel marzo 1945. | |
TU JE PREBIVAL RUDOLF LAVRENČIČ ROJEN 1895 PREGNAN BUCHENWALD-OHRDRUF UMORJEN 6.3.1945 | QUI ABITAVA RUDOLF LAVRENČIČ NATO 1895 DEPORTATO BUCHENWALD-OHRDRUF ASSASSINATO 6.3.1945 | Marcottini, Via Cervi, 7 | Rudolf Lavrenčič (padre), anche Rodolfo Laurencich, nacque a Doberdò del Lago il 3 agosto 1895. Era sposato e aveva sette figli. Era un partigiano nella Brgt. Autonoma della Divisione Garibaldi "Natisone". Fu arrestato insieme al figlio dello stesso nome il 12 ottobre 1944 e deportato il 18 ottobre 1944 al campo di concentramento di Buchenwald. Era costretto di lavorare al campo di lavoro di Ohrdruf. Morì il 6 marzo 1945.[3][7] Anche il figlio Rodolfo fu assassinato dal regime nazista. | |
TUKAJ JE PREBIVAL ANDREJ MOKOLE ROJ. 1915 PREGNAN FLOSSENBÜRG UMORJEN 25.2.1945 | QUI ABITAVA ANDREJ MOKOLE NATO 1915 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 25.2.1945 | Doberdò del Lago / Doberdob, Via Trieste / Tržaška ulica, 39 | Andrej Mokole | |
TUKAJ JE PREBIVAL MARIO PAHOR ROJEN 1925 PREGNAN 22.2.1944 RIŽARNA USODA NEZNANA | QUI ABITAVA MARIO PAHOR NATO 1925 DEPORTATO 22.2.1944 RISIERA DESTINO SCONOSCIUTO | Bonetti / Boneti, 66-70 | Mario Pahor | |
TUKAJ JE PREBIVAL BRUNO ŠULIGOJ ROJEN 1923 PREGNAN 22.2.1944 RIŽARNA USODA NEZNANA | QUI ABITAVA BRUNO ŠULIGOJ NATO 1923 DEPORTATO 22.2.1944 RISIERA DESTINO SCONOSCIUTO | Palchisce / Palkišče, 29 | Bruno Šuligoj |
Le date delle collocazioni:
- 23 gennaio 2018: Via Trieste, 5
- 28 gennaio 2019: Via Cervi, 7; Via Roma, 4
- 20 gennaio 2020: Bonetti, 67; Via Brigata proletaria, 6; Piazza San Martino, 11
- 27 gennaio 2021: Bonetti, 66-70; Palchisce, 29; Via Trieste, 16
- 27 gennaio 2022: Via Gorizia, 2; Via Matija Gubec, 10; Via Roma, 5; Via Trieste, 39
Fogliano Redipuglia
Nel comune di Fogliano Redipuglia sono presenti 6 pietre d'inciampo, posate tra il 2020 e il 2023,[8][9]
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI ABITAVA AUGUSTO FONTANIN NATO 1892 ARRESTATO 1944 MONFALCONE DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 21.4.1945 GUSEN | Via Redipuglia 36 | Fontanin, Augusto Augusto Fontanin (1892–1945) | |
QUI ABITAVA ITALO FURLAN NATO 1920 ARRESTATO NOV. 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 24.11.1944 | Via Bersaglieri, 49 Fogliano Redipuglia | Furlan, Italo Italo Furlan (1920–1944) | |
QUI ABITAVA SERGIO MARCUZZI NATO 1927 ARRESTATO DIC. 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.3.1945 | Via III° Armata/Via del Carso | Marcuzzi, Sergio Sergio Marcuzzi (1927–1945) | |
QUI ABITAVA ATTILIO MARIOTTI NATO 1921 ARRESTATO 25.9.1944 DEPORTATO NEUENGAMME ASSASSINATO 1.2.1945 | Via III° Armata/Via del Carso Fogliano Redipuglia | Mariotti, Attilio Attilio Mariotti (1921–1945) | |
QUI ABITAVA ARDUINO TREVISAN NATO 1910 ARRESTATO DIC. 1944 DEPORTATO NATZWEILER ASSASSINATO 30.3.1945 | Via III° Armata, 112 | Trevisan, Arduino Arduino Trevisan (1910–1945) | |
QUI ABITAVA FIORENZO VISINTIN NATO 1907 ARRESTATO 1944 DEPORTATO MITTELBAU-DORA ASSASSINATO 30.4.1945 ILFELD | Via Redipuglia 36 | Visintin, Fiorenzo Fiorenzo Visintin (1907–1945) |
- 27 gennaio 2023: Italo Furlan, Attilio Mariotti
Gorizia
A Gorizia si trovano 27 pietre d'inciampo, posate tra il 2016 e il 2021.[10][11] Le pietre d'inciampo a Gorizia sono state promosse dall’associazione “Amici di Israele” con il patrocinio del Comune di Gorizia. Partecipava anche l'organizzazione Informest che ora ha sede proprio nella casa di una delle persone deportate.[12]
Durante le collocazioni in via del Santo gli studenti delle classi seconde Alls e Bls dell’istituto “D’Annunzio” di Gorizia ricordavano la storia della famiglia Goldberger, cognome italianizzato in Golberti. Era a conclusione di un progetto di ricerca condotto dagli studenti sotto la guida delle insegnanti Dionella Preo, Tiziana Lavoriero e Franca La Stella.
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI ABITAVA BIANCHA ALPHANDERY ARMANI NATA 1885 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA | Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45.948926°N 13.626101°E45°56′56.13″N, 13°37′33.96″E (Stolpersteine für Bianca Alphandery Armani, Adolpho Armani und Gino Armani und Matilde Rechnitzer Schumann und Davide Schumann) | Bianca Alphandery Armani nacque nel 15 novembre 1885 a Firenze. Era la figlia di Giuseppe Alphandary ed Elisa Grego. Sposò Adolfo Armani di Gorizia (vedi sotto). La coppia aveva un figlio, Gino Armani (vedi sotto). Fu arrestata il 23 settembre 1943 a causa della sua origine ebraica a Gorizia e successivamente rapita a Trieste insieme a marito e figlio. Furano deportati da lì il 7 dicembre 1943 con il convoglio n. 21T al campo di concentramento di Auschwitz. La data dell'arrivo della famiglia era l'11 dicembre 1943. Tutte e tre furano vittime della Shoah.[13][14] | |
QUI ABITAVA ADOLFO ARMANI NATO 1881 ARRESTATO 18.9.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 | Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45.948926°N 13.626101°E45°56′56.13″N, 13°37′33.96″E (Stolpersteine für Bianca Alphandery Armani, Adolpho Armani und Gino Armani und Matilde Rechnitzer Schumann und Davide Schumann) | Adolfo Umberto Armani Heischmann nacque il 23 novembre 1881 a Gorizia. Suoi genitori furano Sigismondo Armani Heischmann e Carolina Bolaffio. Coniugato con Bianca Alphandary. La coppia aveva un figlio, Gino, nato nel 1922. Fu arrestato a Gorizia il 18 settembre 1943 e venne deportato – insieme alla moglie ed al figlio – prima al carcere di Trieste e poi al campo di sterminio di Auschwitz. Fu assassinato l'11 dicembre 1943, il giorno del loro arriva ad Auschwitz. Nessuno della sua famiglia è sopravvissuto alla Shoah.[13][15] | |
QUI ABITAVA GINO ARMANI NATO 1922 ARRESTATO 18.9.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO | Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45.948926°N 13.626101°E45°56′56.13″N, 13°37′33.96″E (Stolpersteine für Bianca Alphandery Armani, Adolpho Armani und Gino Armani und Matilde Rechnitzer Schumann und Davide Schumann) | Gino Armani, figlio di Adolfo Umberto Armani Heischmann e Bianca Alphandary, nacque il 29 aprile 1922 a Trieste. Arrestato a Gorizia (Gorizia). Fu arrestato a Gorizia il 18 settembre 1943 e venne deportato – insieme ai genitori – prima al carcere di Trieste e poi al campo di sterminio di Auschwitz. Non è sopravvissuto alla Shoah. Anche i suoi genitori furano assassinati dai nazisti tedeschi.[13][16] | |
QUI ABITAVA EDVIGE JONA GENTILLI NATA 1868 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 | Via Galilei, 4 | Edvige Jona Gentilli, nacque il 17 luglio 1868 a Gorizia e morì 11 dicembre 1943. Figlia di Giacomo Gentilli, moglie di Alberto Jona e madre di Gino Jona. Fu arrestata a Gorizia il 23 novembre 1943, imprigionata prima a Gorizia e poi a Trieste; dalla città partì sul convoglio 21T dove fu caricata il 7 dicembre 1943. Arrivò al campo di sterminio di Auschwitz l'11 dicembre 1943 e qui assassinata il giorno stesso. | |
QUI ABITAVA MARGHERITA GENTILLI NATA 1873 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 | Via Galilei, 4 | Margherita Gentilli, nacque a Gorizia il 20 dicembre 1873 e morì 11 dicembre 1943. Figlia di Giacomo Gentilli e sorella di Edvige Jona Gentilli. Fu arrestata a Gorizia il 23 novembre 1943, dopo una breve detenzione nel carcere di Gorizia e poi in quello di Trieste. Fu deportata verso il campo di concentramento di Auschwitz il 7 dicembre 1943 sul convoglio 21T, insieme alla sorella. Arrivò l'11 dicembre e fu assassinata il giorno stesso. | |
QUI ABITAVA ADELE GOLDBERGER NATA 1892 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO | Via del Santo, 4 | Adele Goldberger, anche Ada Golberti, nacque a Fiume il 18 febbraio 1892. Era la figlia di Massimiliano Goldberger e di Malvina Michelstaedter (vedi sotto). Aveva almeno una sorella maggiore, Irene (vedi sotto). Il padre morì. La madre e le due sorelle furono arrestate e poi deportate al campo di concentramento di Auschwitz nel dicembre 1943. La madre anziana, aveva già 87 anni, non sopravvisse la selezione e fu mandata immediatamente in una camera a gas. Anche le due sorelle furono assassinate, pero non si sa dove e quando.[17] | |
QUI ABITAVA IRENE GOLDBERGER NATA 1887 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO | Via del Santo, 4 | Irene Goldberger, anche Golberti, nacque a Fiume il 7 gennaio 1887. Era la figlia di Massimiliano Goldberger e di Malvina Michelstaedter (vedi sotto). Aveva almeno una sorella minore, Adele (vedi sopra). Il padre morì. La madre e le due sorelle furono arrestate e poi deportate al campo di concentramento di Auschwitz nel dicembre 1943. La madre anziana, aveva già 87 anni, non sopravvisse la selezione e fu mandata immediatamente in una camera a gas. Anche le due sorelle furono assassinate, pero non si sa dove e quando.[17] | |
QUI ABITAVA FRIEDA WEISSMANN IACOBONI NATA 1887 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA BERGEN-BELSEN | Via Graziadio Isaia Ascoli 15 45.942208°N 13.62274°E45°56′31.95″N, 13°37′21.86″E (Stolpersteine für Gisella Iacoboni, Sofia Iacoboni und Frieda Weissmann Iacoboni) | Frieda Weissmann Iacoboni nacque il 2 agosto 1887 a Čortkiv. Era la figlia di Ginsberg Abramo e di Gittel Weissmann. Sposava Leone Iacoboni. La coppia aveva tre figli: Sofia (vedi sotto), Gisella (vedi sotto) e Giacomo (nato 1928 a Gorizia). Fu arrestata dai nazisti il 23 novembre 1943 insieme ai figli. Furano prima imprigionati nella prigione di Gorizia, poi in prigione a Trieste. Il 7 dicembre 1943, la famiglia fu deportata col trasporto 21T al campo di concentramento di Auschwitz dove arrivarono l'11 dicembre 1943. Frieda Weissmann Iacoboni e le sue figlie non hanno sopravvissute alla Shoah. La madre fu assassinata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen. Entrambe le figlie furono uccise, non si sa dove. Solo il figlio Giacomo poteva sopravvivere; fu intervistato nel 1997 in Venezuela dalla USC Shoah Foundation Institute.[18][19][20] | |
QUI ABITAVA GISELLA IACOBONI NATA 1921 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA | Via Graziadio Isaia Ascoli 15 45.942208°N 13.62274°E45°56′31.95″N, 13°37′21.86″E (Stolpersteine für Gisella Iacoboni, Sofia Iacoboni und Frieda Weissmann Iacoboni) | Gisella Iacoboni nacque il 23 maggio 1921 a Trieste. Suoi genitori erano Leone Iacoboni e Frieda Weissmann Iacoboni (vedi sopra). Aveva una sorella maggiore, Sofia (nata nel 1921, vedi sotto), e un fratello minore, Giacomo (1928). Fu arrestata il 23 novembre 1943, insieme a sua madre e ai suoi fratelli. Furano prima imprigionati nel carcere di Gorizia, poi nel carcere di Trieste. Il 7 dicembre 1943, la famiglia fu deportata col trasporto 21T al campo di concentramento di Auschwitz, dove arrivarono l'11 dicembre 1943. Non è sopravvissuta alla Shoah, così come sua madre e sua sorella. | |
QUI ABITAVA SOFIA IACOBONI NATA 1920 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA BERGEN-BELSEN | Via Graziadio Isaia Ascoli 15 45.942208°N 13.62274°E45°56′31.95″N, 13°37′21.86″E (Stolpersteine für Gisella Iacoboni, Sofia Iacoboni und Frieda Weissmann Iacoboni) | Sofia Iacoboni nacque il 17 settembre 1920 a Trieste come primo figlio di Leone Iacoboni e Frieda Weissmann Iacoboni (vedi sopra). Ha avuto due fratelli più piccoli: Gisela (nato nel 1921, vedi sopra) e Giacomo (1928). Sofia Iacoboni, insieme a sua madre e ai suoi fratelli, fu arrestata dai nazionalsocialisti il 23 novembre 1943 e fu tenuta prigioniera prima nel carcere di Gorizia, poi nella prigione a Trieste. Il 7 dicembre 1943 la famiglia fu deportata ad Auschwitz con il trasporto 21T, dove arrivarono l'11 dicembre 1943. Non è sopravvissuta alla Shoah, così come anche sua madre e sua sorella. | |
QUI ABITAVA FERRUCCIO LEONI NATO 1877 ARRESTATO 24.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 | Via Giuseppe Mazzini 15 45.680905°N 13.408817°E45°40′51.26″N, 13°24′31.74″E (Stolpersteine für Ferruccio Leoni) | Ferruccio Leoni nacque il 16 dicembre 1877 a Padova. Era il figlio di Marco Leoni e Vittoria Bertocco. Era sposato con Marcellina Tani. Fu arrestato il 24 novembre 1943 e portato nella prigione di Trieste. Il 7 dicembre 1943 fu deportato con il trasporto 21T al campo di concentramento di Auschwitz, dove arrivò l'11 dicembre 1943. Ferruccio Leoni non sopravvisse alla Shoah. La morte è avvenuta in un luogo sconosciuto.[21] | |
QUI ABITAVA ANNA PAOLA LUZZATTO NATA 1864 ARRESTATA 1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 | Corso Italia, 178 45.938802°N 13.613015°E45°56′19.69″N, 13°36′46.85″E (Stolperstein für Anna Paola Luzzatto) | Anna Paola Luzzatto, figlia di Aronne Luzzatto e Eugenia Liebmann, nacque a Gorizia il 19 dicembre 1864. Il padre ricopriva il ruolo di responsabile sanitario in città. Anna Paola "si era contraddistinta per un carattere sereno e molto sincero."[22] Nell’anno della sua cattura, lasciò Grado per tornare a Gorizia, dichiarandosi tedesca. Credeva nella bontà delle persone e non poteva immaginarsi che qualcuno ebbe l'intenzione di arrestarla e di assassinarla. Fu arrestata a Gorizia il 23 novembre 1943 e portato al prigione di Gorizia e poi al prigione di Trieste. Fu deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Non è sopravvissuta alla Shoah. Fu assassinata immediatamente dopo l'arrivo in una camera di gas al 11 dicembre 1943.[23] | |
QUI ABITAVA ELISA RICHETTI LUZZATTO NATA 1858 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 | Via Garibaldi 5 45.94218°N 13.62019°E45°56′31.85″N, 13°37′12.68″E (Stolpersteine für Elisa Richetti Luzzatto, Iginio Luzzatto, Sara Luzzatto und Emma Michelstaedter in Luzzato) | Elisa Richetti Luzzatto era la figlia di Elia Vita Richetti ed era nata il 5 febbraio 1858 a Gorizia. Sposava Giuseppe Luzzatto. La coppia aveva due figli: Rina Sara (nata nel 1884) e Iginio (nato nel 1886, tutte e due vedi sotto). Il 23 novembre 1943 fu arrestata - all'età di 85 anni - insieme a figlia e figlio e portata nel carcere di Gorizia, in seguito a quello di Trieste. Il 7 dicembre 1943, furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove madre, figlio e figlia arrivarono l'11 dicembre 1943. La data del loro omicidio è sconosciuta. Tutte e tre non sono sopravvissuti alla Shoah.[13][24] | |
