L'eccidio di Sabbiuno di Paderno fu l'uccisione, avvenuta il 14 e il 24 dicembre 1944, di quasi un centinaio di partigiani e prigionieri politici da parte delle forze nazifasciste a monte Sabbiuno di Paderno, collina a sud di Bologna.
Indice
1Contesto storico
1.1I rastrellamenti
2L'eccidio
2.1L'occultamento
2.2La scoperta
3Le vittime
4Indagini giudiziarie
5Commemorazione
6Note
7Bibliografia
8Voci correlate
9Collegamenti esterni
Contesto storico
Nell'agosto del 1944, dopo aver completato la liberazione dell'Italia Centrale, le truppe alleate avevano lanciato l'Operazione Olive per tentare lo sfondamento della Linea Gotica. Le forze della Resistenza presenti a Bologna, incoraggiate dai successi dell'esercito alleato, si preparavano all'insurrezione in appoggio allo sfondamento del fronte, allora ritenuto imminente. A questo scopo, fra il settembre e l'ottobre 1944, i partigiani avevano stabilito diverse basi operative in città. Il 7 novembre i tedeschi scoprirono e attaccarono una base in via del Macello (zona del Cavaticcio). Si venne ad un durissimo scontro, noto come la battaglia di Porta Lame.
Nel frattempo, a fine ottobre 1944, l'offensiva alleata si era esaurita e nell'inverno fra il 1944 e il 1945, il fronte di guerra si era stabilmente assestato lungo la Linea Gotica sull'Appennino a meno di 20 chilometri da Bologna. Con il proclama Alexander del 13 novembre 1944, il comandante in capo delle forze alleate nel Mediterraneo, il feldmaresciallo inglese Harold Alexander, richiedeva alle forze della Resistenza dell'Italia settentrionale la cessazione delle operazioni su vasta scala e l'attestarsi su posizioni difensive.[1]
La stasi dell'avanzamento alleato creò le condizioni adatte per un inasprimento della repressione da parte delle forze fasciste e naziste contro quelle della Resistenza. Nei mesi a seguire, le forze nazifasciste - avvalendosi di spie infiltrate, confessioni estratte sotto tortura e prigionieri usati come esche - procedettero all'uccisione dei partigiani identificati e all'attacco delle basi della Resistenza in città, che culminarono in violenti scontri, fra cui spicca la battaglia della Bolognina del 15 novembre 1944.[2] I partigiani superstiti si videro così costretti ad uscire dalla città e tornare nelle sedi operative della campagna.[3]
Oltre 200 persone, ma pare addirittura di più,[4] furono dapprima concentrate nelle scuole, nei cinema, nelle caserme e nelle carceri locali, dove vennero sottoposte a interrogatori e non di rado a sevizie da parte delle SS tedesche.[2] Successivamente vennero trasferiti nel carcere di San Giovanni in Monte, dove si trovavano già centinaia di detenuti. Altri ancora si aggiunsero nei giorni successivi.[4] Alcuni rastrellati vennero rilasciati, mentre gli altri prigionieri, ammassati nelle celle sovraffollate e malsane del carcere, vennero sottoposti a ulteriori interrogatori e torture.[3]
L'eccidio
Il 14 dicembre 1944 un primo gruppo di prigionieri, comprendente partigiani la cui identità ed attività erano certi, venne prelevato dal carcere e condotto a Sabbiuno di Paderno, collina a sud della città. Qui vennero uccisi in massa a colpi di fucile. Le esecuzioni furono probabilmente affidate alle SS italiane e alle Brigate Nere.[2] Alcuni corpi rotolarono lungo i fianchi della collina verso il Reno.
Un terzo gruppo di prigionieri fu prelevato dal carcere di San Giovanni in Monte il 23 dicembre e ucciso a Sabbiuno con le stesse modalità del primo gruppo.
