Diego Fabbri
Diego Fabbri (Forlì, 2 luglio 1911 – Riccione, 14 agosto 1980) è stato un drammaturgo, sceneggiatore, saggista e giornalista italiano.
Biografia
Frequentò l'oratorio di don Giuseppe Prati, conosciuto come don Pippo, che gli trasmise la passione per il teatro. Scrisse le sue prime composizioni, tra il 1931 e il 1935, per il teatro della parrocchia di San Luigi di Forlì.
La sua prima opera, I fiori del dolore (1931), fu dedicata espressamente: «A don Pippo, che per primo mi insegnò come fecondare di dolore le aiuole dei fiori». Nello stesso anno il regime decise la chiusura dei circoli cattolici. La scelta di campo di Fabbri fu netta: non si iscrisse ai Gruppi universitari fascisti (GUF). Nel 1936 si laureò in Economia e commercio all'Università di Bologna affrontando la discussione in camicia bianca, anziché quella nera.[1] Nel 1937 si sposò con Giuliana Facciani (da cui ebbe sette figli), nel 1939 si trasferì a Roma; lavorò nella casa editrice Ave dell'Azione cattolica, nella quale proseguì la sua carriera artistica.
Nella capitale gli impegni furono molti:
- nel 1945 fu cofondatore, insieme a Ugo Betti, Sem Benelli, Massimo Bontempelli ed altri autori teatrali, del Sindacato Nazionale Autori Drammatici (SNAD), con l'intento di salvaguardare il lavoro dei drammaturghi e degli scrittori teatrali;
- fu segretario del Centro cinematografico cattolico, di cui tenne anche la presidenza fino al 1950;
- nel 1952 diventa uno dei due direttori (l'altro è Turi Vasile) di Film Costellazione, la società cinematografica cattolica voluta proprio quell'anno da Giulio Andreotti in seguito ad "uno spunto" del Papa Pio XII e presieduta da Mario Melloni.[2]
- svolse la professione di giornalista: dal 1948 fu condirettore della Fiera letteraria (allora diretta dal poeta Vincenzo Cardarelli), quindi direttore fino al 1967. Diresse inoltre Il dramma (dal 1977);
- collaborò alla sceneggiatura di oltre 40 film, alcuni di grandi registi come Vittorio De Sica, Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Roberto Rossellini, Luigi Zampa e Michelangelo Antonioni;
- per la radio e la televisione curò l'adattamento di drammi e romanzi, dando vita a fortunati sceneggiati, diretti da registi famosi, come Sandro Bolchi.
Ma la sua vera vocazione era per il teatro. Nel corso della sua carriera scrisse quasi cinquanta drammi, rappresentati, tra l'altro, in prestigiosi teatri come il Quirino, l'Eliseo ed il Teatro delle Arti e interpretati da grandi attori come Giorgio Albertazzi, Rossella Falk, Enrico Maria Salerno, Tino Buazzelli, Giancarlo Sbragia.
Nel 1946 scrisse Inquisizione, che nel 1950 venne rappresentato con successo a Milano e che l'autore portò alla ribalta anche a Parigi, dove si trasferì nel 1952 per un breve periodo di tempo.
Nel 1955 al Piccolo Teatro di Milano rappresentò Processo a Gesù, considerato uno dei suoi capolavori, per la regia di Orazio Costa, che in seguito dirigerà la messa in scena di altri suoi lavori. Cattolico praticante, espresse grande rammarico quando il suo dramma venne denunciato al Sant'Uffizio per «offesa alla religione e istigazione all'odio sociale»[3].
Nel 1959 sceneggiò, insieme a Indro Montanelli, Roberto Rossellini e Sergio Amidei il lungometraggio Il generale Della Rovere, per il quale ottenne la nomination all'Oscar alla migliore sceneggiatura originale nel 1962. Nel 1960 assunse la gestione e la direzione artistica del Teatro della Cometa di Roma, dove allestì parte dei suoi drammi. Nel maggio 1962 aderì al convegno internazionale "Incontro romano della cultura" su «I Valori ideali del mondo latino nella lotta fra tradizione e modernità», organizzato dal Centro di Vita Italiana, di Nicola Francesco Cimmino e Ernesto De Marzio, al Teatro dei Servi di Roma.[4] Nel 1970 venne eletto presidente dell'Ente Teatrale Italiano.
Morì a Riccione il 14 agosto 1980.
A Diego Fabbri sono intitolati: il principale teatro di Forlì e il Centro Diego Fabbri, un'istituzione culturale sul teatro e i linguaggi dello spettacolo. Il suo archivio privato è custodito presso la Biblioteca comunale Aurelio Saffi di Forlì.