QUI ABITAVA IGINIO LUZZATTO NATO 1886 ARRESTATO 23.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO | Via Garibaldi 5 45.94218°N 13.62019°E45°56′31.85″N, 13°37′12.68″E (Stolpersteine für Elisa Richetti Luzzatto, Iginio Luzzatto, Sara Luzzatto und Emma Michelstaedter in Luzzato) | Iginio Luzzatto nacque l'8 giugno 1886 a Gorizia. Era il figlio di Giuseppe Luzzatto e di Elisa Richetti (vedi sopra). Aveva una sorella, Rina Sara (vedi sotto). Il 23 novembre 1943 fu arrestato insieme a madre e sorella e portato nella prigione di Gorizia, in seguito a quello di Trieste. Il 7 dicembre 1943, furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove madre, figlio e figlia arrivarono l'11 dicembre 1943. La data del loro omicidio è sconosciuta. Tutte e tre non sono sopravvissuti alla Shoah.[13][25] | |
QUI ABITAVA SARA LUZZATTO NATA 1884 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA | Via Garibaldi 5 45.94218°N 13.62019°E45°56′31.85″N, 13°37′12.68″E (Stolpersteine für Elisa Richetti Luzzatto, Iginio Luzzatto, Sara Luzzatto und Emma Michelstaedter in Luzzato) | Rina Sara Luzzatto era la figlia di Giuseppe Luzzatto e di Elisa Richetti (vedi sopra). Nacque il 24 marzo 1884 a Gorizia. Il 23 novembre 1943 fu arrestata insieme a sua madre ea suo fratello Iginio (vedi sopra) e portata nel carcere di Gorizia, in seguito a quello di Trieste. Il 7 dicembre 1943, furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, dove madre, figlio e figlia arrivarono l'11 dicembre 1943. La data del loro omicidio è sconosciuta. Tutte e tre non sono sopravvissuti alla Shoah.[13][26] | |
QUI ABITAVA EMMA LUZZATTO MICHELSTAEDTER NATA 1854 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ MORTA DURANTE IL TRASPORTO | Via Garibaldi, 5 45.94218°N 13.62019°E45°56′31.85″N, 13°37′12.68″E (Stolpersteine für Elisa Richetti Luzzatto, Iginio Luzzatto, Sara Luzzatto und Emma Michelstaedter in Luzzato) | Emma Luzzatto Michelstaedter nacque il 17 ottobre 1854 a Gorizia come figlia di Cesare Luzzatto e di Regina Jona. Sposò Alberto Michelstaedter, che gestiva un ufficio di assicurazione, e con lui aveva quattro figli: le figlie Elda (1879-1944) e Paula (1885-1972) ed i figli Gino (1877-1909) e Carlo Michelstaedter (1887-1910).[27] Gino emigrò a New York e presumibilmente si suicidò. Carlo divenne un famoso scrittore, filosofo e pittore. Si è sparato dopo una disputa con i suoi genitori al 56º compleanno di sua madre. Al 23 novembre 1943, Emma Michelstaedter fu arrestata – nell'età di 89 anni – e deportata nella prigione di Gorizia, in seguito nella prigione di Trieste. Il 7 dicembre 1943 seguiva la deportazione ad Auschwitz. Ci sono due rapporti della sua morte: Sia morì già nel trasporto che durava quattro giorni oppure fu assassinata il giorno del suo arrivo - l'11 dicembre 1943 - in una camera a gas del regime nazista.[28] | |
QUI ABITAVA MALVINA MICHELSTAEDTER GOLDBERGER NATA 1856 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 | Via del Santo, 4 | Malvina Michelstaedter vedova Goldberger nacque a Gorizia il 22 settembre 1856. Era la zia del scrittore, filosofo e pittore Carlo Michelstaedter. Si sposava con Massimiliano Goldberger oppure Golberti, la versione italiana del cognome. La coppia aveva almeno due figlie, Irene e Adele, entrambe fiumane di nascita ma cresciute a Gorizia. Dopo la morte del suo marito, Malvina e le figlie divennero proprietarie delle Cantine Golberti, una ditta di commercio di vini all’ingrosso. La sede della ditta era in casa Bolaffio di largo Pacassi. La signora anziana abitava con le due figlie in via del Santo, su civico 4. Le tre donne furono arrestate a Gorizia il 23 novembre 1943, detenute prima nel carcere di via Barzellini e dopo di che nel carcere di Trieste. Nel dicembre 1943 tutte e tre furono deportate al campo di sterminio di Birkenau, dove fu assassinata il 11 dicembre 1943. Anche le figlie furono assassinate nel corso della Shoah, pero non si sa dove e quando.[17] | |
QUI ABITAVA ELDA MICHELSTAEDTER MORPURGO NATA 1879 ARRESTATA 1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 26.12.1944 RAVENSBRÜCK | Largo Culiat, 11 45.944323°N 13.617563°E45°56′39.56″N, 13°37′03.23″E (Stolperstein für Elda Michelstaedter Morpurgo) | Elda Michelstaedter Morpurgo fu la sorella del filosofo Carlo Michelstaedter (1887-1910). Nacque il 2 ottobre 1879 a Gorizia come figlia di Alberto Michelstaedter e Emma Luzzatto (vedi sopra). Coniugata con Silvio Morpurgo (1881-1942), medico comunale e stimato professionista. La villa in cui viveva con suo marito si chiamava Villa Elda. Partecipò nella comunità ebraica di Gorizia. Fu arrestata a Gorizia il 9 novembre 1943 e detenuta prima al carcere di Gorizia, poi a quello di Trieste. Assieme alla madre fu deportata con il convoglio n. 21T nel campo di sterminio di Birkenau. Il treno partiva al 7 e arrivava l'11 dicembre 1943. Probabilmente già durante il trasporto la madre morì. Anche Elda Michelstaedter Morpurgo non è sopravvissuta alla Shoah. È stata assassinata il 26 dicembre 1944 nel campo di concentramento di Ravensbrück.[12][29] | |
QUI ABITAVA DAVIDE SCHUMANN NATO 1880 ARRESTATO 23.11.1943 DEPORTATO 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATO 11.12.1943 | Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45.948926°N 13.626101°E45°56′56.13″N, 13°37′33.96″E (Stolpersteine für Bianca Alphandery Armani, Adolpho Armani und Gino Armani und Matilde Rechnitzer Schumann und Davide Schumann) | Davide Schumann nacque il 5 novembre 1864 a Chklow in Bielorussia. Suoi genitori erano Isidoro Schumann e Sara Fleher. Era sposato con Matilde Rechnitzer (vedi sotto). La coppia fu arrestata il 23 novembre 1943 e prima detenuta nella prigione di Gorizia, poi a Trieste. Il 7 dicembre 1943 avvenne la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz, dove entrambi furono assassinati il giorno del loro arrivo, l'11 dicembre 1943, nelle camere a gas del regime nazista.[30] | |
QUI ABITAVA MATILDE RECHNITZER SCHUMANN NATA 1864 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 | Via Graziadio Isaia Ascoli, 25 45.948926°N 13.626101°E45°56′56.13″N, 13°37′33.96″E (Stolpersteine für Bianca Alphandery Armani, Adolpho Armani und Gino Armani und Matilde Rechnitzer Schumann und Davide Schumann) | Matilde Rechnitzer Schumann nacque il 26 ottobre 1880 a Zalalövő, Ungheria. Era la figlia di Anna Bruckner e Enrico Rechnitzer. Era sposata con Davide Schumann (vedi sopra). La coppia fu arrestata il 23 novembre 1943 e prima detenuta nella prigione di Gorizia, poi a Trieste. Il 7 dicembre 1943 avvenne la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz, dove entrambi furono assassinati il giorno del loro arrivo, l'11 dicembre 1943, nelle camere a gas del regime nazista.[31] | |
QUI ABITAVA EMMA PIA MORPURGO VALOBRA NATA 1866 ARRESTATA 23.11.1943 DEPORTATA 1943 AUSCHWITZ ASSASSINATA 11.12.1943 | Via Cadorna 34 | Emma Pia Morpurgo Valobra nacque nel 1866 e morì l'11 dicembre del 1943 presso il campo di sterminio di Auschwitz. Fu deportata insieme a sua figlia Elsa il 23 novembre 1943. | |
QUI ABITAVA ELIO MICHELSTAEDTER NATO 1871 ARRESTATO 25.3.1944 DEPORTATO 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATO | Via Vittorio Veneto, parco Basaglia | Elio Michelstaedter nacque a Fiume il 24 aprile 1871 e morì nel 1944. Fu marito di Amelia Pavia e figlio di Isacco Michelstaedter e Anna Camerini. Inizialmente, insieme alla moglie, riuscì a scappare alla prima grande deportazione nazista di Gorizia del 23 novembre 1943 a causa del suo ricovero presso l'ospedale psichiatrico Franco Basaglia. Venne catturato però poco tempo dopo, il 25 marzo 1944. Fu prima incarcerato a Trieste e poi deportato ad Auschwitz dove non sopravvisse alla Shoah. | |
QUI ABITAVA AMELIA PAVIA MICHELSTAEDTER NATA 1876 ARRESTATA 25.3.1944 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ ASSASSINATA | Via Vittorio Veneto, parco Basaglia | Amelia Pavia Michelstaedter nacque a Gorizia il 15 luglio 1876 e non sopravvisse alla Shoah. Figlia di Giuseppe Pavia e Betty Michelstaedter, si sposò con Elio Michelstaedter. Fu arrestata il 25 marzo 1944 a Gorizia e successivamente trasferita nel carcere di Trieste. Fu poi deportata nel campo di sterminio di Auschwitz dove fu assassinata. | |
QUI ABITAVA ELSA VALOBRA NATA 1895 ARRESTATA 25.5.1944 DEPORTATA 1944 AUSCHWITZ DESTINO IGNOTO | Via Vittorio Veneto, parco Basaglia | Elsa Valobra nacque a Trieste il 16 maggio 1895. era la figlia di Giulio Valobra e Emma Morpurgo. Negli ultimi anni della sua vita, sconvolta in seguito al licenziamento dalla Cassa di Risparmio nel 1938 a seguito delle leggi raziali, fu ospitata all'ospedale psichiatrico di via Vittorio Veneto a Gorizia. Nel 1944 venne catturata dai nazisti tedeschi e deportata in Polonia nel campo di concentramento di Auschwitz, tutta via il suo destino, una volta giunta nel lager, rimane ancora ignoto. |
Gradisca d'Isonzo
A Gradisca d'Isonzo sono presenti 4 pietre d'inciampo, tutte posate il 27 gennaio 2022.[32]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
27 gennaio 2022 | Via Marziano Ciotti, 8 45°53′18.24″N 13°30′08.37″E45°53′18.24″N, 13°30′08.37″E (Pietre d'inciampo per Arrigo Marega) | QUI ABITAVA ARRIGO MAREGA NATO 1920 DEPORTATO ASSASSINATO 9.1.1944 | Marega, Arrigo Arrigo Marega, come gli oltre 600mila soldati italiani che all'armistizio dell'8 settembre 1943 sono catturati e deportati nel Reich, Arrigo, con lo stato di internato militare italiano, è messo al lavoro coatto a Danzica. Muore sotto un bombardamento anglo-americano il 9 gennaio 1944. | |
Via Roma, 4 45°53′34.89″N 13°29′53.21″E45°53′34.89″N, 13°29′53.21″E (Pietre d'inciampo per Amedeo Quargnal) | QUI ABITAVA AMEDEO QUARGNAL NATO 1926 DEPORTATO MAUTHAUSEN LIBERATO MORTO 27.7.1945 | Quargnal, Amedeo Amedeo Quargnal, deportato a Mauthausen, muore pochi mesi dopo la liberazione. | ||
Via Aquileia, 39 45°53′19.21″N 13°29′36.36″E45°53′19.21″N, 13°29′36.36″E (Pietre d'inciampo per Luciano Pussig) | QUI ABITAVA LUCIANO PUSSIG NATO 1921 DEPORTATO GELSERKIRCHEN ASSASSINATO 4.11.1944 | Pussig, Luciano Luciano Pussig, come gli oltre 600mila soldati italiani che all'armistizio dell'8 settembre 1943 sono catturati e deportati nel Reich, Luciano , con lo stato di internato militare italiano, è messo al lavoro coatto a Gelsenkirchen. Muore sotto un bombardamento anglo-americano il 4 novembre 1944. | ||
Piazzale dell'Unità d'Italia, 6 45°53′19.87″N 13°29′59.06″E45°53′19.87″N, 13°29′59.06″E (Pietre d'inciampo per Eugenio Venuti) | QUI ABITAVA EUGENIO VENUTI NATO 1904 DEPORTATO ASSASSINATO 19.3.1945 BERGEN - BELSEN | Venuti, Eugenio Eugenio Venuti, partigiano, animatore della Resistenza locale unitamente alla moglie Anna. Sono deportati entrambi: Eugenio a Bergen-Belsen, dove muore il 19 marzo 1945; la moglie sopravvive ad Auschwitz. |
Sagrado
A Sagrado sono presenti 6 pietre d'inciampo, posate tra 2022 e il 2023.[33][34]
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI ABITAVA GIUSEPPE AZZAN NATO 1908 ARRESTATO 1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 3.11.1944 | Via Dante Alighieri, 19 Sagrado | Azzan, Giuseppe Giuseppe Azzan (1908–1944) | |
QUI ABITAVA MARIO BOZZI NATO 1923 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 3.4.1945 | Via Dante Alighieri, 19 Sagrado | Bozzi, Mario Mario Bozzi (1923–1945) | |
QUI ABITAVA UBALDA MOCCHIUT NATA 1909 ARRESTATA 1944 DEPORTATA BERGEN-BELSEN ASSASSINATA | Via Dante Alighieri, 19 Sagrado | Mocchiut, Ubalda Ubalda Mocchiut (1909–1944/45) | |
QUI ABITAVA VITTORIO POLENTARUTTI NATO 1920 ARRESTATO 1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 12.4.1945 | Via Dante Alighieri, 19 Sagrado | Polentarutti, Vittorio Vittorio Polentarutti (1920–1945) | |
QUI ABITAVA DAVIDE ROSSIN NATO 1890 ARRESTATO 15.6.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 30.1.1945 | Via Dante Alighieri, 64 Sagrado | Rossin, Davide Davide Rossin (1890–1945) | |
QUI ABITAVA Giovanni Visintin NATO 1909 ARRESTATO 13.1.1945 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 16.3.1944 | Via Bersaglieri, 49 Sagrado | Visintin, Giovanni Giovanni Visintin (1909–1944) |
- 27 gennaio 2022: Giuseppe Azzan, Mario Bozzi, Ubalda Mocchiut, Vittorio Polentarutti
- 28 gennaio 2023: Davide Rossin, Giovanni Visintin
Savogna d'Isonzo
Nel Comune di Savogna d'Isonzo le prime due pietre d'inciampo vengono posate il 26 gennaio 2022, dedicate a Jožef Ferfolja e Peter Uršič.[35]
Immagine | Scritta | Traduzione | Indirizzo | Biografia |
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TUKAJ JE PREBIVAL JOŽEF FERFOLJA ROJ. 1901 DEPORTIRAN 1944 BUCHENWALD UMORJEN 25.2.1945 | QUI ABITAVA JOŽEF FERFOLJA NATO 1901 DEPORTATO 1944 BUCHENWALD ASSASSINATO 25.2.1945 | Rupa, Via fratelli Rusjan / Ulica bratov Rusjan, 34 | Ferfolja, Jožef Jožef Ferfolja (1901–1945) | |
TUKAJ JE PREBIVAL PETER URŠIČ ROJ. 1904 DEPORTIRAN BUCHENWALD UMORJEN 7.2.1945 | QUI ABITAVA PETER URŠIČ NATO 1904 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 7.2.1945 | Savogna d'Isonzo / Sovodnje ob Soči, Via Primo Maggio / Prvomajska ulica, 22a | Uršič, Peter Peter Uršič (1904–1945) |
Ronchi dei Legionari
A Ronchi dei Legionari sono attualmente presenti 33 pietre d'inciampo, posate tra il 2019 e il 2023.[36][37][38][39][40] Ronchi dei Legionari, considerato uno degli epicentri della Resistenza italiana, città decorata con medaglia d’argento al valor militare per l’attività partigiana, durante la seconda guerra mondiale pagò un prezzo altissimo: nei lager nazisti arrivarono 158 deportati, 75 dei quali non fecero più ritorno. Gia l’8 settembre 1943 si costituì la prima formazione partigiana: la Brigata Proletaria. Il 24 maggio 1944, la città è teatro di un feroce rastrellamento che coinvolse 68 persone. Alle 5 del mattino arrivarono le SS tedesche spalleggiate dai repubblichini italiani appartenenti alla famigerata "Banda Collotti", nota per la sua crudele repressione antipartigiana. Gli arrestati caricati sui camion diretti a Vermegliano, verso il centro e nella zona della "Casette"[41] e imprigionati poi nel carcere del Coroneo,[42] a Trieste, quindi il 31 maggio 1944 deportati nel Reich. In totale 158 persone deportate dalla cittadina che contava allora 8.000 abitanti: 75 di esse non torneranno più.