Si stima che furono almeno 58 le persone uccise, ma - date le difficoltà nell'identificare i corpi - non è da escludere che siano avvenute ulteriori fucilazioni anche nei giorni successivi. Nelle esecuzioni vennero fucilate anche persone che non erano direttamente legate alla Resistenza, come il commerciante ebreo Leo Kocker, catturato a Castelfranco Emilia.[2][4]
L'occultamento
Fino all'autunno 1944 le fucilazioni di massa di oppositori politici, perpetrate per mano delle Brigate Nere e della Guardia Nazionale Repubblicana, venivano spesso pubblicizzate a scopo intimidatorio attraverso manifesti e pubblicazione sul giornale locale Il Resto del Carlino. Fra l'ottobre e il dicembre 1944, invece, si inaugurò a Bologna e in Romagna una stagione caratterizzata da "eccidi occultati", perpetrati in segreto dall'Außenkommando Bologna del SiPo-SD con specifica volontà di eliminazione e occultamento delle vittime.[5][6]
L'eccidio di Sabbiuno si colloca all'inizio di questa stagione di eccidi occultati: se una lista incompleta di nomi dei fucilati nella prima esecuzione del 14 dicembre 1944 apparve sui muri di Bologna (ma non sui quotidiani), la seconda esecuzione del 23 dicembre non fu invece oggetto di alcuna comunicazione, così come da lì in avanti verranno perpetrate in segreto tutte le esecuzioni avvenute a partire dal 10 febbraio 1945 nei pressi della piccola stazione di San Ruffillo.[6]
La scoperta
L'eccidio rimase pressoché sconosciuto per diversi mesi, quando si iniziarono a rinvenire i corpi delle vittime, fucilate e gettate al di sotto del calanco.
In un primo tempo furono identificate 47 salme mentre 8 rimasero senza nome.[2] Successivamente furono rinvenute altre salme isolate nei dintorni, il che suggerisce che le fucilazioni siano proseguite anche dopo dicembre.[3]
Le vittime
La precisa identificazione del numero e dell'identità delle vittime dell'eccidio è resa difficile dalle contraddizioni presenti nelle poche fonti disponibili, nonché dalla difficoltà nell'individuare e identificare le salme. Segue la lista delle vittime registrate alla Certosa di Bologna come provenienti da Sabbiuno o registrate come tali all'anagrafe del Comune di Bologna e di quelle desunte dal registro dei carcerati della Casa circondariale di Bologna.[7][8][9]
Nato a Sant'Agata Bolognese (BO) il 16 maggio 1924. Manovale. Attivo nel battaglione Marzocchi della 63ª Brigata Garibaldi "Bolero".
Alberti
Gino
24
14 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 3 novembre 1920. Bracciante. Attivo nel battaglione Marzocchi della 63ª Brigata Garibaldi "Bolero". Rastrellato il 5 dicembre 1944 insieme al padre Riccardo.
Baiesi
Augusto
43
14 dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 25 febbraio 1901. Muratore. Militò nella 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi.
Bagnoli
Felice
43
14 dicembre 1944
Nato a San Lazzaro di Savena (BO) il 10 luglio 1891. Arrestato il 1º dicembre 1944 per motivi ignoti.
Bandiera
Goffredo
27
23 dicembre 1944
Nato a Bentivoglio il 25 luglio 1917. Secondo la polizia fascista, fu informatore della 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi.
Benati
Efrem
Gianni
18
23 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 23 gennaio 1926. Studente. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi.
Bisi
Ernesto
31
14 dicembre 1944
Nato a Bologna il 6 maggio 1913. Ferroviere. Arrestato il 15 novembre 1944 per motivi ignoti.
Bonasoni
Ivo
17
23 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 5 febbraio 1927. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero".
Bonfiglioli
Nino
19
14 dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 13 ottobre 1925. Calzolaio. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi.
Bongiovanni
Valerio
18
14 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 23 novembre 1926. Colono. Attivo nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero". Durante il rastrellamento, fu appeso ad un albero con il capo all'in giù e percosso con la canna di un fucile.
Bova Conti
Francesco
27
14 dicembre 1944
Nato a Termini Imerese (PA) il 4 settembre 1917. Militò nella 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi.
Brenti
Luigi
Pagella
24
14 dicembre 1944
Nato a San Pietro in Casale (BO) il 20 giugno 1920. Operaio. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi.
Bussolari
Emilio
Tonino
29
14 dicembre 1944
Nato a Bologna il 24 maggio 1915. Bidello. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi con funzioni di commissario politico.
Casarini
Sergio
Tobia
18
24 dicembre 1944
Nato a Castello di Serravalle (BO) il 15 agosto 1926. Operaio. Fu attivo nella 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi.
Nato a Crevalcore (BO) il 31 gennaio 1910. Colono. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero". Rastrellato il 5 dicembre 1944, unitamente al fratello Mario.
Corazza
Bruno
Bandiera
21
23 dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 29 giugno 1923. Mezzadro. Attivo nella 63ª brigata Garibaldi "Bolero" fu comandante del battaglione Armaroli.
Cotti
Gherardo
22
14 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 9 dicembre 1922. Colono. Attivo nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero".
Cotti
Mario
19
23 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 7 aprile 1925. Attivo nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero".
