Pabilsaĝ

Pabilsaĝ /pabilsaŋ/, era un dio mesopotamico, venerato già dai Sumeri e sposo della dea Nininsina. Il suo principale centro di culto era nella città di Larak (non ancora localizzata). Era venerato anche a Isin, sede della sua paredra Nininsina.

Venne identificato con Ninurta[1]. Nei testi cuneiformi viene detto "figlio di Enlil"[2] ed è chiamato "bufalo dalle cosce pezzate"[3] oppure "distruttore di montagne e saccheggiatore di città"[4].

La fusione di queste due immagini (bufalo+ guerriero) è forse all'origine della sua rappresentazione come un centauro. Nell'iconografia sumera, tuttavia, compare anche con ali e artigli d'aquila (in questo caso è bipede) e con una coda ritorta da scorpione. Presiede alla costellazione del Sagittario.

Note

  1. ^ Cfr. "A shir-namshub to Ninurta", in cui più volte i nomi Ninurta, Pabilsag e Ningirsu sono trattati equivalentemente.
  2. ^ ETCSL, A šir-gida to Ninisina, linea 100
  3. ^ Viaggio di Pabilsaĝ a Nibru, ETCSL, linea 3
  4. ^ A šir-namšub to Ninurta, ETCSL Ninurta G, linee 22-23

Bibliografia

  • Michael Jordan, Encyclopedia of Gods, Kyle Cathie Limited, 2002

Collegamenti esterni

  • Ancient Mesopotamian Gods and Goddesses: Pabilsag (god), su oracc.museum.upenn.edu.
  • Pabilsag's journey to Nibru, su piney.com. URL consultato il 3 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2012).
  • Testi sumeri su Pabilsag in ETCSL, su etcsl.orinst.ox.ac.uk.
  • A shir-namshub to Ninurta, su www-etcsl.orient.ox.ac.uk, Oxford University, ETCSL, 1999 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2011).
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