Nel maggio 2014, una lapide commemorativa è stata collocata dall'amministrazione comunale, in collaborazione con ANPI e ANED alla presenza di due sopravvissuti dei lager.[43]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
28 gennaio 2019 | Via Dante Alighieri, 12 (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) 45°49′47.31″N 13°30′03.83″E45°49′47.31″N, 13°30′03.83″E (Stolperstein für Domenico Candotto, Angelo Gregorin, Orlando Serafin und Maria Turolo) | QUI FU ARRESTATO DOMENICO CANDOTTO NATO 1886 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 23.11.1944 | Candotto, Domenico Domenico Candotto (???, ??? 1886 - Dachau, 23 novembre 1944), sposa Maria Turolo. La coppia ebbe cinque figli. Massimo e Renzo, morti partigiani, Ida e Corinna deportate ad Auschwitz con la madre Maria. Il figlio minore Mario con il padre Domenico invece furono deportati al campo di concentramento di Dachau dove Domenico muore il 23 novembre 1944. I figli Mario, Ida e Corinna sopravvissero.[44] | |
QUI FU ARRESTATO ANGELO GREGORIN NATO 1883 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.9.1944 | Gregorin, Angelo Angelo Gregorin (???, ??? 1883 - Dachau, 15 settembre 1944) | |||
QUI FU ARRESTATO ORLANDO SERAFIN NATO 1921 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO | Serafin, Orlando Orlando Serafin (???, ??? 1921 - Buchenwald, 24 maggio 1944), partigiano fratello di Ida Serafin; così come la sorella troverà la morte nel Lager. Il 27 gennaio 2012, al fratello Silvio è consegnata una medaglia d'onore in sua memoria, conferita con decreto del Presidente della repubblica.[45] | |||
QUI FU ARRESTATA MARIA TUROLO NATA 1890 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA | Turolo, Maria Maria Turolo (???, ??? 1890 - Auschwitz, ???), sposa Domenico Candotto dal quale avrà cinque figli. Mentre il marito e il figlio sono deportati al campo di concentramento di Dachau, Maria, con le figlie Ida e Corinna, è deportata ad Auschwitz e assassinata come il marito; le figlie ed il figlio Mario sopravvissero. | |||
Piazza Santo Stefano davanti antica chiesa 45°50′08.26″N 13°30′40.07″E45°50′08.26″N, 13°30′40.07″E (Stolperstein für Angelo Miniussi, Gino Zonta, Lodovico Zonta) | QUI FU ARRESTATO ANGELO MINIUSSI NATO 1914 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 21.3.1945 | Miniussi, Angelo Angelo Miniussi (Fogliano, 6 dicembre 1914 - Dachau, 21 marzo 1945), figlio di Pino e Maria Saranz,[46] una figlia. Arrestato a Vermegliano, deportato in Germania e detenuto al campo di concentramento di Dachau, a Allach,[47] e Markirch. Assassinato il 21 marzo 1945.[45] | ||
QUI FU ARRESTATO GINO ZONTA NATO 1929 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 12.5.1945 | Zonta, Gino Gino Zonta (???, ??? 1929 - Dachau, 12 maggio 1945), arrestato con il padre Lodovico Zonta, deportati entrambi nel Reich: Gino destinato al campo di campo di concentramento di Dachau dove muore il 12 maggio 1945, il padre destinato a Flossenbürg. | |||
QUI FU ARRESTATO LODOVICO ZONTA NATO 1903 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 4.11.1944 | Zonta, Lodovico Lodovico Zonta (???, ??? 1903 - Dachau, 4 novembre 1944), padre di Gino Zonta e Paolino. Arrestato col figlio Gino, è deportato a Flossenbürg. Muore il 4 novembre 1944. Gino è ucciso a Dachau, Paolino sopravvisse.[48] | |||
Viale G.Garibaldi località Vermegliano 45°50′00.37″N 13°30′29.3″E45°50′00.37″N, 13°30′29.3″E (Stolperstein für Acrù Tardivo) | QUI ABITAVA ARCÙ TARDIVO NATO 1921 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 28.6.1944 | Tardivo, Acrù Acrù Tardivo (???, ??? 1921 - Risiera di San Sabba, 28 giugno 1844), attivo nella Resistenza, due fratelli: Giacomo e Mario. Tutti e tre arrestati dai nazisti il 24 maggio del 1944, alle cinque del mattino, a seguito della delazione di due partigiani passati al nemico. Detenuto nel carcere Coroneo[42] di Trieste. Insieme ai partigiani combattenti Angelo Cenedese e Oliviero De Bianchi è trasferito alla Risiera di San Sabba il 22 giugno 1944; uccisi lo stesso giorno, così come altri combattenti della Resistenza nel Litorale adriatico di origine italiano, sloveno oppure croato.[49] Il fratello Mario, sopravvissuto, sarà presidente dell'ANED di Ronchi dei Legionari. Mario morì nel 2011, Giacomo nel 2016.[50] | ||
Via Brigata Modena, 2 45°49′57.9″N 13°30′27.23″E45°49′57.9″N, 13°30′27.23″E (Stolperstein für Guglielmo e Valdi Tomasin, Guglielmo Deiuri) | QUI ABITAVA GUGLIELMO TOMASIN NATO 1896 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 9.5.1945 | Tomasin, Guglielmo Guglielmo Tomasin (???, ??? 1896 - Dachau, 9 maggio 1945), sposato, due figli: Valdi Tomasin e Maria Pia. Guglielmo e il figlio sono arrestati e deportati al campo di concentramento di Dachau. Entrambi assassinati nel campo. Maria Pia sopravvisse.[48] | ||
QUI ABITAVA VALDI TOMASIN NATO 1929 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 9.5.1945 | Tomasin, Valdi Valdi Tomasin (???, ??? 1929 - Auschwitz, ???), arrestato e deportato nel Reich con il padre Guglielmo Tomasin, destinati al campo di concentramento di Dachau dove entrambi trovarono la morte. | |||
3 febbraio 2020 | Via Dante Alighieri, 12 (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) 45°49′47.31″N 13°30′03.83″E45°49′47.31″N, 13°30′03.83″E (Stolperstein für Giovanni Olivo, Giuseppe Zamar, Antonio Franzi, Giuseppe Zanet) | QUI ABITAVA GIOVANNI OLIVO NATO 1913 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU MORTO 14.5.1945 | Olivo, Giovanni Giovanni Olivo (Ronchi dei Legionari, ??? 1913 - Dachau, 14 maggio 1945), arrestato nel 1944, deportato a Dachau, Flossenbürg, infine assassinato a Dachau il 14 maggio 1945. | |
QUI ABITAVA GIUSEPPE ZAMAR NATO 1906 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.2.1945 | Zamar, Giuseppe Giuseppe Zamar (Ronchi dei Legionari, ??? 1906 - Dachau, 15 febbraio 1945), arrestato nel maggio 1944, deportato a Dachau, trasferito a Natzweiler[51], Leonberg,[52] infine assassinato a Dachau il 15 febbraio 1945. | |||
QUI ABITAVA ANTONIO FRANZI NATO 1911 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 28.1.1945 | Franzi, Antonio Antonio Franzi (Ronchi dei Legionari, ??? 1911 - Dachau, 28 gennaio 1945), arrestato nel maggio 1944, deportato a Dachau, trasferito a Allach,[47]quindi Natzweiler[51], infine assassinato a Dachau il 28 gennaio 1945. | |||
QUI ABITAVA GIUSEPPE ZANET NATO 1919 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.2.1945 | Zanet, Giuseppe Giuseppe Zanet (Ronchi dei Legionari, ??? 1919 - Dachau, 15 febbraio 1945), arrestato nel maggio 1944, deportato a Dachau, trasferito a Allach,[47]quindi Natzweiler[51], infine assassinato a Dachau il 15 febbraio 1945. | |||
Via G.D'Annunzio, 15 45°49′37.51″N 13°30′10.9″E45°49′37.51″N, 13°30′10.9″E (Stolperstein für Angelo Ghergolet) | QUI ABITAVA ANGELO GHERGOLET NATO 1891 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 9.3.1945 | Ghergolet, Angelo Angelo Ghergolet (Ronchi dei Legionari, ??? 1891 - Dachau, 9 marzo 1945), arrestato nel 1944, deportato a Dachau e qui assassinato il 9 marzo 1945. | ||
Via XXIV Maggio 45°49′08″N 13°30′08.84″E45°49′08″N, 13°30′08.84″E (Stolperstein für Annamaria Magnassi e Eufemia Brumat) | QUI ABITAVA ANNAMARIA MAGNASSI NATA 1900 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 30.11.1945 | Magnassi, Annamaria Annamaria Magnassi (Ronchi dei Legionari, ??? 1900 - Auschwitz, 30 novembre 1945), arrestata nel 1944, deportata ad Auschwitz e qui assassinata il 30 novembre 1944. | ||
QUI ABITAVA EUFEMIA BRUMAT NATA 1903 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA | Brumat, Eufemia Eufemia Brumat (Ronchi dei Legionari, ??? 1903 - Auschwitz, ???), arrestata nel 1944, deportata e assassinata ad Auschwitz. | |||
Piazza Santo Stefano davanti antica chiesa 45°50′08.26″N 13°30′40.07″E45°50′08.26″N, 13°30′40.07″E (Stolperstein für Armando Maturo) | QUI ABITAVA ARMANDO MATURO NATO 1908 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 8.2.1945 | Maturo, Armando Armando Maturo (Ronchi dei Legionari, ??? 1891 - Dachau, 8 febbraio 1945), arrestato nel 1944, deportato a Dachau, quindi Allach[47] e assassinato a Dachau l’8 febbraio 1945. | ||
24 maggio 2021 | Piazza Santo Stefano davanti antica chiesa 45°50′08.26″N 13°30′40.07″E45°50′08.26″N, 13°30′40.07″E (Stolperstein für Attilio Tosolin) | QUI ABITAVA ATTILIO TOSOLIN NATO 1907 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO MATHAUSEN ASSASSINATO 31.3.1945 | ||
QUI ABITAVA FORTUNATO SORANZIO NATO 1905 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 24.2.1945 | ||||
Via Dante Alighieri, 12 (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) 45°49′47.31″N 13°30′03.83″E45°49′47.31″N, 13°30′03.83″E (Stolperstein für Francesco Manazzoni) | QUI ABITAVA FRANCESCO MANAZZONI NATO 1891 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 16.4.1944 | |||
QUI ABITAVA LUIGI QUINTO NATO 1907 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO MATHAUSEN ASSASSINATO | ||||
QUI ABITAVA LEDI BEVILACQUA NATA 1922 ARRESTATA 24.5.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 28.2.1945 | Bevilacqua, Leda Leda Bevilacqua (Ronchi dei Legionari, 10 settembre 1922 - Auschwitz, 28 febbraio 1945), nata nel rione di Vermegliano, fervente credente e attivista dell'Azione Cattolica, impiegata ai cantieri navali di Monfalcone. Arrestata il 24 maggio 1944 con lo zio e con tanti altri concittadini per sospetto collaborazionismo, avviata prima al carcere Coroneo a Trieste e poi ad Auschwitz dove giunge il 4 giugno. In un biglietto gettato dal treno che la deportava nel Reich, scrisse all’amica Iole Zanolla, presidente della Gioventù femminile: «Prima di partire ti mando questa mia. Spero ti arriverà. Parto per la Germania. Soffro tanto. Ma questa è la volontà di Dio. “Fiat”. Il corpo è sfinito: ma io con la preghiera riesco a portare il mio dolore. Il mio maggior tormento è quello di lasciare la nonna e di non poter ricevere Gesù: la mia unica forza. O Dio mio. Aiutami tu. Prega per me, Jole. E porta il saluto a tutte le socie». A metà agosto è avviata a Ravensbrück dove Muore il 28 febbraio 1945.[53] | |||
24 maggio 2022 | Via Dante Alighieri, 12 (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) 45°49′47.31″N 13°30′03.83″E45°49′47.31″N, 13°30′03.83″E (Stolperstein für Angelo Cenedese e Ida Serafin) | QUI ABITAVA ANGELO CENEDESE NATO 1925 ARRESTATO 24.5.1944 INTERNATO RISIERA SAN SABBA ASSASSINATO 21.9.1944 | Cenedese, Angelo Angelo Cenedese (Ronchi dei Legionari, ??? 1925 - Risiera di San Sabba, 21 settembre 1944) | |
QUI ABITAVA IDA SERAFIN NATA 1926 ARRESTATA 1.6.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 28.8.1944 | Serafin, Ida Ida Serafin (???, 1926 - Auschwitz, 25 agosto 1944), sorella del partigiano Orlando Serafin. Come il fratello non fece ritorno dalla deportazione, precedendolo nella morte di un solo mese. | |||
Via delle Fornaci, 2 45°49′28.53″N 13°31′20.23″E45°49′28.53″N, 13°31′20.23″E (Stolperstein für Oliviero De Bianchi e Lucio Tolloi) | QUI ABITAVA OLIVIERO DE BIANCHI NATO 1923 ARRESTATO 24.5.1944 INTERNATO RISIERA SAN SABBA ASSASSINATO 23.5.1944 | De Bianchi, Oliviero Oliviero De Bianchi (Ronchi dei Legionari, ??? 1923 - Risiera di San Sabba, 23 maggio 1944) | ||
QUI ABITAVA LUCIO TOLLOI NATO 1920 ARRESTATO 24.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.4.1945 | ||||
Piazza Santo Stefano davanti antica chiesa 45°50′08.26″N 13°30′40.07″E45°50′08.26″N, 13°30′40.07″E (Stolperstein für Aldo Geppert) | QUI ABITAVA ALDO GEPPERT NATO 1912 ARRESTATO GIUGNO 1944 DEPORTATO NATZWEILER-LEONBERG ASSASSINATO 30.3.1945 | Geppert, Aldo Aldo Geppert (??? 1912 - Natzweiler-Leonberg, 23 maggio 1944), di origine milanese, arrivato nella Bisiacaria per fare il militare, a Redipuglia, incontra quella che sarebbe diventata la moglie, Maria Soranzio; trasferiti a Vermegliano poi, il 16 giugno del 1944, la deportazione.[54] | ||
24 maggio 2023 | Via XXIV maggio, 36 45°49′11.78″N 13°30′01.66″E45°49′11.78″N, 13°30′01.66″E (Stolperstein für Lino Furlan) | QUI ABITAVA LINO FURLAN NATO 1919 ARRESTATO 1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 18.3.1945 | Furlan, Lino Lino Furlan (??? 1919 - Mauthausen, 18 marzo 1945), partigiano appartenente alla Brigata Garibaldi di Trieste deceduto nel lager di Mauthausen il 18 marzo 1945. | |
Via Brigata Modena, 2 Vermegliano 45°49′57.9″N 13°30′27.23″E45°49′57.9″N, 13°30′27.23″E (Stolperstein für Guglielmo e Valdi Tomasin, Guglielmo Deiuri) | QUI ABITAVA GUGLIELMO DEIURI NATO 1901 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 18.3.1945 | Deiuri, Guglielmo Guglielmo Deiuri (??? 1901 - Dachau, 18 marzo 1945) | ||
Via del Capitello, 24 45°49′55.98″N 13°30′41.48″E45°49′55.98″N, 13°30′41.48″E (Stolperstein für Giuseppe Pacor) | QUI ABITAVA GIUSEPPE PACOR NATO 1921 ARRESTATO 1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 2.4.1945 | Pacor, Giuseppe Giuseppe Pacor (??? 1921 - Mauthausen, 2 aprile 1945) | ||
Via delle Fornaci, 4 45°49′23.93″N 13°31′30″E45°49′23.93″N, 13°31′30″E (Stolperstein für Bruno Violin) | QUI ABITAVA BRUNO VIOLIN NATO 1919 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 19.5.1945 | Violin, Bruno Bruno Violin (??? 1919 - Dachau, 19 maggio 1945) | ||
Via Dante Alighieri, 12 (di fronte alla chiesa di Maria Madre della Chiesa) 45°49′47.31″N 13°30′03.83″E45°49′47.31″N, 13°30′03.83″E (Stolperstein für Domenico Candotto, Angelo Gregorin, Orlando Serafin, Maria Turolo e Attilio Gaiardo) | QUI ABITAVA ATTILIO GAIARDO NATO 1922 ARRESTATO 1944 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO 9.3.1945 | Gaiardo, Attilio Attilio Gaiardo (??? 1919 - Buchenwald, 9 marzo 1945) |
Provincia di Pordenone
In provincia di Pordenone sono state posate 55 pietre d'inciampo tra il 2020 e 2024.[55]
Budoia
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
23 gennaio 2021 | Via Cialata 46°02′28″N 12°32′03.73″E46°02′28″N, 12°32′03.73″E (Pietra d'inciampo per Angelo Sanson) | QUI ABITAVA ANGELO SANSON NATO 1924 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO | Sanson, Angelo Angelo Sanson (Budoia, 13 gennaio 1924 - Sangerhausen, 27 dicembre 1944), figlio di Adriano e di Domenica Panizzut, operaio, antifascista. Arrestato a causa delle sue idee politiche è deportato nel Reich destinato al campo di Buchenwald, matricola 40093. Muore il 27 dicembre 1944 nel campo di Sangerhausen.[56] | |
28 gennaio 2022 | Via Rivetta, 49 Dardago di Budoia 46°03′19.49″N 12°32′22.01″E46°03′19.49″N, 12°32′22.01″E (Pietra d'inciampo per Gino Bocus) | QUI ABITAVA GINO BOCUS NATO 1925 ARRESTATO 15.11.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO | Bocus, Gino Gino Bocus (Budoia, 29 luglio 1925 - ???), figlio di Angelo e Giuditta Zambon. Contadino, partigiano della divisione “Nino Nanetti”, è arrestato a Pordenone il 15 novembre 1944. Carcerato a Udine quindi deportato col treno n. 109 partito da Trieste l’8 dicembre 1944 con destinazione Dachau, ma di Gino non v'è traccia all'arrivo; tuttora è considerato disperso in Germania.[56] | |
Via Tarabin, 37 Dardago di Budoia 46°03′19.21″N 12°31′59.72″E46°03′19.21″N, 12°31′59.72″E (Pietra d'inciampo per Guerino Zambon) | QUI ABITAVA GUERRINO ZAMBON NATO 1916 ARRESTATO 12.9.1944 DEPORTATO 1944 DUISBURG ASSASSINATO 2.1.1945 | Zambon, Guerrino Guerrino Zambon (Dardago, 6 gennaio 1916 - Duisburg, 2 gennaio 1945), figlio di Girolamo e Andreanna Zambon, partigiano appartenente alla Divisione Nino Nanetti, è arrestato dalle SS a Pordenone il 12 settembre 1944. Carcerato a Pordenone, successivamente Udine, quindi il primo novembre deportato nel Reich destino campo di concentramento di Duisburg, sottocampo di Buchenwald. Da quel momento non si hanno più notizie di lui fino all’agosto del 1945, quando la Croce Rossa Italiana comunicò la sua morte alla famiglia. Guerrino Zambon muore il 2 gennaio 1945. Inizialmente sconosciuto il luogo di sepoltura, grazie alle ricerche della nipote, ora è eppellito al cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo.[56] | ||