Cristofori
Aroldo
Vento
18
24 dicembre 1944
Nato a Cento (FE) il 6 marzo 1926. Elettricista. Col fratello Francesco entrò nella squadra Temporale della 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi. Partecipò alla battaglia di porta Lame. Prima dell'esecuzione fu torturato.
Dall'Olio
Gaetano
44
23 dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 10 giugno 1900. Colono. Militò nella 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi. Venne arrestato dai tedeschi il 12 dicembre 1944 insieme ai fratelli Cesare ed Enrico.
Nato a Porretta Terme (BO) il 24 marzo 1925. Operaio tornitore. Militò nella 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi con funzione di comandante di compagnia. Partecipò a varie azioni a Bologna, tra cui la liberazione dei detenuti politici dal carcere di San Giovanni in Monte del 9 agosto 1944, l'assalto della sede del comando tedesco all'Hotel Baglioni e l'assalto della polveriera di Villa Contri. Catturato dai tedeschi, fu a lungo interrogato e torturato. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
Fantini
Adolfo
Moretto
16
14 dicembre 1944
Nato a Bologna il 27 dicembre 1927. Operaio. Fece parte del gruppo di otto partigiani che costituirono la squadra Temporale della 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi. Partecipò a tutte le azioni di sabotaggio organizzate dalla squadra e prese parte alla battaglia di Porta Lame. Entrò poi nella 63ª brigata Garibaldi "Bolero". Catturato e imprigionato nel carcere di San Giovanni in Monte a Bologna, subì torture e sevizie senza però rivelare informazioni compromettenti per i compagni.
Ferrari
Mario
Braccio
17
14 dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 20 gennaio 1927. Operaio. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi. Fucilato a Sabbiuno assieme al fratello Renato.
Ferrari
Renato
16
24 dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 16 settembre 1928. Operaio. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi. Fucilato a Sabbiuno assieme al fratello Mario.
Fiorini
Vincenzo
39
23 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) l'11 ottobre 1905. Birocciaio. Militante comunista, reclutò formazioni partigiane nell'area di Amola. Catturato e più volte torturato, non fornì alcuna indicazione alle forze nazifasciste.
Forni
Guido
19
23 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 14 maggio 1925. Ferroviere. Attivo nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero". Venne catturato insieme con la sorella Berta e il fratello Guerrino in un rastrellamento nella notte tra il 4 e il 5 dicembre 1944.
Fossi
Ermes
Aquilone
19
15 dicembre 1944
Nato a Pianoro (BO) il 10 febbraio 1925. Commesso. Militò nella brigata Stella rossa "Lupo" e, successivamente, nella squadra Temporale della 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi.
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 26 marzo 1924. Meccanico. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero". Incarcerato a San Giovanni in Monte a Bologna, fu interrogato e torturato prima di essere fucilato.
Gandolfi
Giovanni
20
24 dicembre 1944
Nato a Monteveglio (BO) il 20 marzo 1924. Operaio. Prestò servizio militare nei bersaglieri. Militò nella 63ª brigata Garibaldi "Bolero" e nella 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi.
Gazzani
Danilo
Piccolo
18
14 dicembre 1944
Nato a Castelforte (MN) il 26 marzo 1926. Ferroviere. Militò nella 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi. Prese parte alla battaglia di porta Lame. Catturato dai tedeschi con Augusto Baiesi e Cleto Guermandi a seguito di un combattimento, nella notte del 3 dicembre 1944.
Gelati
Renato
Fornaio
18
14 dicembre 1944
Nato a Castel di Casio (BO) il 5 dicembre 1926. Militò nella 7ª brigata GAP "Gianni" Garibaldi. Catturato nel corso della battaglia della Bolognina il 15 novembre 1944.
Nato a Castel Maggiore (BO) il 13 novembre 1884. Colono. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi.
Manfredi
Alcide
20
23 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 4 novembre 1924. Operaio tornitore. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero" con funzione di caposquadra.
Manfredi
Olver
18
23 dicembre 1944
Nato a Ravarino (MO) il 30 gennaio 1926. Ferroviere. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero" con funzione di comandante di compagnia.
Martinelli
Armando
18
14 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 27 gennaio 1926. Fattorino del telegrafo. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero" con funzione di capo di nucleo.
Martinelli
Giuseppe
46
15 dicembre 1944
Nato a Sant'Agata Bolognese (BO) il 18 febbraio 1898. Fattorino postale e capolega dei braccianti a San Giovanni in Persiceto. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero".
Muratori
Rando
18
14 dicembre 1944
Nato a Sant'Agata Bolognese (BO) il 22 luglio 1926. Bracciante. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero".