28 gennaio 2023 | Via Dante Alighieri, 2 Santa Lucia di Budoia 46°01′59.75″N 12°31′57.49″E46°01′59.75″N, 12°31′57.49″E (Pietra d'inciampo per Benvenuto Busetti) | QUI ABITAVA BENVENUTO BUSETTI NATO 1913 DEPORTATO HEMER, ISERLOHN ASSASSINATO 10.3.1944 | Busetti, Benvenuto Benvenuto Busetti (Budoia, 19 dicembre 1913 - Iserlohn, 10 marzo 1944), nato a Santa Lucia di Budoia, arruolato nel 55º Reggimento Fanteria, divisione Marche, destinato al Fronte Balcanico, fatto prigioniero alla proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943, è internato nello “Stammlager VI C”[57] e costretto ai lavori forzati in una miniera di carbone. Trasferito nello "Stalag VI A",[58] a Hemer in Vestfalia muore il 10 marzo 1944.[56] | |
Via Castello, 37 Dardago di Budoia 46°03′08.57″N 12°32′16.49″E46°03′08.57″N, 12°32′16.49″E (Pietra d'inciampo per Silvio Vettor) | QUI ABITAVA SILVIO VETTOR NATO 1924 DEPORTATO WATENSTEDT ASSASSINATO 22.4.1945 | Vettor, Silvio Silvio Vettor (Dardago, 23 maggio 1924 - Salzgitter[59], 22 aprile 1945), Catturato durante un rastrellamento, è deportato nel Reich destinato al campo di Salzgitter-Watenstedt[59], nella Bassa Sassonia e destinato al lavoro coatto. Muore il 22 aprile 1945 durante un bombardamento alleato.[56] | ||
26 gennaio 2024 | Via Rivetta, 49 Dardago di Budoia 46°03′19.49″N 12°32′22.01″E46°03′19.49″N, 12°32′22.01″E (Pietra d'inciampo per Guido Bocus) | QUI ABITAVA GUIDO BOCUS NATO 1911 CATTURATO 10.9.1943 DEPORTATO PETRISBERG - TREVIRI ASSASSINATO 20.10.1944 BREBACH | Bocus, Guido Guido Bocus (Dardago, 19 novembre 1924 - Brebach, 20 ottobre 1944), figlio di Angelo e Santa Michelin, contadino, cugino di Gino Bocus. Caporal maggiore 74º Reggimento Fanteria, catturato nei giorni seguenti l'armistizio dell'8 settembre 1943 è deportato nel Reich destinato al lavoro coatto nello Stalag XII D a Petrisberg - Treviri. Muore il 20 ottobre 1944 durante un bombardamento alleato. Tumulato presso Neustadt an der Weinstraße, nel 2005 le sue spoglie sono riportate al paese natale.[60][61] |
Caneva
A Caneva sono state posate 8 pietre d'inciampo tra il 2021 e 2024.[62]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
21 gennaio 2021 | Via Longone, 2 località Longon Caneva 46°00′41.68″N 12°28′51.49″E46°00′41.68″N, 12°28′51.49″E (Pietre d'inciampo per la famiglia Zaghet - Carioti) | QUI ABITAVA EUGENIO ZAGHET NATO 1881 BRUCIATO VIVO 24.4.1945 | Zaghet, Eugenio Eugenio Zaghet (Sarone di Caneva, 7 agosto 1881 - Sarone di Caneva, 24 aprile 1945), dal matrimonio con Caterina Polo nascono Mario e Norma. La mattina del 24 aprile, per rappresaglia a seguito degli scontri dei giorni precedenti con i partigiani che costano la vita a due tedeschi, i nazisti al comando di Alfred Dörnenburg, soprannominato “Foghin” per la sua tendenza a incendiare le case dei sospettati di complicità con i partigiani, fanno irruzione nell'isolata abitazione di Eugenio; con lui quella mattina ci sono la moglie, i nipoti Ermenegildo Zaghet, Enzo Carioti e la nuora Dosolina Manfè. La furia nazista si abbatte sulle loro vite: l'abitazione è data alle fiamme, nessuno degli abitanti ne esce vivo.[63] | |
QUI ABITAVA CATERINA POLO NATA 188A BRUCIATA VIVA 24.4.1945 | ||||
QUI ABITAVA ERMENEGILDO ZAGHET NATO 1944 BRUCIATO VIVO 24.4.1945 | ||||
QUI ABITAVA DOSOLINA MANFE' NATA 1910 BRUCIATA VIVA 24.4.1945 | Manfè, Dosolina Dosolina Manfè (Sarone di Caneva, 2 settembre 1910 - Sarone di Caneva, 24 aprile 1945), moglie di Mario Zaghet, madre di Ermenegildo. Dopo aver convinto il marito a nascondersi, quella tragica mattina nella casa rimangono oltre a lei ed il figlio, i coniugi Zaghet con il nipote Enzo, con la convinzione che i soldati non avrebbero fatto nulla a due donne, un anziano e due bambini, ma la furia nazista non li risparmia. Alla violenta irruzione nella casa, tra scoppi di granate, raffiche di fucili automatici, bombe incendiarie, la casa con i cinque famigliari all'interno, è completamente divorata dalle fiamme.[63] | |||
QUI ABITAVA ENZO CARIOTI NATO 1943 BRUCIATO VIVO 24.4.1945 | ||||
27 gennaio 2024 | Via Dario Chiaradia, 8 Stevenà di Caneva 46°00′41.68″N 12°28′51.49″E46°00′41.68″N, 12°28′51.49″E (Pietre d'inciampo per Dina Croda, Clelia e Vittorio BIt) | QUI ABITAVA CLELIA BIT NATA 1922 UCCISA IN RAPPRESAGLIA 6.3.1945 STEVENÀ DI CANEVA | Bit, Clelia Clelia Bit (Stevenà di Caneva, 19 settembre 1922- Stevenà di Caneva, 6 marzo 1945), figlia di Antonio e Maria Croda, madre di una bimba, sorella di Vittorino Bit. La notte del 5 marzo e fino al mattino del 6 i tedeschi si rendono protagonisti di una feroce rappresaglia e sparatoria sulle abitazioni di Stevenà, in seguito allo scontro con i partigiani della sera precedente che costa la vita a due camerati. Clelia Bit, il fratellino Vittorino e la cugina Dina Croda si trovano, con altri famigliari, nella casa di Antonio colpita da un ordigno scagliato dai nazifascisti; sono le tre vittime innocenti della rabbiosa rappresaglia.[64] | |
QUI ABITAVA VITTORIO BIT NATO 1940 UCCISO IN RAPPRESAGLIA 6.3.1945 STEVENÀ DI CANEVA | Bit, Vittorio Vittorio Bit (Stevenà di Caneva, 7 giugno 1940 - Stevenà di Caneva, 6 marzo 1945), figlio di Antonio e Maria Croda, fratello di Clelia Bit. È con la sorella e la cugina Dina Croda innocente vittima della furiosa rappresaglia dei nazifascisti della notte del 6 marzo 1945 sulla popolazione di Stevenà.[64] | |||
QUI ABITAVA DINA CRODA NATA 1932 UCCISA IN RAPPRESAGLIA 6.3.1945 STEVENÀ DI CANEVA | Croda, Dina Dina Croda (Stevenà di Caneva, ??? 1932 - Stevenà di Caneva, 6 marzo 1945), figlia Antonio e Giuseppina Della Pasqua. La famiglia è appena tornata dal Belgio a causa della guerra e si trova nella casa dei Bit la notte della rappresaglia nazifascista. Dina, con i cugini Clelia e Vittorino Bit rimane uccisa dallo scoppio della granata scagliata sulla casa.[64] |
Fontanafredda
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
28 gennaio 2023 | Via S.Pellico, 61 45°58′32.07″N 12°34′47.89″E45°58′32.07″N, 12°34′47.89″E (Pietra d'inciampo per Luigi Sfreddo) | QUI ABITAVA LUIGI SFREDDO NATO 1911 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 7.2.1945 | Sfreddo, Luigi Luigi Sfreddo (Fontanafredda, 11 settembre 1911 - Dachau, 7 febbraio 1945), sarto a Villadolt di Fontanafredda, impossibilitato, causa poliomielite, all'attività partigiana, contribuisce alla resistenza sostenendo i partigiani con aiuti materiali e fornendo le informazioni ascoltate da Radio Londra. A seguito di una probabile delazione è arrestato nel corso del rastrellamento del 23 marzo 1944 seguente l'uccisione di alcuni soldati tedeschi. Incarcerato in un primo momento a Pordenone è deportato poi nel Reich destinato al campo di Dachau, internato quale oppositore politico. Muore il 7 febbraio del 1945.[65] |
Maniago
A Maniago sono state posate 5 pietre d'inciampo tra il 2022 e 2024.[66][67]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
27 gennaio 2022 | Piazza Italia, 18 davanti Municipio 46°10′15.6″N 12°42′29.6″E46°10′15.6″N, 12°42′29.6″E (Pietre d'inciampo per Giovanni, Tiziano e Antonio Pagotto) | QUI FU ARRESTATO GIOVANNI PAGOTTO NATO 1906 TORTURATO DEPORTATO 1944 FLÖSSENBURG ASSASSINATO 9.3.1945 | Pagotto, Giovanni Giovanni Pagotto (Vazzola, 1906 - Flossenbürg, 9 marzo 1945), mezzadro padre di otto figli, nonno di Tiziano e Antonio, segnalato a seguito di una delazione e accusato di aver ospitato nella sua casa una squadra partigiana è arrestato dai militi della X Mas, unità della RSI particolarmente impegnata contro la Resistenza partigiana. Giovanni è prima legato a un carro e picchiato nel cortile della sua abitazione, e poi portato, il giorno dopo, presso il comando nazifascista maniaghese, luogo di interrogatori, torture e infine della deportazione nel Raich destinazione lager di Flossenbürg, dove muore il 9 marzo 1945. | |
QUI FU ARRESTATO ANTONIO PAGOTTO NATO 1927 TORTURATO DEPORTATO 1944 HERSBRUCK ASSASSINATO 19.3.1945 | Pagotto, Antonio Antonio Pagotto (Maniago, 1906 - Hersbruck, 19 marzo 1945), nipote di Giovanni Pagotto ne condivide la tragica sorte con Tiziano fino alla deportazione nel Raich destinazione lager di Hersbruck, sottocampo di Flossenbürg, dove muore il 19 marzo 1945. | |||
QUI FU ARRESTATO TIZIANO PAGOTTO NATO 1925 TORTURATO DEPORTATO 1944 HERSBRUCK ASSASSINATO 16.3.1945 | Pagotto, Tiziano Tiziano Pagotto (Maniago, 1944 - Hersbruck, 16 marzo 1945), nipote di Giovanni Pagotto, ne condivide la tragica sorte con Antonio fino alla deportazione nel Raich destinazione lager di Hersbruck, sottocampo di Flossenbürg, dove muore il 16 marzo 1945. | |||
26 gennaio 2024 | Piazza Italia, 18 davanti Municipio 46°10′15.6″N 12°42′29.6″E46°10′15.6″N, 12°42′29.6″E (Pietra d'inciampo per Albino Tomè) | QUI LAVORAVA ALBINO TOMÉ NATO 1924 DEPORTATO 1945 FLOSSENBÜRG THERESIENSTADT MORTO 31.5.1945 | Tomè, Albino Albino Tomè (Maniago, 8 gennaio 1924 -Theresienstadt, 31 maggio 1945), figlio unico, impiegato comunale dopo aver completato gli studi a Padova. Partigiano della "V Brigata Osoppo - Friuli", è arrestato a Maniago il 5 dicembre del 1944 dalle SS mentre rientra dal lavoro dopo l’orario di coprifuoco. È deportato l'11 gennaio 1945 a Flossenbürg, quindi Il 20 aprile trasferito al campo di concentramento Theresienstadt, dove muore il 31 maggio 1945.[68] | |
28 gennaio 2024 | Via S.Antonio, 1 Fratta di Maniago 46°10′43.07″N 12°43′22.86″E46°10′43.07″N, 12°43′22.86″E (Pietre d'inciampo per Mario Toffolo) | QUI ABITAVA MARIO TOFFOLO NATO 1925 DEPORTATO 1945 FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 29.1.1945 MAUTHAUSEN | Toffolo, Mario Mario Toffolo (Maniago, 26 maggio 1925 - Mauthausen, 29 gennaio 1945), insieme al fratello gemello Osvaldo, svolge il lavoro di contadino. Partigiano della "Brigata Garibaldi Sud Arzino", è arrestato a Maniago il 12.12.1944, trasferito alle carceri di Udine e in seguito deportato a Flossenbürg infine Mauthausen dove muore il 29 gennaio 1945.[68] |
Maron di Brugnera
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
27 gennaio 2023 | Via Fossadelle, 14 45°53′28.98″N 12°33′02.18″E45°53′28.98″N, 12°33′02.18″E (Pietra d'inciampo per Guido Martin) | QUI ABITAVA GUIDO MARTIN NATO 1926 ARRESTATO 2.12.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU LIBERATO | Martin, Guido Guido Martin (Maron di Brugnera 12 maggio 1926 - Sacca Sessola (VE), 16 dicembre 1948), il 2 dicembre 1944 è arrestato nel corso di un rastrellamento organizzato per catturare esponenti della Resistenza locale. Deportato nel Reich pochi giorni dopo è internato nel campo di Dachau, quindi nel sottocampo di Lauingen, nel nord della Baviera. Riconcquista la libertà alla liberazione del campo il 29 aprile 1945, ma a causa della TBC contratta in prigionia, il 16 dicembre 1948 muore nel Sanatorio di Sacca Sessola a Venezia.[69] | |
27 gennaio 2024 | ||||
Polesello, Pietro Pietro Polesello (??? 1919 - Altengrabow,[71] 4 ottobre 1944), contadino, artigliere, deportato allo Stalag XI B Fallingbostel[72], assassinato il 4 ottobre 1944 ad Altengrabow.[71][70] |
Polcenigo
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI ABITAVA GIOVANNA BACHARACH NATA 1879 ARRESTATA 2.4.1944 DEPORTATA DESTINO SCONOSCIUTO | Via Maggiore 4 Polcenigo | Giovanna Bacharach in Weinberg nacque in una famiglia di origine ebrea il 22 novembre 1879 a Bensheim in Germania, frequentò le migliori scuole e si trasferì in Italia; lavorò come segretaria nella Società “Pauly & C. Company CVM” Venezia-Murano, che produceva vetri d’arte. Visse a Polcenigo nella frazione di Coltura dal 1913, in una casetta, in compagnia della sua cagnetta; i suoi compaesani la ricordano come una persona generosa ed altruista, che spesso concedeva prestiti e faceva dei doni ai poveri, viste le sue disponibilità economiche e il suo animo caritatevole. Nonostante le sue origini ebree, intrattenne per anni un’amicizia personale con il Parroco del suo paese, con il quale condivise molti pensieri inerenti alla sua vita privata e la sua crescente volontà di convertirsi al Cattolicesimo (testimoniati dalle lettere che gli scriveva). Dalle lettere del 1938 si evince sia il suo distacco dalla religione ebraica, che secondo lei era “incapace di fornire un qualsiasi tipo di conforto spirituale”, sia l’avvicinamento alla Chiesa Cattolica, che considerava portatrice di valori come bontà, generosità, carità e saggezza, che lei stessa praticava nella sua vita. Inoltre la sua sofferenza nella situazione storica contingente era acuita dal fatto che si sentiva perseguitata in quanto ebrea da parte della sua stessa nazione, la Germania. La Bacharach descrive la sua profonda delusione nei confronti del popolo tedesco al reverendo dicendo “va bene, che i Germani sono superiori a tutte le altre razze, ma, che sappia io, non possono vantare né un Volta, né un Edison, né un Marconi, né un Cristoforo Colombo, né un Galilei, possono però vantare di aver inventato i… gas asfissianti” (lettera del 20 giugno 1938). Il suo dramma iniziò in seguito a tre lettere anonime di denuncia, nelle quali venne segnalata come una simpatizzante comunista e non perché di religione ebraica. Queste lettere furono recapitate nel 1942 all’OVRA (Opera Volontaria per la Repressione dell’Antifascismo), Giovanna Bacharach venne arrestata il 4 aprile del 1944 dalle SS di Roveredo in Piano, dirette dal tenente medico Alfred Dörnenburg, criminale di guerra. Fu interrogata e torturata dalla Gestapo. Lei dichiarò di non essere simpatizzante dei comunisti e di essere di origine ebraica, ma battezzata cristiana. Venne comunque inviata nel campo di internamento di Fossoli, una cittadina situata a 20 chilometri a nord di Modena. Nel dicembre del 1943 il campo fu trasformato dagli Italiani in un campo di transito e successivamente, l’8 febbraio 1944, passò sotto il controllo delle SS. Diversi convogli partirono da Fossoli il 22 febbraio, il 5 aprile, il 16 maggio, il 26 giugno e il 1º agosto, trasportando ogni volta circa 700 persone, con destinazione Auschwitz. Il 2 agosto del 1944 il campo venne chiuso e venne aperto un nuovo campo a Bolzano-Gries, che ospitava oltre 4.000 prigionieri, quasi tre volte tanto rispetto a quelli previsti. In seguito alla chiusura del campo di Fossoli, la Bacharach fu, pertanto, trasferita al campo di Bolzano, il 3 agosto del 1944, nell’alloggiamento riservato alle donne e ai bambini. Portava addosso il numero di matricola 2133. Venne fatta partire con l’ultimo convoglio di deportati diretto ad Auschwitz. La linea ferroviaria su cui viaggiava il treno venne sabotata da un gruppo di partigiani. |
Pordenone
A Pordenone si trovano 24 pietre d'inciampo, collocate tra il 2020 e il 2024.[73][74][75]
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI LAVORAVA BRUNO BARZOTTO NATO 1922 ARRESTATO 3.11.1944 DEPORTATO DACHAU LIBERATO MORTO 18.9.1947 | Via Montereale, 24 | Bruno Barzotto nacque il 15 luglio 1922 a Pasiano. Il padre, Francesco Barzotto, vittima anche lui della deportazione nazi-fascista, era segretario comunale di Pasiano e, in seguito, di altri comuni vicini. A causa di ripetute aggressioni da parte di fascisti, tra i quali il conte Alvise Gozzi e il suo braccio destro Federico Novello, Francesco Barzotto e la sua famiglia furono costretti ad abbandonare Pasiano, dove avevano la loro casa e dove vivevano da 14 anni. La persecuzione fascista lo tormentò ininterrottamente nelle sue peregrinazioni tra le varie sedi comunali. Nel 1944 Bruno, iscritto all’ultimo anno della facoltà di Medicina e Chirurgia, entrò a far parte della Resistenza (col nome di battaglia “Brenne”). Bruno diede priorità al suo impegno a fianco dei partigiani, per curarli e assisterli, come tirocinante presso l’Ospedale Civile di Pordenone. Fu fatale per Bruno, la morte di Antonio Zanella, “Athos”. che era stato da lui nascosta in una camera riservata per potergli curare clandestinamente una grave ferita. La morte di “Athos” permise ai fascisti di risalire a Bruno. Una denuncia, proveniente da Enrico Gerardi e Amedeo Venturi, ne provocò l’arresto. Il 2 novembre 1944 il fascista Renato Meneghini entrò in ospedale travestito da partigiano per individuare i medici che aiutavano i partigiani. Bruno cadde nel tranelloe fu arrestato e portato alle “Casermette” (ex caserma in via Molinari, adibita a prigione fascista) dove fu torturato per una settimana, senza mai rivelare nulla. Da lì fu incarcerato al “Castello” di Pordenone, con il numero di matricola 2329, e processato. Il 18 novembre Bruno, venne trasferito nel carcere di via Spalato a Udine, in attesa del suo destino. Il 16 dicembre 1944 suo padre Francesco, da tempo conosciuto come antifascista, finì arrestato a sua volta su delazione. A Udine Bruno riuscì ad incontrare suo padre per pochi attimi prima di essere trasferito alla stazione ferroviaria e caricato sul carro bestiame diretto, al campo di sterminio di Dachau. Bruno ritornò da Dachau alla fine della guerra, ma, ammalato di tubercolosi, conseguenza della deportazione, sopravvisse solamente fino al 18 settembre 1947. Dopo la sua morte l’Università degli Studi di Padova gli conferì la Laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia. Inoltre il suo nome è inciso su una grande lapide al Bo, la storica sede dell’Ateneo di Padova, assieme ai nomi di studenti e docenti che raccolsero l’appello del Magnifico Rettore Concetto Marchesi ed entrarono nella Resistenza. | |