Nadalini
Dario
Paolo
33
23 dicembre 1944
Nato a Castelfranco Emilia (BO) il 27 novembre 1911. Affittuario. Iscritto al PCI. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero" con funzione di commissario politico. Fu catturato a causa di una spiata unitamente al patrigno Evaristo Nadalini, alla madre, alla moglie Rina Ramponi, ai fratellastri Bruno e Clara Nadalini e a Italo Bosi.
Nanni
Augusto
31
14 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 17 febbraio 1913. Fornaio. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero" con funzione di vice commissario politico di battaglione.
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 15 maggio 1926. Fabbro. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero". Assieme a Fortunato Delicato si occupò del sabotaggio dei mezzi tedeschi. Catturato dai tedeschi insieme al fratello Luciano il 5 dicembre 1944.
Serra
Luciano
22
14 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 7 febbraio 1922. Barbiere. Fece parte del primo gruppo dei renitenti alla leva che nella zona di Amola costituì il primo nucleo resistenziale. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero" con funzione di commissario politico. Catturato dai tedeschi insieme al fratello Dante il 5 dicembre 1944.
Stoppazzini
Cesare
Cesarino
31
14 dicembre 1944
Nato a Crespellano (BO) il 16 marzo 1913. Meccanico artigiano. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi. Venne arrestato assieme ad altri compagni, dietro delazione del fascista infiltrato Ugo Lambertini, il 5 dicembre 1944.
Strazzari
Anselmo
28
14 dicembre 1944
Nato a Budrio (BO) 16 dicembre 1916. Coltivatore diretto. Militò nel battaglione Pasquali della 4ª brigata Garibaldi "Venturoli". Venne rastrellato il 28 novembre 1944 con numerose altre persone, tra le quali il fratello Luciano.
Nato a Finale Emilia (MO) il 19 maggio 1903. Operaio metallurgico. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero". Venne rastrellato dai tedeschi il 5 dicembre 1944 assieme al figlio Dino.
Toselli
Dino
17
14 dicembre 1944
Nato a San Giovanni in Persiceto (BO) il 12 maggio 1927. Operaio tornitore. Militò nel battaglione Marzocchi della 63ª brigata Garibaldi "Bolero". Venne rastrellato dai tedeschi il 5 dicembre 1944 assieme al padre Aldo.
Turrini
Pierino
Ivan
22
dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 2 agosto 1922. Operaio tornitore. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi.
Vanti
Ettore
20
16 dicembre 1944
Nato a Granarolo (BO) il 6 marzo 1924. Operaio. Militò nel battaglione Pasquali della 4ª brigata Garibaldi "Venturoli".
Zambelli
Elio
Aldo
21
23 dicembre 1944
Nato a Castelfranco Emilia (BO) il 23 giugno 1923. Attivo nella 63ª brigata Garibaldi "Bolero".
Zanetti
Aldo
26
dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 27 aprile 1919. Sarto. Fece parte del primo gruppo di antifascisti che organizzò la Resistenza ad Anzola Emilia. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi e nella 63ª brigata Garibaldi "Bolero" con funzione di caponucleo.
Zucchini
Umberto
23
23 dicembre 1944
Nato ad Anzola Emilia (BO) il 22 marzo 1921. Falegname. Militò nel battaglione Tarzan della 7ª GAP "Gianni" Garibaldi. Prese parte alla battaglia di porta Lame e restò ferito.
Indagini giudiziarie
Le responsabilità dell'eccidio non vennero mai chiaramente appurate e assai pochi furono i procedimenti giudiziari al riguardo. A conclusione del conflitto, vennero rinviati a giudizio per responsabilità nell'eccidio Bruno Monti, all'epoca dei fatti tenente della GNR addetto all'Ufficio Politico Investigativo (UPI) dell'Ispettorato Provinciale e poi Regionale; e Agostino Fortunati, giudice del tribunale provinciale straordinario fascista, capo dell'ufficio politico del Partito Fascista Repubblicano di Bologna, ufficiale superiore della polizia ausiliaria e capo dell'ufficio politico della Questura di Bologna.