QUI ABITAVA FELICE BET NATO 1928 PARTIGIANO ARRESTATO 7.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN DESTINO SCONOSCIUTO | Via del Fante, 15 | Felice Bet, nacque il 16 novembre 1928 a Pordenone.In seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, a soli 15 anni, cercò di raggiungere gli alleati al sud italia non riuscendo però a oltrepassare le linee pur arrivando fino al fronte di Cassino. Rientrò a Pordenone e divenne partigiano con i garibaldini. Successivamente il 7 gennaio 1945 venne catturato dai repubblichini e, per 2 giorni torturato alle Casermette, per poi essere condotto in carcere il 9 gennaio 1945. Venne processato al tribunale militare nazista, è destinato alla deportazione in Germania. La famiglia sostiene che sia morto probabilmente a fine febbraio del 1945 a Mauthausen. | |
QUI ABITAVA ARTURO BIASUTTI NATO 1905 INTERNATO WATENSTED-SALZGITTER ASSASSINATO 1.2.1945 | Via Nazario Sauro, 2 | Arturo Biasutti nacque il 19 ottobre 1905 a Torre di Pordenone in via Nazario Sauro n° 9, (oggi via Scipio Slataper). Figlio di Luigi Biasutti e di Maria Angela Furlan, viveva a Torre con i genitori e il fratello, Umberto, avuto dal padre con la precedente moglie, Luigia Del Ben, di cui era rimasto vedovo nel 1902.Dopo l’8 settembre 1943, quando fu reso noto l’armistizio dell’Italia con gli Alleati, Arturo come molte altre persone, venne deportato nel campo di lavoro di Watenstad in Germania dove fu registrato nella categoria di "Fremdarbeiter", lavoratore straniero. Le terribili e disumane condizioni di lavoro vissute, aggravate da una situazione igienica precaria e da una inesistente assistenza sanitaria, portarono Arturo Angelo Biasutti a contrarre un’infezione che lo portò alla morte il 1 febbraio 1945. Una volta appresa la tragica notizia, la moglie di Arturo, Regina, si recò in Germania nel vano tentativo di recuperare la salma del marito. Arturo Biasutti venne sepolto al cimitero Friedhof Salgitter. Attualmente le sue spoglie, assieme a quelle di molti altri suoi connazionali, riposano ad Amburgo nel Cimitero Militare Italiano d’Onore dove furono traslate in seguito. | |
QUI INSEGNAVA TERZO DRUSIN NATO 1913 PARTIGIANO ARRESTATO 2.12.1944 ASSASSINATO 17.12.1944 | Via Bertossi, 9 | Terzo Drusin nacque a Manzano (UD), il 28 gennaio 1913, da Antonio Drusin ed Eugenia Passans. Seppur molto bravo a scuola, raggiunta la quarta elementare, dovette abbandonarla per intraprendere la vita da contadino ed aiutare così la famiglia. Dopo 4 anni, in seguito alla perdita di tre dita della mano e all’amputazione della gamba subito sopra il ginocchio, riprese gli studi (mentre stava pulendo la lettiera nella stalla delle mucche,Terzo urò accidentalmente la cartuccia di una mitragliatrice ancora carica: venne subito portato in Ospedale a Cividale, ma la minaccia di un’infezione al midollo osseo, che rischiava una gangrena a causa di una scheggia conficcata nella tibia, spinse i medici ad amputargli una gamba. Il padre decise allora che il figlio avrebbe dovuto tornare a studiare per assicurarsi un lavoro e costruire così il proprio futuro). Nel 1934, si iscrisse alla Facoltà di Pedagogia alla Cattolica di Milano, dove era nato l’unico movimento cattolico antifascista organizzato, con il nome di Movimento Guelfo di Azione, che portava avanti la propaganda per la lotta al fascismo in nome di principi cristiano-sociali. Finì gli esami universitari nel 1938, ma si laureò solo nel 1940 perché chiamato a coprire uno dei posti lasciati vacanti dopo la mobilitazione generale causata dalla guerra. Dopo aver insegnato lettere a San Pietro al Natisone (UD), il 12 novembre 1943 Drusin si trasferì a Pordenone, in qualità di insegnante di scuola media. Il 10 dicembre, nacque Daniela, avuta da Lea Domenis e sua unica figlia. La sua abitazione a Pordenone si trova in via Grigoletti 14. Scoppiata la guerra, si arruolò nella Brigata Ippolito Nievo come partigiano, ma poco dopo viene catturato a tradimento dalle Brigate Nere, nel vallone di Corva dove lavorava. Per farlo parlare, le Brigate Nere lo prelevarono ogni giorno dal carcere e lo torturano nella casa del fascio, fino alla morte sul ponte di Termeacque, dove, alla confluenza del Meduna con il Livenza, i fascisti lo trucidano e gettano nella acque sottostanti. La salma viene trasportata dal CNL ( Comitato di Liberazione Nazionale) alla casa del fascio , attuale Casa del Popolo; il 23 dicembre vennero celebrati i funerali. Nel 1947, la moglie di Drusin, Lea Domenis, si trasferì in Argentina con la figlia, dopo aver comprato un loculo per la tomba del marito a Pordenone. Due anni dopo, venne assegnata a Drusin la Medaglia d’oro al valore militare. | |
QUI ABITAVA FRANCESCO FOLLENI GUGLIELMO NATO 1925 PARTIGIANO ARRESTATO 23.12.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN DESTINO SCONOSCIUTO | Via Niccolò Tommaseo, 8 | Francesco Folleni Guglielmo, nacque nel 1925 nel comune di Favaro Veneto. Studente di Legge a Bologna, si unì ai partigiani con il nome in codice “Romolo”, nella speranza di contribuire a liberare l’Italia dal Nazifascismo. Non ancora ventenne fu arrestato dalle Brigate Nere nel dicembre del 1944 in seguito ad una delazione, mentre si trovava nella sua abitazione, in Vicolo Niccolò Tommaseo, dove era tornato perché ammalato. Dopo qualche giorno in stato di fermo nel carcere pordenonese, venne deportato nel campo di concentramento austriaco di Mauthausen, da dove scrisse alcune lettere. Poi non si ebbero più alcuna notizia su di lui. | |
QUI ABITAVA ATTILIO GALLINI NATO 1926 PARTIGIANO ARRESTATO DIC. 1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG, DACHAU LIBERATO MORTO 22.7.1945 | Piazza XX Settembre, 2 | Attilio Gallini nacque a Pordenone il 17 marzo 1926, figlio di Giuseppe Gallini risiedette in piazza XX Settembre. Scelse di partecipare alla lotta partigiana arruolandosi nella IV Divisione Osoppo-Friuli 15ª Brigata per concorrere alla lotta antifascista contro la dominazione tedesca. Svolse la sua attività partigiana presso Località Casale sul Sile. Il 25 Novembre 1944 suo fratello minore, Eugenio, di 16 anni viene arrestato dai nazisti e internato nel carcere di Pordenone, due giorni dopo, il 27 Novembre, venne trasferito a Udine. La madre, Nella Botos, chiese al figlio Attilio di intercedere presso il comando di Udine per ottenere la liberazione del figlio in quanto non partigiano. L’intervento ebbe esito positivo ed Eugenio venne liberato. La sorte di Attilio fu invece diversa, prima venne serviziato presso la caserma “Di Prampero” a udine e successivamente deportato al campo di concentramento di Flossenburg, al confine tra Germania e Repubblica Ceca. Il 23 Aprile 1945 il campo fu liberato dalle truppe anglo-americane e Attilio poté rientrare in Italia, ma le condizioni critiche in cui si trovava richiesero il ricovero presso l’ospedale senatoriale di Pordenone, dove a distanza di poco, il 22 luglio 1945 morì per complicazioni all’età di 19 anni. | |
QUI ABITAVA FRANCO CARLO MARTELLI NATO 1910 PARTIGIANO ARRESTATO 25.11.1944 FUCILATO 27.11.1944 | Piazza XX Settembre, 2 | Franco Carlo Martelli, nacque a Catania il 30 dicembre 1910. Intraprese la carriera militare e nel 1937 venne trasferito al reggimento “Cavalleggieri di Saluzzo” a Pordenone. Prese alloggio con la sua famiglia nel palazzo Cossetti, in piazza XX settembre. Promosso a capitano, partecipò all’invasione della Iugoslavia nel ’41, guadagnandosi la medaglia di bronzo al valore militare. Pochi giorni dopo l’armistizio del 8 settembre, Martelli e il suo reggimento fecero ritorno a casa. Si avvicinò alla resistenza, arruolandosi tra i partigiani osovani, con il nome di battaglia “Ferrini” (dall’illustre giurista, beato della chiesa cattolica) e nel 1944 ne divenne il comandante. Alcuni mesi dopo fu nominato capo di stato maggiore della brigata unita “Ippolito Nievo B”, che comprendeva tutti i partigiani osovani e garibaldini operativi nella pianura friulana. Si impegno affinché i suoi uomini sfuggissero ai rastellamenti nazifascisti, ma lui stesso fu arrestato il 25 novembre del ’44 in seguito a una deloazione. Prelevato dalla sua abitazione fu portato alle casermette di via Molinari e torturato; se avesse denunciato i suoi compagni, sarebbe stato graziato, ma rifiutò e venne processato e condannato a morte. Affrontò la sua esecuzione con dignità e compostezza e morì gridando “Viva l’Italia libera” | |
QUI ABITAVA VIRGINIO MICHELUZ NATO 1905 PARTIGIANO ARRESTATO 22.11.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG, DACHAU LIBERATO MORTO GIUGNO 1945 | Corso Vittorio Emanuele II, 49 | Virginio Micheluz, nacque il 2 agosto 1905 a Pordenone, luogo nel quale trascorse la maggior parte della sua vita. Figlio di Pietro Micheluz e Maria Rosa Zin, fratello di Yolanda, Luigia, Gastone, Frandina, e Persaide che morì subito dopo la nascita. Era proprietario di una tabaccheria, lasciatagli dal padre, situata in Via Vittorio Emanuele 44 (PN). Si sposò con Anna Elsa Maranese, con la quale ebbe tre figli: Giampietro Francesco, Pietro Francesco e Gabriele Giovanni Maria Micheluz. Virginio venne accusato di lavorare per i partigiani e venne arrestato il 23 novembre del 1944 alle ore 17.00 dal IV Battaglione fascisti, a disposizione dei tedeschi. Venne trasferito a Udine e successivamente deportato nel campo di concentramento di Flossenbürg. Arrivò il 21 dicembre 1944 ed internato con il numero di matricola 40242. Successivamente decentrato a Hersbruck (sottocampo dipendente da Flossenbürg) il 4 gennaio 1945. Trasferito a Dachau, dove morirà presso l’ospedale americano a Dachau. Le sue spoglie riposano a Monaco di Baviera presso il cimitero militare italiano d’onore. | |
QUI ABITAVA ANTONIO PILAT NATO 1898 INTERNATO KAUFERING (GERMANIA) ASSASSINATO 20.3.1945 | Via General Cantore, 28 | Antonio Pilat, figlio di Luigi e di Anna Bresin, nacque il 20 maggio 1898 a Pordenone e morì il 20 marzo 1945 a Kaufering (Landsberg am Lech, Baviera), in un campo di lavoro tedesco. Aveva un fratello (morto a 15 anni) e tre sorelle, Velia (deceduta appena nata), Rina e Romilda, la più giovane. Come molte altre famiglie della zona erano molto poveri. Sposatosi con Isolina Sartor (operaia tessile dei cotonifici), ebbe cinque figli: Romildo Marcello (che portava il nome della zia e di un fratello, non sopravvissuto alla nascita l’anno precedente), Romeo, Pericle, Italo e Maria Luigia. Lavorò come manovale a Tarvisio e a 19 anni, durante la I Guerra Mondiale, fu chiamato alle armi nell’VIII Reggimento Bersaglieri (26 febbraio 1917). Fu richiamato alle armi il 17 maggio 1941 per mobilitazione, come la maggior parte dei suoi coetanei, e nel luglio dello stesso anno venne congedato. Nell’Estratto dal registro degli Atti di Morte risulta che faceva il calzolaio poco prima di essere deportato. Venne arrestato e detenuto nelle Carceri Giudiziarie di Pordenone e da lì, nel ’44, fu trasferito alle Carceri di Udine da dove, dopo 10 giorni, venne inviato al Campo di Internamento di Kaufering. | |
QUI ABITAVA ROMEO PILAT NATO 1926 INTERNATO KAUFERING (GERMANIA) ASSASSINATO 22.5.1945 | Via General Cantore, 28 | Romeo Pilat nacque il 5 settembre 1926 secondogenito di Antonio Pilat (vedi sopra) ebbe una sorte simile a quella del padre. Lavorò come meccanico e all'età di 17 anni venne arrestato e detenuto nelle Carceri Giudiziarie di Pordenone e da lì, l’11 maggio del 1944, fu trasferito dal Supremo Commissario tedesco per l’Alto Adriatico alle Carceri Giudiziarie di Tolmezzo. Il 25 settembre 1944 venne internato in Germania, anche lui a Kaufering (Landsberg am Lech, Baviera). Vi morì “per le sofferenze subite” il 22 maggio 1945, tre mesi dopo suo padre. | |
QUI LAVORAVA LUIGI ANTONIO SANTAROSSA NATO 1912 CAMPO DI LAVORO TROISDORF (GERMANIA) ASSASSINATO 22.4.1945 | Via Del Fante, 10 | Luigi Antonio Santarossa, figlio di Pietro e di Vittoria Ardit, nacque a Pordenone il 6 agosto 1895: la famiglia, composta anche dal primogenito Giacomo e dalla sorella Antonia, viveva in Via del Fante 10. Il 21 luglio 1919 sposò Maria Mariuz, da cui non ebbe figli. Luigi Santarossa lavorava come falegname; successivamente si arruolò. Dai pochi documenti rinvenuti nell’Archivio Storico Comunale di Pordenone risulta che nel 1943 si trovava nella Serbia Centrale, prigioniero nel campo di lavoro di Šabac, probabilmente uno dei milioni di lavoratori coatti che lavoravano per l'industria bellica del Reich (circa 1.200.000 di questi erano Italiani). Tale campo divenne poi un campo di concentramento in cui perirono non meno di 7.000 persone. In base alle pochissime notizie che riuscì ad inviare alla famiglia durante la sua detenzione molto probabilmente morì di stenti, come ricorda una delle nipoti (figlia del fratello Giacomo), che vive in Canada: “aveva perso tutti i denti e morì di fame” (2 agosto 1944). Un mese dopo il campo fu liberato dai partigiani. | |
QUI ABITAVA ESTELLA STEINDLER IN LUGINBUHL NATO 1875 ARRESTATA 4.4.1944 INTERNATA RISIERA DI SAN SABBA DESTINO SCONOSCIUTO | Viale Grigoletti, 5 | Estella Steindler in Luginbuhl[76][77] nacque a Trieste il 2 febbraio 1985. Di famiglia ebrea, nel 1904 sposò Emilio Luginbuhl, da cui ebbe due figli: Eros, preside del liceo di Spalato, che morì nel 1943 in seguito ad una rappresaglia, e Sirio, che, deportato in Germania, riuscì a tornare a Pordenone nel 1945. Il marito era il pastore protestante della comunità di Pordenone e perciò la sua famiglia non risentì delle Leggi Razziali emanate dal governo fascista nel 1938. Dopo la morte del marito nell’aprile del 1942, Estella, quasi settantenne, sperava, nonostante le sue origini ebraiche, di poter trascorrere tranquilla i suoi ultimi anni nella loro abitazione, al n. 5 di Viale Grigoletti. Invece, il 4 aprile 1944, venne organizzato un rastrellamento: nonostante fosse ammalata, a letto, fu portata via, per essere trasferita alla Risiera di San Sabba, per essere poi deportata in Germania. Di lei, però, si persero le tracce: forse morì nel campo triestino oppure nel trasferimento in Germania o in uno nei campi di sterminio nazisti. Di Estella tornò a casa solamente il cappotto che aveva preso prima di uscire di casa, consegnato a sua nuora quando si recò al comando tedesco di Udine per chiedere notizie. | |
QUI ABITAVA ANNIBALE TOFFOLO NATO 1912 INTERNATO TROISDORF (GERMANIA) ASSASSINATO 22.4.1945 | Via Piave, 13 | Annibale Toffolo nacque il 13 ottobre 1912 a Torre di Pordenone in una famiglia molto numerosa. Abitò in via Piave 13 con il padre Sante, la madre Antonia Pitton e nove tra fratelli e sorelle (alcuni persi in tenera età). Come si può immaginare, le condizioni di vita in quegli anni erano molto dure, in particolare per una famiglia così numerosa, per cui alcuni di loro lasciarono Pordenone: ad esempio, le sorelle Celeste e Teresa, leggermente più giovani di lui, si trasferirono a Roma e Annibale e suo fratello Riccardo già nel 1942 (a 30 e a 28 anni) emigrarono in Germania, dove lavoravano come operai per un’industria tedesca. Annibale, però non tornò dalla Germania: venne inviato presso il campo di lavoro di Troisdorf, situato nella Germania occidentale, come “lavoratore coatto” dove successivamente morì fucilato il 22 aprile 1945. Le sue spoglie riposano nel cimitero militare italiano d’onore ad Amburgo in Germania. | |
QUI LAVORAVA ANTO ZILLI NATO 1922 ARRESTATO 22.11.1944 ASSASSINATO 23.11.1944 | Via Montereale, 24 | Anto Zilli nacque il 9 gennaio 1922 a Fontanafredda. Era uno studente di Medicina e Chirurgia iscritto al quinto anno presso l’Università degli Studi di Padova, quando il rettore Concetto Marchesi invitò i suoi studenti a prendere parte alla resistenza al nazi-fascismo. Così Anto Zilli, con il nome di “Guido”, divenne partigiano della 5ª Brigata Osoppo. A soli due mesi di distanza, all’alba del 23 dicembre 1944, venne fucilato da un plotone di esecuzione delle SS comandato dal tenente medico Alfred Dörnenburg, a Giais di Aviano. Con lui persero la vita anche Ferruccio Batini Sian, Piero Del Cont Bernard e Amadio Bomben; i loro nomi vengono ricordati sulla lapide di bronzo del monumento alla Resistenza di Piancavallo. Fra il 15 e il 18 dicembre del 1944 erano stati arrestati e incarcerati a Pordenone i familiari di Anto Zilli: il padre, l’ingegnere Guido Zilli, e lo zio Giorgio, che rimasero in carcere dal 15 al 19 dicembre 1944, e la madre, la baronessa austriaca Nelda Weigelsberg. La madre, incarcerata dal 18 dicembre 1944 al 13 gennaio 1945, scoprì durante la detenzione della morte del suo unico figlio. Osservando le date, si può presumere che Anto Zilli si fosse consegnato con il fine di far liberare i suoi familiari, oppure che, appreso della cattura dei propri genitori e dello zio, abbia tentato di raggiungere la sua abitazione per accertarsene, cadendo in un’imboscata nazista. La versione ufficiale nella lapide cimiteriale afferma: “vilmente tradito da spie prezzolate cadde trucidato dal barbaro teutonico invasore”. Anto Zilli viene ricordato sia da una lapide a Palazzo Bo, a Padova, con gli altri studenti e docenti caduti nella Resistenza contro il nazi-fascismo, sia da una lapide presso l’Ospedale Civile di Pordenone. Inoltre gli è stata intitolata la Scuola dell’Infanzia di Fontanafredda per volontà del Comitato di Liberazione Nazionale della zona di Pordenone. Anto Zilli l’11 gennaio 1947 fu proclamato Dottore in Medicina e Chirurgia honoris causa dal rettore Egidio Meneghetti dell’Università degli Studi di Padova. |
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
23 gennaio 2023 | Via Molinari, 27 45°57′46.78″N 12°39′38.54″E45°57′46.78″N, 12°39′38.54″E (Pietra d'inciampo di Precinto Bomben) | QUI ABITAVA PRECINTO BOMBEN NATO 1918 DEPORTATO HINDENBURG ASSASSINATO 20.3.1945 | Bomben, Precinto Precinto Bomben (Pordenone, 16 ottobre 1918 - Hindenburg, 30 marzo 1945), figlio Antonio e Emilia Nocent, famiglia contadina di dieci figli tra fratelli e sorelle. Meccanico specializzato, arruolato come autiere, medaglia d'argento al valor militare. Catturato dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, internato nel campo di lavoro di Hindenburg[78]. In seguito a incidente è ricoverato nell'infermeria del campo dove muore il 30 marzo 1945. [79] | |
Corso Garibaldi, 55 45°57′40.07″N 12°39′21.19″E45°57′40.07″N, 12°39′21.19″E (Pietra d'inciampo di Anteo Pitton) | QUI ABITAVA ANTEO PITTON NATO 1926 ARRESTATO 6.8.1944 DEPORTATO BUCHENWALD TEREZIN ASSASSINATO MAGGIO 1945 | Pitton, Anteo Anteo Pitton (Pordenone, 07 novembre 1926 - Terezin, 08 maggio 1945), figlio di Giorgio e Luigia Ceschin. È arrestato il 6 Novembre 1944, diciottenne, in casa mentre la famiglia è a tavola per la cena, ad opera dei nazisti coadiuvati dai militi della RSI e tradotto nel carcere di Gorizia, dove incontra altri due pordenonesi detenuti, Agostino Brieda e Dionisio Cancian con i quali condividerà il tragico destino della deportazione nel Reich, 15 novembre 1944 destinati al campo di Buchenwald come prigioniero politico, quindi trasferito a TerezinTerezin dove muore l’8 maggio 1945.[79] | ||
Via Roma, 4 45°57′24.21″N 12°39′42″E45°57′24.21″N, 12°39′42″E (Pietra d'inciampo di Luciano Busetto) | QUI ABITAVA LUCIANO BUSETTO NATO 1923 DEPORTATO FÜLLEN ASSASSINATO 18.6.1944 | Busetto, Luciano Luciano Busetto (Pordenone, 31 luglio 1923 - Groß Fullen,[80] 18 giugno 1944), figlio di Ernesto e Anita Bagnariol; arrestato in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 è deportato nel Reich destinato al campo di Füllen,[80], dove muore il 18 giugno 1944.[79] | ||
Via Zara, 29 45°58′13.67″N 12°40′26.62″E45°58′13.67″N, 12°40′26.62″E (Pietra d'inciampo di Dionisio Cancian) | QUI ABITAVA DIONISIO CANCIAN NATO 1925 ARRESTATO 6.8.1944 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO APR.1945 | Cancian, Dionisio Dionisio Cancian (Torre di Pordenone, 4 giugno 1925 - Buchenwald, 23 aprile 1945), figlio di Giuseppe Luigi e Teresa Borean. Il 6 novembre 1944, diciannovenne, è arrestato dai tedeschi e fasscisti e tradotto al carcere di Gorizia dove conosce Agostino Brieda e Anteo Pitton, entrambi pordenovesi, che con lui condivideranno il suo tragico destino: la deportazione nel cmpo di Buchenwald immatricolato prigioniero politico, matricola 34825. Morte presunta durante il trasferimento a Terezin, 23 aprile 1945.[79] | ||
Via Baracca, 46 45°58′05.81″N 12°40′32.77″E45°58′05.81″N, 12°40′32.77″E (Pietra d'inciampo di Arturo De Gerard) | QUI ABITAVA ARTURO DE GERARD NATO 1919 DEPORTATO EISLEBEN ASSASSINATO 7.2.1944 | De Gerard, Arturo Arturo De Gerard (Torre di Pordenone, 13 dicembre 1919 - Eisleben, 07 febbraio 1944), figlio di Bartolomeo e Antonia Dalla Nora, due fratelli, uno dei quali, Elio, subirà anch'esso la deportazione ma riuscirà a tornare. Arturo, di professione fornaio è arruolato nell'Artiglieria e inviato sul fronte iugoslavo, in Croazia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 è catturato, arrestato e deportato nel Reich, internato nel Wilsleben Arbeitscommando 11/7, in Sassonia, dove muore il 7 febbraio 1944.[79] | ||
23 gennaio 2024 | Via Stradelle, 44 45°58′29.03″N 12°40′32.36″E45°58′29.03″N, 12°40′32.36″E (Pietra d'inciampo di Olivo Reposi Muzzin) | QUI ABITAVA OLIVO REPOSI MUZZIN NATO 1925 DEPORTATO 1945 FLOSSENBÜRG GROSS-ROSEN ASSASSINATO 18.2.1945 DACHAU | ||
Via Molinari,30 45°57′50.97″N 12°39′31.74″E45°57′50.97″N, 12°39′31.74″E (Pietra d'inciampo di Antonio Lionello Rossi) | QUI ABITAVA ANTONIO ROSSI NATO 1925 ARRESTATO 14.11.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 23.2.1945 | Rossi, Antonio Lionello Antonio Lionello Rossi (Pordenone, 1925 - Flossenbürg, 23 febbraio 1945)[81] | ||
Vicolo Molinari, 8 45°57′48.94″N 12°39′34.53″E45°57′48.94″N, 12°39′34.53″E (Pietra d'inciampo di Umberto Perissinotto) | QUI ABITAVA UMBERTO PERISSINOTTO NATO 1898 ARRESTATO 6.2.1945 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 14.5.1945 | |||
Via Portogruaro, 3 45°56′54.25″N 12°40′12.33″E45°56′54.25″N, 12°40′12.33″E (Pietra d'inciampo di Mario Vendrame) | QUI ABITAVA MARIO VENDRAME NATO 1925 DEPORTATO 1944 FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 9.3.1945 | |||
Via San Gregorio Bassa, 17 45°56′21.13″N 12°39′13.32″E45°56′21.13″N, 12°39′13.32″E (Pietra d'inciampo di Rodolfo Marcuz) | QUI ABITAVA RODOLFO MARCUZ NATO 1898 INTERNATO LINZ ASSASSINATO 18.4.1944 |
Prata di Pordenone
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
25 gennaio 2023 | Via Cesare Battisti, 48 45°53′32″N 12°35′35.39″E45°53′32″N, 12°35′35.39″E (Pietra d'inciampo per Angiolina Giuditta Mortara) | QUI ABITAVA ANGIOLINA GIUDITTA MORTARA NATA 1863 ARRESTATA 4.4.1944 INTERNATA RISIERA DI SAN SABBA DESTINO SCONOSCIUTO | Mortara, Angiolina Giuditta Angiolina Giuditta Mortara (Viadana 20 ottobre 1863 - ???), ebrea, suocera del farmacista di Prata, che si pensa fosse il segretario del fascio locale, ma ciò nonostante, benché sorda e cieca, è arrestata a Prata, nella sua abitazione, il 4 aprile del 1944. L'anziana signora ebrea è prelevata dalle Camicie nere e caricata su un camion, davanti agli occhi increduli di alcuni passanti. Probabilmente non giunse a nessun campo di sterminio, pare, deceduta causa età e debolezza, nel giro di poche ore, a Maron di Brugnera, in qualche luogo adibito a caserma, ma si ipotizza anche potesse essere stata internata alla Risiera di San Sabba.[79][82] | |
Via Angelo Dino De Carli 45°53′58.44″N 12°36′04.74″E45°53′58.44″N, 12°36′04.74″E (Pietra d'inciampo per Angelo Dino De Carli) | QUI ABITAVA ANGELO DINO DE CARLI NATO 1915 PARTIGIANO FUCILATO 20.1.1944 | De Carli, Angelo Dino Angelo Dino De Carli (Budoia, 29 luglio 1925 - ???), partigiano della Divisione “Garibaldi Destra Tagliamento” (nome di battaglia “Ulisse”), partecipa a diverse azioni di guerriglia e di sabotaggio nella bassa pordenonese e nella Pedemontana, occupandosi del coordinamento fra i gruppi di pianura e quelli di montagna. La sera del 21 gennaio 1945, come era solito fare quando gli era possibile, è in visita alla madre; all'uscita, i fascisti e i tedeschi che lo attendevano appostati, avvisati da un delatore a conoscenza delle abitudini del giovane partigiano, con una raffica di mitra lo falciano sulla porta di casa.[79][83] | ||
Via Friuli, 99/1 Puia-villanova 45°52′40.62″N 12°34′09.74″E45°52′40.62″N, 12°34′09.74″E (Pietra d'inciampo per Ferruccio Gava) | QUI ABITAVA FERRUCCIO GAVA NATO 1921 PARTIGIANO FUCILATO 14.1.1945 | Gava, Ferruccio Ferruccio Gava (Prata di Pordenone, 3 novembre 1921 - Pordenone, 14gennaio 1945), figlio di Domenico e Rosa Verardo, operaio, celibe, partigiano della Divisione “Garibaldi Destra Tagliamento” (nome di battaglia “Tigre”). È arrestato il 17 dicembre 1944 a Brugnera in seguito a un rastrellamento e recluso nel carcere di Pordenone. Subisce atroci e crudeli torture alla “Casermette” di Pordenone, sede dei fascisti delle Brigate Nere, ma non tradisce i compagni. È fucilato il 14 gennaio 1945 insieme agli altri otto giovani partigiani martiri per la libertà che subirono medesima sorte in quella che è ricordata come la "strage delle Casermette".[79][84] |
Sacile
A Sacile si trovano quattro pietre d'inciampo, posate tra il 2022 e 2024.[85]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
29 gennaio 2022 | Via Ettoreo, 4 45°57′22.03″N 12°30′02.98″E45°57′22.03″N, 12°30′02.98″E (Pietra d'inciampo per Gino Coltro) | QUI FU ARRESTATO GINO COLTRO NATO 1908 IN RESISTENZA FUCILATO 29.10.1944 | Coltro, Gino Gino Coltro | |
QUI LAVORAVA MARCO MENEGHINI NATO 1887 ARRESTATO FUCILATO 16.4.1945 | Meneghini, Marco Marco Meneghini | |||
Via martiri Sfriso 12/D, Stadio comunale 45°57′12.19″N 12°29′37.59″E45°57′12.19″N, 12°29′37.59″E (Pietra d'inciampo per Ermanno Sfriso) | QUI SI ALLENAVA ERMANNO SFRISO NATO 1923 CATTURATO ASSASSINATO 17.4.1945 S. GIOVANNI DI LIVENZA | Sfriso, Ermanno Ermanno Sfriso | ||
30 gennaio 2024 | Via Bandida, 97 45°58′24.83″N 12°32′54.55″E45°58′24.83″N, 12°32′54.55″E (Pietra d'inciampo per Genesio Santin) | QUI ABITAVA GENESIO SANTIN NATO 1909 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 11.12.1944 NEUENGAMME | Santin, Genesio Genesio Santin (Sacile, 15 maggio 1909 - Neuengamme, 11 dicembre 1944), contadino, partigiano, figlio di Gio Batta e di Luigia Biscontin, coniugato con Elisa Pizzinato. Partecipa alla Resistenza tra le fila della 15ª Brigata Osoppo Friuli. Arrestato è deportato nel Reich, destinazione Dachau dove è immatricolato il 5 ottobre 1944 con il n° 112942. Trasferito a Neuengamme quindi al sottocampo di Ladelund dove muore l'11 novembre 1944. È sepolto in una delle nove fosse comuni ai margini del cimitero della cittadina di Ladelund.[86]. |
Provincia di Trieste
In provincia di Trieste dal 2018 al 2024 sono posate 146 pietre d'inciampo.
Duino-Aurisina
A Duino-Aurisina sono state collocate tredici pietre d'inciampo, quattro di loro sono state collocate sui muri.[87]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
27 gennaio 2023 | Malchina 45°46′58.17″N 13°39′16.66″E45°46′58.17″N, 13°39′16.66″E (Pietre d'inciampo per Bernard Antonič) | TUKAJ JE PREBIVAL QUI ABITAVA BERNARD ANTONIČ ROJ./NATO 1924 UMORJEN/ASSASSINATO 1945 RIŽARNA/RISIERA | Antonič , Bernard Bernard Antonič, (???, 1924 - Risiera di San Sabba, 1945) | |
Medeazza 45°47′52.53″N 13°36′18.04″E45°47′52.53″N, 13°36′18.04″E (Pietre d'inciampo per Josip Ferfolja) | V MEDJEVASI JE PREBIVAL A MEDEAZZA ABITAVA JOSIP FERFOLJA ROJ./NATO 1926 UMORJEN/ASSASSINATO 7.4.1945 RIŽARNA/RISIERA | Ferfolja, Josip Josip Ferfolja, (???, 1926 - Risiera di San Sabba, 7 aprile 1945) | ||
Prepotto 45°45′46.91″N 13°41′39.12″E45°45′46.91″N, 13°41′39.12″E (Pietra d'inciampo per Maksimilijan Blažina e Ivan Kante) | V PRAPROTU JE PREBIVAL A PREPOTTO ABITAVA MAKSIMILIJAN BLAŽINA ROJ./NATO 1913 PREGNAN/DEPORTATO 1944 DACHAU UMORJEN/ASSASSINATO 14.3.1945 | Blažina, Maksimilijan Maksimilijan Blažina, (???, 1913 - Dachau, 14 marzo 1945) | ||
V PRAPROTU JE PREBIVAL A PREPOTTO ABITAVA IVAN KANTE ROJ./NATO 1889 UMORJEN/ASSASSINATO 10.1.1944 GUSEN | Kante, Ivan Ivan Kante (???, 1889 – Gusen, 10 gennaio 1944) | |||
Visogliano 45°46′41.53″N 13°38′52.63″E45°46′41.53″N, 13°38′52.63″E (Pietra d'inciampo per Ivan Furlan) | V VIŽOVLJAH JE PREBIVAL A VISOGLIANO ABITAVA IVAN FURLAN ROJ./NATO 1920 UMORJEN/ASSASSINATO 15.7.1944 RIŽARNA/RISIERA | Furlan, Ivan Ivan Furlan (???, 1920 – Risiera di San Sabba, 15 luglio 1945) | ||
Sistiana 45°46′22.66″N 13°38′21.85″E45°46′22.66″N, 13°38′21.85″E (Pietra d'inciampo per Maksimilijan Gabrovec) | TUKAJ JE PREBIVAL QUI ABITAVA MAKSIMILIJAN GABROVEC ROJ./NATO 1906 PREGNAN/DEPORTATO 1944 DACHAU UMORJEN/ASSASSINATO 28.3.1945 | Gabrovec, Maksimilijan Maksimilijan Gabrovec (???, 1893 - Dachau, 28 marzo 1945) | ||
Precenico 45°46′36.37″N 13°41′02.31″E45°46′36.37″N, 13°41′02.31″E (Pietre d'inciampo per Friderika Gruden e Rozamila Legiša) | V PREČNIKU JE PREBIVALA A PRECENICO ABITAVA FRIDERIKA GRUDEN ROJ./NATA 1918 UMORJEN/ASSASSINATA 10.3.1944 RAVENSBRÜCK | Gruden, Friderika Friderika Gruden (???, 1931 - Ravensbrück, 10 marzo 1944) | ||
V PREČNIKU JE PREBIVALA A PRECENICO ABITAVA ROZAMILA LEGIŠA ROJ./NATA 1922 UMORJEN/ASSASSINATA 17.5.1945 RIŽARNA/RISIERA | Legiša, Rozamila Rozamila Legiša (???, 1922 – Risiera di San Sabba, 18 maggio 1945) | |||
Ternova piccola 45°45′52.55″N 13°42′15.48″E45°45′52.55″N, 13°42′15.48″E (Pietre d'inciampo per Ivan Pavlina e Avgust Škrk) | V TRNOVCI JE PREBIVAL A TERNOVA ABITAVA IVAN PAVLINA ROJ./NATO 1888 PREGNAN/DEPORTATO 1944 DACHAU UMORJEN/ASSASSINATO 7.5.1944 | Pavlina, Ivan Ivan Pavlina (???, 1888 - Dachau, 7 maggio 1944) | ||
V TRNOVCI JE PREBIVAL A TERNOVA ABITAVA AVGUST ŠKRK ROJ./NATO 1912 PREGNAN/DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN UMORJEN/ASSASSINATO 1945 GUSEN | Škrk, Avgust Avgust Škrk ([???, 1912 – Gusen, 1945) | |||
Ceroglie 45°47′20.84″N 13°38′30.13″E45°47′20.84″N, 13°38′30.13″E (Pietre d'inciampo per Anton Terčon) | V CEROVLJAH JE PREBIVAL A CEROGLIE ABITAVA ANTON TERČON ROJ./NATO 1906 PREGNAN/DEPORTATO 1944 FLOSSENBÜRG UMORJEN/ASSASSINATO 1945 | Terčon, Anton Anton Terčon (???, 1906 - Flossenbürg, 1945) | ||
Aurisina 45°45′12.77″N 13°39′46.62″E45°45′12.77″N, 13°39′46.62″E (Pietre d'inciampo per Remigio Pittoritto e Edvard Kojanec) | V NABREŽINI JE PREBIVAL AD AURISINA ABITAVA REMIGIO PITTORITTO ROJ./NATO 1925 PREGNAN/DEPORTATO 1944 NEUENGAMME UMORJEN/ASSASSINATO 22.12.1944 | Pittoritto, Remigio Remigio Pittoritto (???, 1925 - Neuengamme, 22 dicembre 1944) | ||
V NABREŽINI JE PREBIVAL AD AURISINA ABITAVA EDVARD KOJANEK ROJ./NATO 1929 PREGNAN/DEPORTATO 1944 SANGERHAUSEN UMORJEN/ASSASSINATO 18.11..1944 | Kojanek, Edvard Edvard Kojanek (???, 1929 - Sachsenhausen, 18 novembre 1944) |
Muggia
A Muggia sono presenti 4 pietre d'inciampo, tutte posate il 27 gennaio 2022.[88][89]
Immagine | Scritta | Indirizzo | Biografia |
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QUI ABITAVA ALDO PETECH NATO 1924 DETENUTO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 22.11.1944 | Via Dante Alighieri, 1 | Aldo Petech di Antonio (Muggia, 20 settembre 1924 - Risiera di San Sabba, 22 novembre 1944) | |
QUI ABITAVA GIUSEPPE GABBIANO NATO 1925 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 31.12.1944 | Via Dante Alighieri, 15 | Giuseppe Gabbiano (Muggia, 5 febbraio 1925 - Dachau, 31 dicembre 1944) | |
QUI ABITAVA CARLO ROBBA NATO 1918 ARRESTATO 7.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 22.9.1944 | Via D’Annunzio, 7 | Carlo Robba (Muggia, 11 agosto 1918 - Dachau, 22 settembre 1944) era il figlio di Vittorio Robba. Padre e figlio furono arrestati e deportati insieme. | |
QUI ABITAVA VITTORIO ROBBA NATO 1879 ARRESTATO 7.5.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 14.10.1944 | Via D’Annunzio, 7 | Vittorio Robba (Muggia, 16 agosto 1879 - Dachau, 14 ottobre 1944) era il padre di Carlo Robba. |
Trieste
A Trieste sono presenti 129 pietre d'inciampo. La prima pietra d'inciampo venne collocata il 23 gennaio 2018.