Bruno Monti fu accusato di aver coadiuvato nel dicembre 1944 il comando SS di Bologna nella scelta di 35 prigionieri tra i detenuti politici incarcerati a San Giovanni in Monte destinati in parte alla deportazione, in parte fucilati il 14 dicembre 1944 a Sabbiuno di Paderno. La Corte d'appello penale di Bologna lo ritenne responsabile degli arresti e lo condannò a morte mediante fucilazione. La Cassazione, con sentenza del 31 maggio 1946 annullò la sentenza, rinviando la causa alla Sezione Speciale della Corte d'assise di Modena, che con sentenza del 12 marzo 1947 commutò la pena di morte in ergastolo. Il reato fu poi dichiarato estinto per amnistia.[11]
Agostino Fortunati fu accusato e confessò l'arresto nel novembre 1944 del partigiano Aroldo Cristofori e di averlo consegnato al Comando SS tedesco. La Corte d'appello penale di Bologna lo riconobbe colpevole di questo ed altri reati e lo condannò a morte mediante fucilazione. La Cassazione, con sentenza del 29 gennaio 1947, annullò la sentenza di condanna e rinviò alla Sezione Speciale della Corte d'Assise di Modena.[11] Il reato fu poi dichiarato estinto per amnistia.
Commemorazione
Nel 1946, in accordo tra diversi Comuni del bolognese, venne istituito il Comitato per le onoranze ai Caduti di Sabbiuno, incaricato di mantenere vivo il ricordo dell'eccidio e di occuparsi della gestione del cippo funerario posto a commemorazione delle vittime.[12]
Sul luogo dell'eccidio è stato realizzato nel 1974 un monumento memoriale, presso il quale si tiene ogni anno una commemorazione ufficiale in memoria dei caduti.[13] A fianco del monumento, in un edificio rurale ristrutturato, si trova uno spazio dedicato a una mostra fotografica e ad attività didattiche sulla memoria.[14]
Note
^ Roberto Battaglia, Storia della resistenza italiana, 8 settembre 1943-25 aprile 1945, su books.google.it, Giulio Einaudi, 1964, p. 433. URL consultato il 15 gennaio 2021.
^abcdef Alberto Preti, Sabbiuno di Paderno. Dicembre 1944 (PDF), Bologna, University Press Bologna, 1994.
^abcdIl Monumento di Sabbiuno - Storia, su iperbole.bologna.it. URL consultato il 26 marzo 2021.
^abcEccidio di Sabbiuno del Monte di Paderno (Bologna), su storiaememoriadibologna.it. URL consultato il 26 marzo 2021.
^ Andrea Ferrari e Paolo Nannetti, Le fucilazioni in massa di detenuti politici a Bologna negli ultimi mesi di occupazione tedesca, su storiedimenticate.wordpress.com, 22 gennaio 2013. URL consultato il 21 febbraio 2016.
^abLe fucilazioni, su Ci portano via. Da Bologna ai lager del terzo Reich. URL consultato il 25 febbraio 2016.
^Il Monumento di Sabbiuno - Biografie dei caduti, su iperbole.bologna.it. URL consultato l'8 dicembre 2020.
^Le fucilazioni a Sabbiuno di Paderno, su Ci portano via. Da Bologna ai lager del Terzo Reich. URL consultato l'8 dicembre 2020.
^Eccidio di Sabbiuno del Monte di Paderno (Bologna), su storiaememoriadibologna.it. URL consultato il 15 gennaio 2021.
^Alcune fonti indicano come data di morte il 14 novembre. Si tratta di un evidente errore di trascrizione, come spiegato in PIAZZI ADELMO, su Ci portano via. Da Bologna ai lager del Terzo Reich. URL consultato il 15 gennaio 2021.
^ab Toni Rovatti, Scheda: SABBIUNO DI PADERNO, BOLOGNA, 23.12.1944, su Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, 11 maggio 2017. URL consultato il 14 febbraio 2021.
^Comitato per le onoranze ai Caduti di Sabbiuno, su cittadegliarchivi.it. URL consultato il 24 febbraio 2022.
^Il Monumento di Monte Sabbiuno - Archivio Commemorazioni, su iperbole.bologna.it. URL consultato il 24 febbraio 2022.
^Memoriale di Sabbiuno, su storiaememoriadibologna.it. URL consultato il 24 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2022).
Bibliografia
Comune di Bologna, Quartiere Colli, Monumento ai 100 partigiani che furono fucilati a Sabbiuno nei giorni dal 14 al 23 dic. 1944, Bologna, Poligrafici L. Parma, 1975.
Alberto Preti, Sabbiuno di Paderno. Dicembre 1944, Bologna, University Press Bologna, 1994.
Alberto Preti, Sabbiuno, dicembre 1944 i rastrellamenti, gli arresti, le fucilazioni, in I Quaderni di Resistenza oggi, vol. 5 di Resistenza oggi (supplemento), 2004.
Andrea Ferrari e Paolo Nannetti, Per una storia degli eccidi di San Giovanni in Monte. Le fucilazioni di massa di detenuti politici a Bologna negli ultimi mesi di occupazione tedesca, in Resistenza oggi, n. 4, 2003.
Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia: 1943-1945, Torino, Einaudi, 2015.