Provincia di Udine
In provincia di Udine sono posate 38 pietre d'inciampo tra il 2020 e il 2024.
Campoformido
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
29 gennaio 2024 | Largo Municipio, 9 davanti Municipio 46°01′11.08″N 13°09′36.39″E46°01′11.08″N, 13°09′36.39″E (Pietre d'inciampo per Eutimio Pagani) | A CAMPOFORMIDO ABITAVA EUTIMIO PAGANI NATO 1892 ARRESTATO 1.11.1944 DEPORTATO 7.2.1945 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 9.2.1945 AMSTETTEN | Pagani, Eutimio Eutimio Pagani (Lestizza, 2 ottobre 1892 - Amstetten[90], 9 febbraio 1945), coniugato con con Anna Grion e padre di sette figli. È aresstato in casa il 1º novembre 1944 incarcerato a Udine prima della deportazione, il 7 febbraio 1945, nel Raich destinato a Mauthausen. Muore nel sottocampo di Amstetten[90] il 9 febbraio 1945: il suo corpo non è stato recuperato.[91] |
Cervignano del Friuli
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
27 gennaio 2024 | Via Roma, 66 45°49′22.35″N 13°20′18.2″E45°49′22.35″N, 13°20′18.2″E (Pietre d'inciampo per Ennio Ongaro) | QUI ABITAVA ENNIO ONGARO NATO 1926 ARRESTATO 1944 DEPORTATO BUCHENWALD ASSASSINATO | Ongaro, Ennio Ennio Ongaro (Cervignano del Friuli, 1926 - Buchenwald, ???), è prelevato davanti a casa nel settembre 1944 e trasferito a Gorizia prima della deportazione nel Raich con destinazione Buchenwald. Più nulla si saprà di lui. Morte presunta dichiarata nel 1950.[92] | |
Via Gradisca ingresso Porta Cistigna località Torat, Strassoldo 45°51′42.28″N 13°19′26.83″E45°51′42.28″N, 13°19′26.83″E (Pietre d'inciampo per Girolamo e Geraldo Bulzich) | A STRASSOLDO ABITAVA GERALDO BULZICH NATO 1887 ARRESTATO 19.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 8.12.1944 | Bulzich, Geraldo Geraldo Bulzich (Jugoslavia, 1887 - Mauthausen, 8 dicembre 1944), padre di Girolamo, nato nell'ex Jugoslavia risiede in località Torat a Strassoldo. Con l'accusa di nascondere armi dei partigiani nella stalla della sua casa, è arrestato insieme al figlio il 19 gennaio 1944 dai nazisti che gli incendiano anche la casa. Dalle carceri di Trieste dove è incarcerato è deportato nel Raich destinato a Mauthausen dove trova la morte l'8 dicembre 1944.[92] | ||
A STRASSOLDO ABITAVA GIROLAMO BULZICH NATO 1910 ARRESTATO 19.1.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 10.4.1944 EBENSEE | Bulzich, Girolamo Girolamo Bulzich (Joannis, 1910 - Ebensee, 10 aprile 1944), figlio di Geraldo ne condivide la tragica sorte. All'arresto insieme al padre segue la deportazione nel campo di Mauthausen, quindi Ebensee dove muore il 10 aprile 1944.[92] |
Marano Lagunare
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
29 gennaio 2022 | Via Sinodo, 3 45°45′49.66″N 13°09′59.37″E45°45′49.66″N, 13°09′59.37″E (Pietra d'inciampo per Marco Bianchi) | QUI ABITAVA MARCO BIANCHI NATO 1899 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 22.1.1945 | Bianchi, Marco Marco Bianchi (Marano Lagunare, 1899 - Dachau, 22 gennaio 1945), nato da una famiglia borghese di patrioti, educato agli alti valori morali e civici, dopo il diploma e la chiamata alle armi, presta servizio da Ufficiale combattendo nella Grande Guerra ricevendo una decorazione al valor militare. Inviso al fascismo per la sua malcelata avversione, partecipa col grado di Maggiore anche al secondo conflitto mondiale. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, fedele ai propri principi morali, prende parte alla Guerra_di_liberazione_italiana collaborando con le formazioni partigiane della Divisione Osoppo. È arrestato nel 1944 dalle SS trasferito nelle carceri di Via Spalato a Udine e poi alla Risiera di San Sabba. Da Trieste, infine è deportato nel Reich destinato a Dachau in qualità di deportato politico. Muore il 22 gennaio 1945 nell’infermeria del lager dopo tre giorni di agonia a causa del pestaggio da parte del kapò del campo.[93] Nel gennaio 2023 anche la città di Udine posa una pietra d'inciampo a suo ricordo davanti l'abitazione in cui visse.[94] |
Pasian di Prato
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
27 gennaio 2024 | Via Roma, 48 davanti Municipio 46°02′57.01″N 13°11′27.59″E46°02′57.01″N, 13°11′27.59″E (Pietre d'inciampo per Mauro Bramante, Egidio Cautero, Aristide Comuzzi) | A PASIAN DI PRATO ABITAVA MAURO BRAMANTE NATO 1924 ARRESTATO 28.7.1944 DEPORTATO BUCHENWALD, DACHAU LIBERATO | Bramante, Mauro Mauro Bramante (Basiliano, 9 novembre 1924 - Pasian di Prato, 20 settembre 1945), ferroviere, partigiano.[95] | |
A PASIAN DI PRATO ABITAVA EGIDIO CAUTERO NATO 1924 ARRESTATO 11.12.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 30.4.1945 DACHAU | ||||
A PASIAN DI PRATO ABITAVA ARISTIDE COMUZZI NATO 1924 ARRESTATO 12.10.1944 DEPORTATO DACHAU, BUCHENWALD ASSASSINATO 10.2.1945 NATZWEILER | Comuzzi, Aristide Aristide Comuzzi (Pasian di Prato, 25 maggio 1924 - Natzweiler, 10 febbraio 1945)[95] |
Tavagnacco
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
2 giugno 2023 | Piazza Indipendenza, 1 davanti municipio 46°06′04.54″N 13°12′55.15″E46°06′04.54″N, 13°12′55.15″E (Pietra d'inciampo per Ermanno Raspelli, Luigi Di Benedetto, Lineo Cuberli) | A TAVAGNACCO ABITAVA ERMANNO RASPELLI NATO 1895 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 7.5.1944 KEMPTEN | Raspelli, Ermanno Ermanno Raspelli (???, 1879 - Kempten, 7 maggio 1944), per sospetta attività antinazista è deportato nel Reich e destinato a Dachau. Muore nel sottocampo di Kottern-Weidach nei pressi di Kempten il 7 maggio 1944.[96] | |
A TAVAGNACCO ABITAVA LUIGI DI BENEDETTO NATO 1918 ARRESTATO 9.11.1944 DEPORTATO 1944 BUCHENWALD ASSASSINATO 18.3.1945 | Di Benedetto, Luigi Luigi Di Benedetto (???, 1918 - Dachau, 18 marzo 1945), per sospetta attività antinazista è deportato nel Reich e destinato a Buchenwald, dove muore il 18 marzo 1945.[97] | |||
A TAVAGNACCO ABITAVA LINEO CUBERLI NATO 1908 ARRESTATO 30.1.1945 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 23.4.1945 | Cuberli, Lineo Lineo Cuberli (???, 1908 - Dachau, 23 aprile 1945), per sospetta attività antinazista è deportato nel Reich e destinato a Dachau, dove muore il 23 aprile 1945.[98] |
Udine
In Udine si trovano 27 pietre d'inciampo posate tra il 2020 e il 2023.[99][100][101]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
19 gennaio 2020 | Via Veneto, 253 46°01′40.07″N 13°15′11.44″E46°01′40.07″N, 13°15′11.44″E (Pietra d'inciampo per Onelio Battisacco) | QUI ABITAVA ONELIO BATTISACCO NATO 1920 ARRESTATO 2.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 21.3.1945 | Battisacco, Onelio Onelio Battisacco (???, 1920 - Mauthausen, 21 marzo 1945) | |
Via San Martino, 28 46°03′15.51″N 13°14′29.65″E46°03′15.51″N, 13°14′29.65″E (Pietra d'inciampo per Leone Jona) | QUI ABITAVA LEONE JONA NATO 1882 ARRESTATO 9.1.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 7.9.1944 | Jona, Leone Leone Jona (???, 1882 - Auschwitz, 7 settembre 1944) | ||
Via Pozzuolo, 16 Sant'Osvaldo 46°03′08.7″N 13°13′43.75″E46°03′08.7″N, 13°13′43.75″E (Pietra d'inciampo per Luigi Basandella) | QUI ABITAVA LUIGI BASANDELLA NATO 1921 ARRESTATO 30.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN-GUSEN ASSASSINATO 25.4.1945 | Basandella, Luigi Luigi Basandella (???, 1921 - Gusen, 25 aprile 1945) | ||
Via Bologna, 27 Beivars 46°05′36.53″N 13°16′06.19″E46°05′36.53″N, 13°16′06.19″E (Pietra d'inciampo per Giuseppe Quaiattini) | QUI ABITAVA GIUSEPPE QUAIATTINI NATO 1916 ARRESTATO DEPORTATO 1944 DACHAU, SPAICHINGEN ASSASSINATO 21.1.1945 | Quaiattini, Giuseppe Giuseppe Quaiattini (???, 1916 - Spaichingen[102], 21 gennaio 1945) | ||
Via Bergamo, 11 46°05′06.28″N 13°12′12.23″E46°05′06.28″N, 13°12′12.23″E (Pietra d'inciampo per Silvio Rizzi) | QUI ABITAVA SILVIO RIZZI NATO 1926 ARRESTATO 26.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.3.1945 | Rizzi, Silvio Silvio Rizzi (???, 1926 - Mauthausen, 25 marzo 1945), nome di battaglia “Treno”, partigiano diciannovenne attivo nella Brigata Garibaldi del quartiere Rizzi di Udine. Arrestato dalle SS il 26 gennaio 1945, è deportato nel Reich destinato a Mauthausen, ove morirà due mesi dopo, il 25 marzo. Alla fine degli anni '50 Eliseo Rizzi, zio di Silvio, redige il proprio diario scritto su un quaderno di uso scolastico nel ricordo del nipote Silvio.[103] | ||
Via Girardini, 46°03′50.23″N 13°13′47.67″E46°03′50.23″N, 13°13′47.67″E (Pietra d'inciampo per Cecilia Deganutti) | QUI ABITAVA CECILIA DEGANUTTI NATA 1914 ARRESTATA 6.1.1945 INTERNATA RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATA 4.4.1945 | Deganutti, Cecilia Cecilia Deganutti (Udine, 26 ottobre 1914 - Risiera di San Sabba, 4 aprile 1945), educata al senso del dovere dalla famiglia, nel 1942 è infermiera volontaria della Croce Rossa. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, con i nomi di copertura di “Giovanna d’Arco” e “Rita” entra nelle file della Resistenza ed impiegata in azioni ad alto rischio. Non imbraccerà mai un'arma. Arrestata ed imprigionata subisce sevizie e torture, ma non rivelerà nulla dei compagni e dell'attività resistenziale. È arsa viva nel forno crematorio della Risiera il 4 aprile 1945. Partigiana medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il suo eroismo e per il suo altruismo e medaglia d'oro della Croce Rossa Italiana. | ||
Via Brenari, 14 46°03′38.18″N 13°13′54.5″E46°03′38.18″N, 13°13′54.5″E (Pietra d'inciampo per Silvano Castiglione) | QUI ABITAVA SILVANO CASTIGLIONE NATO 1923 ARRESTATO 11.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 5.5.1945 | Castiglione, Silvano Silvano Castiglione (???, 1923 - Mauthausen, 5 maggio 1945), muore il giorno stesso della liberazione del campo di sterminio. | ||
Via Cairoli, 4 46°03′54.08″N 13°14′25.88″E46°03′54.08″N, 13°14′25.88″E (Pietra d'inciampo per Luigi Cosattin) | QUI ABITAVA LUIGI COSATTINI NATO 1913 ARRESTATO 27.2.1944 DEPORTATO 1944 BUCHENWALD ASSASSINATO APR. 1945 ASCHERSLEBEN | Cosattini, Luigi Luigi Cosattini (???, 1913 - Buchenwald, aprile 1945) | ||
Via Carducci, 2 46°03′39.86″N 13°14′22.9″E46°03′39.86″N, 13°14′22.9″E (Pietra d'inciampo per Giovanni Battista Berghinz) | QUI ABITAVA GIOVANNI BATTISTA BERGHINZ NATO 1918 ARRESTATO 28.7.1944 INTERNATO RISIERA DI SAN SABBA ASSASSINATO 12.8.1944 | Berghinz, Giovanni Battista Giovanni Battista Berghinz (Montecatini Terme, 8 febbraio 1918 - Risiera di San Sabba, 12 agosto 1944), arruolatosi nel Regio Esercito è impiegato come Ufficiale nella Campagna d'Africa Orientale. Conseguito il brevetto di osservatore aereo, nel corso della Seconda Guerra Mondiale presta servizio presso diversi aeroporti anche esteri. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, entra nelle file delle formazioni partigiane della Brigata Osoppo col nome di battaglia Bami. Nel 1944 riesce a laurearsi in Giurisprudenza presso l'Università di Bologna. Nello stesso anno è catturato e imprigionato prima a Udine, quindi subisce sevizie e torture nel carcere di Trieste, ridotto in fin di vita, il 12 agosto è prelevato dalle SS e condotto alla Risiera di San Sabba dove è assassinato il giorno stesso. Sarà insignito di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. A suo nome sono intitolate: una caserma in Udine; una via a Montecatini; un'aula del Liceo Classico Jacopo Stellini di Udine; un'aula della scuola alberghiera di Montecatini. | ||
Via Savorgnana, 10 46°03′44.6″N 13°14′09.51″E46°03′44.6″N, 13°14′09.51″E (Pietra d'inciampo per Elio Morpurgo) | QUI ABITAVA ELIO MORPURGO NATO 1858 ARRESTATO 26.3.1944 MORTO MARZO 1944 DURANTE IL TRASPORTO AD AUSCHWITZ | Morpurgo, Elio Elio Morpurgo (Udine, 10 ottobre 1858 - Risiera di San Sabba, 29 marzo 1944), di famiglia ebraica, fu sindaco di Udine, Deputato del regno, Sottosegretario, Senatore. Nonostante la sua adesione al fascismo e lo status di ebreo discriminato, pur in età avanzata è arrestato e condotto alla Risiera di San Sabba quindi destinato Auschwitz, ma muore durante il trasporto in data imprecisata. Il tribunale stabilì successivamente la data di morte nel giorno del suo arresto | ||
22 aprile 2022 | Via Treppo, 4 ex sede Questura 46°03′51.59″N 13°14′22.76″E46°03′51.59″N, 13°14′22.76″E (Pietre d'inciampo per Filippo Accorinti, Alberto Babolin, Bruno Botin, Giuseppe Cascio, Mario Comini, Antonino d'Angelo, Anselmo Pisani, Mario Savino e Giuseppe Sgroi) | QUI ERA IN SERVIZIO FILIPPO ACCORINTI NATO 1916 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 20.4.1945 MAUTHAUSEN-MELK | Accorinti, Filippo Filippo Accorinti (???, 1916 - Melk, 20 aprile 1945), vice Commissario aggiunto, prende servizio presso l’ufficio di P.S. di frontiera a Tarvisio, il 27 maggio 1942. A seguito della situazione che si viene a creare dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, viene trasferito a Udine. Alle 18 del 22 luglio 1944 viene arrestato insieme al commissario aggiunto Camillo Galli e al vice commissario Mario Savino; trasferito nel carcere di via Spalato e, successivamente, col convoglio che parte dalla stazione di Udine, il 26 agosto è deportato nel Reich con destinazione Dachau, quindi Mauthausen, dove risulta presente il 14 settembre. Nel nuovo campo è destinato, dal 21 settembre 1944, al progetto Quarz, uno dei nomi di copertura dell'attività di scavo delle gallerie ideate per proteggere le fabbriche di armi dalle incursioni aeree alleate. Nel Libro dei Morti di Mauthausen, al numero 14081, all’ultima riga di pagina 1122, sono annotati il suo nome, l’ora del decesso e la causa della morte. Il certificato compilato il 27 settembre 1949 dall’Ufficio Anagrafe Speciale di Arolsen, distretto di Waldeck, attesta il decesso del vice commissario Filippo Accorinti, avvenuto il 20 aprile 1945 alle ore 2 e minuti zero. [Anna Colombi, 2022 - Pietre d'Inciampo a Udine, alla memoria dei Poliziotti morti nei campi di concentramento, Udine 2022, ISBN 9788895752389, pp. 30-31] | |
QUI ERA IN SERVIZIO ALBERTO BABOLIN NATO 1917 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 19.5.1945 MAUTHAUSEN-MELK | Babolin, Alberto Alberto Babolin (Teolo, 13 novembre 1917 - Melk, 19 maggio 1945), guardia di PS, di Vittorio ed Emilia Pelizza. Il 2 agosto 1944 è arrestato e, dopo una breve detenzione nel carcere di via Spalato, deportato con il convoglio che parte dalla stazione di Udine il 26 agosto 1944, insieme ai colleghi arrestati, tra luglio e agosto, perché sospettati di avere relazioni con le formazioni partigiane operanti nella zona. Eentra nel campo di Dachau il 29 agosto del 1944 con il numero 94466, quindi il 16 settembre trasferito a Mauthausen e successivamente è a Melk ai lavori forzati per l'operazione Quarz: uno dei nomi con cui viene indicato un progetto che consiste nello scavo di tunnel per ricoverare le linee di produzione delle fabbriche d’armi. Il certificato di morte compilato il 26 gennaio 1945 informa che il prigioniero Alberto Babolin, ha cessato di vivere il 19 gennaio 1945, alle 20 precise, a seguito di polmonite. [Anna Colombi, 2022 - Pietre d'Inciampo a Udine, alla memoria dei Poliziotti morti nei campi di concentramento, Udine 2022, ISBN 9788895752389, pp. 32-33] | |||
QUI ERA IN SERVIZIO BRUNO BODINI NATO 1909 ARRESTATO 24.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 20.2.1945 BUCHENWALD-OHRDRUF | Bodini, Bruno Bruno Bodini ((???, 1909 - Ohrdruf, 20 febbraio 1945)), Vice Brigadiere. | |||
QUI ERA IN SERVIZIO GIUSEPPE CASCIO NATO 1908 ARRESTATO 24.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 12.2.1945 MAUTHAUSEN-MELK | Cascio, Giuseppe Giuseppe Cascio (???, 1908 - Melk, 12 febbraio 1945), applicato di PS | |||
QUI ERA IN SERVIZIO MARIO COMINI NATO 1916 ARRESTATO 1944 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 15.10.1944 KOTTERN-WEIDACH | Comini, Mario Mario Comini (???, 1916 - Kottern-Weidach, 15 ottobre 1944), guardia di PS | |||
QUI ERA IN SERVIZIO ANTONINO D'ANGELO NATO 1912 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 16.4.1945 MAUTHAUSEN-MELK | d'Angelo, Antonino Antonino d'Angelo (???, 1912 - Melk, 16 aprile 1945), Commissario | |||
QUI ERA IN SERVIZIO ANSELMO PISANI NATO 1912 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 2.1.1945 MAUTHAUSEN-MELK | Pisani, Anselmo Anselmo Pisani (???, 1912 - Melk, 2 gennaio 1945), Guardia di PS | |||
QUI ERA IN SERVIZIO MARIO SAVINO NATO 1914 ARRESTATO 22.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 15.3.1945 MAUTHAUSEN-EBENSEE | Savino, Mario Mario Savino (???, 1914 – Ebensee, 15 marzo 1945), Vice Commissario | |||
QUI ERA IN SERVIZIO GIUSEPPE SGROI NATO 1910 ARRESTATO 24.7.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 16.4.1945 MAUTHAUSEN-EBENSEE | Sgroi, Giuseppe Giuseppe Sgroi (???, 1910 – Ebensee, 16 aprile 1945), Commissario | |||
28 gennaio 2023 | Via Mercatovecchio, 12 46°03′50.13″N 13°14′04.14″E46°03′50.13″N, 13°14′04.14″E (Pietra d'inciampo per Marco Bianchi) | QUI ABITAVA MARCO BIANCHI NATO 1899 ARRESTATO 2.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU ASSASSINATO 22.1.1945 | Bianchi, Marco Marco Bianchi ( Marano Lagunare, ??? 1899 - Dachau, 22 gennaio 1945), nato da una famiglia borghese di patrioti, educato agli alti valori morali e civici, dopo il diploma e la chiamata alle armi, presta servizio da Ufficiale combattendo nella Grande Guerra ricevendo una decorazione al valor militare. Inviso al fascismo per la sua malcelata avversione, partecipa col grado di Maggiore anche al secondo conflitto mondiale. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, fedele ai propri principi morali, prende parte alla Guerra_di_liberazione_italiana collaborando con le formazioni partigiane della Divisione Osoppo. È arrestato nel 1944 dalle SS trasferito nelle carceri di Via Spalato a Udine e poi alla Risiera di San Sabba. Da Trieste, infine è deportato nel Reich destinato a Dachau in qualità di deportato politico. Muore il 22 gennaio 1945 nell’infermeria del lager dopo tre giorni di agonia a causa del pestaggio da parte del kapò del campo.[93] Nel gennaio 2022 anche la città natia di Marano Lagunare posa una pietra d'inciampo a suo ricordo davanti l'abitazione in cui nacque.[104] | |
QUI ABITAVA FEDERICO DE PAULI NATO 1913 ARRESTATO 13.1.1945 DEPORTATO DACHAU ASSASSINATO 19.4.1945 | De Pauli, Federico Federico De Pauli ( ???, 1913 - Dachau, 19 aprile 1945) | |||
QUI ABITAVA CARLO CHIARUTTINI NATO 1921 ARRESTATO 10.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 17.4.1945 | Chiaruttini, Carlo Carlo Chiaruttini ( ???, 1921 - Mauthausen, 17 aprile 1945) | |||
QUI ABITAVA ANTONIO DANELUTTI NATO 1923 ARRESTATO 29.9.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 1.3.1945 | Danelutti, Antonio Antonio Danelutti ( ???, 1923 - Mauthausen, 1 marzo 1945) | |||
QUI ABITAVA GIOVAN BATTISTA PERIZ NATO 1898 ARRESTATO 14.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 3.3.1945 | Periz, Giovan Battista Giovan Battista Periz ( ???, 1898 - Mauthausen, 3 marzo 1945) | |||
QUI ABITAVA MARIO ZANUTTINI NATO 1911 ARRESTATO 27.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 2.3.1945 | Zanuttini, Mario Mario Zanuttini ( ???, 1911 - Mauthausen, 2 marzo 1945) | |||
QUI ABITAVA WALTER VIRGILI NATO 1923 ARRESTATO 30.1.1945 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 9.4.1945 GUSEN> | Virgili, Walter Walter Virgili ( ???, 1923 - Gusen, 9 aprile 1945) | |||
QUI ABITAVA GIORDANO GREMESE NATO 1913 ARRESTATO 9.8.1944 DEPORTATO 1944 DACHAU,NATZWEILER ASSASSINATO 17.4.1945 FLOSSENBÜRG | Gremese, Giordano Giordano Gremese ( ???, 1913 - Flossenbürg, 17 aprile 1945) |
Date di collocazione
Le pietre d'inciampo in questa regione sono state collocate dall'artista personalmente:
- il 20 gennaio 2016 a Gorizia (Via Garibaldi 5, Via Giuseppe Mazzini 15, Via Graziadio Isaia Ascoli 25),
- il 21 gennaio 2017 a Gorizia (Corso Italia 178),
- il 23 gennaio 2018 a Gorizia (Largo Culiat 11), Doberdò del Lago (Via Brigata Trieste, 5)
- il 28 gennaio 2019 a Ronchi dei Legionari, Doberdò del Lago (Marcottini, Via Cervi, 7; Via Roma), Gorizia (Via del Santo, 4)
- il 18 gennaio 2020 a Pordenone
- il 19 gennaio 2020 a Udine
- il 20 gennaio 2020 a Fogliano Redipuglia, Ronchi dei Legionieri e Doberdo del Lago
Note
- ^ “Pietre della memoria” per ricordare l’Olocausto, in friulionline.it, 19 gennaio 2017. URL consultato il 12 giugno 2023.
- ^ A Doberdò la posa di altre quattro pietre d’inciampo, in Il Piccolo, 23 gennaio 2022.
- ^ a b c Il Piccolo: Salgono a quattro le pietre d’inciampo a Doberdò., 27 gennaio 2019
- ^ A.N.P.I., Comitato Provinciale di Gorizia: Serie fascicoli per sonali (PDF), p. 327 di 1461
- ^ Primorski dnevnik: Tlakovec v spomin na Doberdobca., 23 gennaio 2018, con una fotografia della collocazione, con un ritratto della vittima
- ^ Prvi v spomin na Andreja Frandoliča, su noviglas.eu, 1º febbraio 2018.
- ^ A.N.P.I., Comitato Provinciale di Gorizia: Serie fascicoli per sonali (PDF), p. 475 di 1028
- ^ Ivan Bianchi, «Abbiamo riportato Arduino a casa». Redipuglia scopre due Pietre d'Inciampo, in Il Goriziano, 27 gennaio 2022.
- ^ Non fecero più ritorno: Fogliano Redipuglia posa le pietre d'inciampo con i giovani, in Il Goriziano, 27 gennaio 2023.
- ^ 78° deportazione Comunità ebraica di Gorizia - deposizione di pietre d'inciampo, su www3.comune.gorizia.it. URL consultato il 31 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2022).
- ^ A Gorizia quattro nuove pietre d'inciampo, in Il Friuli, 23 novembre 2021.
- ^ a b Marco Bisiach: Omaggio alla sorella di Michelstaedter, Il Piccolo, 22 gennaio 2018
- ^ a b c d e f Il muro del ricordo (PDF), su amicidisraelegorizia.it. URL consultato il 24 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2016).
- ^ Alphandary, Bianca, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 24 giugno 2018.
- ^ Armani Heischmann, Adolf Umberto, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 24 giugno 2018.
- ^ Armani Heischmann, Gino, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 24 giugno 2018.
- ^ a b c Alessandro Caragnano: Malvina, Irene e Adele le loro storie rivivono nelle pietre d’inciampo, Il Piccolo, 30 gennaio 2019
- ^ Weissmann, Frieda, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 25 giugno 2018.
- ^ Iacoboni, Giacomo, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 25 giugno 2018.
- ^ USC Shoah Foundation: USC Shoah Foundation Institute testimony of Giacomo Iacoboni. URL consultato il 25 giugno 2018.
- ^ Leoni, Ferruccio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 15 giugno 2018.
- ^ Valentina Princic: La triste vicenda di Anna Paola Luzzatto. URL consultato il 15 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2018)., 22 gennaio 2017, consultato il 15 ottobre 2018
- ^ Leoni, Ferruccio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 15 giugno 2018. (con un ritratto fotografico della signora anziana)
- ^ Richetti, Elisa, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 novembre 2018.
- ^ Luzzatto, Iginio, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 novembre 2018.
- ^ Luzzatto, Rina Sara, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 5 novembre 2018.
- ^ Beni culturali: La figura., consultato il 15 ottobre 2018
- ^ Luzzatto, Emma, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 15 ottobre 2018. (con un ritratto fotografico della signora anziana)
- ^ Michelstaedter, Elda, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 15 ottobre 2018. (con un ritratto fotografico della signora)
- ^ Schumann, Davide, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 23 aprile 2018.
- ^ Rechnitzer, Matilde, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 23 aprile 2018.
- ^ Giornata della Memoria 2022 (PDF), su comune.gradisca-d-isonzo.go.it.
- ^ Ivan Bianchi, Sagrado ricorda quattro deportati, «non esiste gomma per cancellare la Storia», in Il Goriziano, 27 gennaio 2022.
- ^ Nove pietre d'inciampo per non dimenticare, in iMagazine, 20 gennaio 2023.
- ^ (SL) Spomin na žrtve ne sme zbledeti!, su noviglas.eu.
- ^ Con le 10 pietre d’inciampo Ronchi ricorda per sempre, in ilpiccolo.it, 30 gennaio 2019.
- ^ Pietre d’inciampo per ricordare otto ronchesi vittime del nazismo, in ilpiccolo.it, 11 febbraio 2020. URL consultato l'8 giugno 2023.
- ^ Giornata della Memoria a Ronchi dei Legionari, in ilfriuli.it, 27 gennaio 2021. URL consultato l'8 giugno 2023.
- ^ Ronchi dei Legionari, posizionate cinque nuove pietre d'inciampo, in Il Friuli, 27 gennaio 2022.
- ^ Ronchi ricorda chi fu rastrellato dai nazifascisti, 5 nuove pietre in città, in ilgoriziano.it, 23 maggio 2023. URL consultato il 7 giugno 2023.
- ^ Testimonianze e immagini dalle Casette Pater, su voceisontina.eu. URL consultato il 9 giugno 2023.
- ^ a b Casa circondariale - Ernesto Mari, su giustizia.it. URL consultato il 9 giugno 2023.
- ^ Il Piccolo: Ronchi ricorda l'invasione dei nazisti del maggio 1944., 22 maggio 2014
- ^ Voce isontina: "Pietre d’inciampo" per non dimenticare il dramma della Shoah, consultato il 22 febbraio 2019. Mario Candotto "La nostra è stata la prima Brigata Proletaria", in "Noi Partigiani. Memoriale della Resistenza italiana" (Feltrinelli 2020)
- ^ a b Giorno della Memoria del 27 gennaio 2012 (PDF), su www1.interno.gov.it. URL consultato il 22 febbraio 2019.
- ^ Comune di Fogliano Redipuglia: LA CIVILTÀ DELLA MEMORIA E DEL RICORDO (PDF) (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016)., a cura di Egeo Petean, consultato il 22 febbraio 2019
- ^ a b c d DACHAU – MÜNCHEN-ALLACH (BMW), su deportatibrescia.it. URL consultato l'8 giugno 2023.
- ^ a b Il Piccolo: Tutti gli altri eroi silenziosi che otterranno un riconoscimento, 25 gennaio 2012
- ^ ANED: Si chiama Auschwitz, Dachau e San Sabba il prezzo pagato da Ronchi alla libertà, consultato il 22 febbraio 2019 (con un ritratto del suo fratello Mario)
- ^ Il Piccolo: È scomparso Tardivo, sopravvissuto al lager, 10 gennaio 2016
- ^ a b c Natzweiler-Struthof, su deportati.it. URL consultato l'8 giugno 2023.
- ^ Leonberg, su deportatibrescia.it. URL consultato l'8 giugno 2023.
- ^ Bevilacqua Leda, su biografieresistenti.isacem.it. URL consultato il 9 giugno 2023.
- ^ Il diario di Anna Geppert: nacque a novembre ma non conobbe mai il padre deportato nel giugno ’44, in ilpiccolo.it, 27 gennaio 2022. URL consultato il 9 giugno 2023.
- ^ Progetto pietre d'inciampo, su comune.pordenone.it. URL consultato il 26 gennaio 2024.
- ^ a b c d e Progetto pietre d'inciampo, su leomajor.edu.it.
- ^ INTERNATI MILITARI ITALIANI NELLO STALAG VI C, su pastorevito.it. URL consultato il 28 aprile 2023.
- ^ STALAG VI-A, su deportatibrescia.it. URL consultato il 28 aprile 2023.
- ^ a b Salzgitter-Watenstedt, su deportatibrescia.it. URL consultato il 28 aprile 2023.
- ^ Budoia i nostri morti nella guerra 1940-1945 (PDF), su nilopes.altervista.org. URL consultato il 10 marzo 2024.
- ^ cerimonia di posa pietra di Guido Bocus, su youtube.com. URL consultato il 10 marzo 2024.
- ^ giorno della memoria 2024, Caneva, in girofvg.com. URL consultato l'11 marzo 2024.
- ^ a b c d e Sarone di Caneva (PDF), su cspace.spaggiari.eu. URL consultato l'11 marzo 2024.
- ^ a b c Luoghi della Resistenza a Caneva, su lastoriasiamonoicaneva.blogspot.com. URL consultato il 28 marzo 2024.
- ^ Progetto Pietre d'inciampo, su icfontanafredda.edu.it. URL consultato il 30 aprile 2023.
- ^ Maniago ricorda le vittime della barbarie nazifascista, in ilfriuli.it, 24 gennaio 2022. URL consultato il 28 marzo 2024.
- ^ Comune di Maniago, pietre d'inciampo 2024, su facebook.com. URL consultato il 28 marzo 2024.
- ^ a b giorno della memoria 2024, Maniago, su facebook.com. URL consultato il 28 marzo 2024.
- ^ Pietra d'Inciampo di Guido Martin, su facebook.com. URL consultato il 30 aprile 2023.
- ^ a b Nomi e luoghi in altri cinque comuni della provincia. URL consultato il 10 marzo 2024.
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Voci correlate
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Collegamenti esterni
- (DE) Sito ufficiale dell'iniziativa, su stolpersteine.com.
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