Poetica
Nel 1965 pubblicò un articolo[5] in cui enunciò la sua concezione di arte, che era agli antipodi della concezione marxista di "arte politica" e criticava il processo, già in atto, per il quale gli intellettuali erano diventati degli strumenti in mano alle forze politiche:
«Con una massiccia operazione di politica culturale, è stato imposto il teatro marxista di Brecht, ai danni di quello, di tanto più grande, di Pirandello, ostracizzato sbrigativamente come "individualismo borghese". (…) Un piano di persuasione attraverso Brecht e il brechtismo si è svolto incontrastato in Italia attraverso una serie ininterrotta di spettacoli reclamizzati in modo imponente, artisticamente ineccepibili, scenicamente suggestivi e intimidatori, grazie all'aiuto concreto e, almeno dopo qualche tempo, consapevole dello Stato che pur marxista non era e, almeno a parole, non voleva essere. (…) Le voci spiritualmente più importanti, personali e ascoltate dal pubblico erano state gradualmente messe in silenzio o relegate ai margini della vita teatrale ufficiale.»
Fabbri non aveva difficoltà a riconoscere all'arte una valenza sociale, ma non le attribuiva anche una dimensione politica. Egli si ricollegava, infatti, alla tradizione europea dell'interiorità, risalente a Platone, per cui l'uomo è irriducibile al politico:
«L'arte è per sua natura sociale. Si scrive, si dipinge, si scolpisce per gli altri, pur esprimendo l'essenza più profonda di sé. Però, proprio perché sento l'arte come un fatto sociale, auspico che l'artista sia "apolitico" nel senso di sentirsi svincolato dai singoli partiti, di sentirsi invece posto al servizio dell'uomo, che è, sì, anche un animale politico, ma non soltanto politico. Direi che l'eccellenza dell'uomo risiede proprio in ciò che di meno politico è in lui, cioè in quel tanto di assoluto, in quella fiammella di eterno che si sente dentro. Credo che l'artista debba operare per svegliare e dilatare questa scintilla di assoluto che è in tutti, e che ci fa veramente uomini»
(Il Tempo, 18 aprile 1959.)
Opere teatrali
Secondo Gianfranco Morra[6], la produzione di Fabbri può essere suddivisa in quattro tipologie:
- Drammi morali: Inquisizione, Rancore, Delirio, Figli d'arte, Ritratto d'ignoto.
- Drammi religiosi: Processo a Gesù, Veglia d'armi, Il confidente, L'avvenimento.
- Drammi della coscienza: La libreria del sole, Processo di famiglia, Delirio.
- Commedie: La bugiarda, Lo scoiattolo, Lascio alle mie donne, Non è per scherzo che ti ho amato.
Elenco completo:
- I fiori del dolore (1931)
- Ritorno (1933)
- Il viandante dagli occhi turchini (1934)
- I loro peccati (1935)
- Il fanciullo sconosciuto (1936)
- Il nodo (1936)
- Miraggi (1937)
- Ricordo (1937)
- Rifiorirà la terra (1937)
- Gli assenti (1938)
- Orbite (1939-40)
- Divertimento (1940)
- Paludi (1940)
- Il prato (1940)
- La libreria del sole (1942)
- Inquisizione (1946)
- Rancore (1948)
- Contemplazione (1949)
- Trio (1949)
- Il seduttore (1951)
- I testimoni (1951)
- Processo di famiglia (1953)
- La bugiarda (1953-54)
- Processo a Gesù (1952-54)
- Veglia d’armi (1956)
- Delirio (1957)
- I demoni (1947-57)
- Figli d'arte (1956)[7]
- Processo Karamazov o la leggenda del Grande Inquisitore (1957-60)
- Ritratto d'ignoto (1961)
- Lo scoiattolo (1961)
- A tavola non si parla d'amore (1962)
- Il confidente (1964)[8]
- La leggenda del ritorno (1966)
- L'avvenimento (1966-67)[9]
- L'avventuriero (1968)
- Lascio alle mie donne (1969)
- Non è per scherzo che ti ho amato (1971)
- Il cedro del Libano (1972)
- Il vizio assurdo (1974, sul suicidio di Cesare Pavese)
- Il commedione (1978)
- Incontro al parco delle terme (1978)
- L'hai mai vista in scena? (1978)
- Al Dio ignoto (1980, l'ultima opera, mandata in scena poche settimane prima della morte)
Sceneggiature
Elenco parziale:
Per il cinema
- La porta del cielo (1944), di Vittorio De Sica
- Il sole di Montecassino (1945), di Giuseppe Maria Scotese
- Un giorno nella vita (1946), di Alessandro Blasetti
- Daniele Cortis, regia di Mario Soldati (1947)
- Fabiola (1949), di Alessandro Blasetti
- È più facile che un cammello... (1950), di Luigi Zampa
- Peppino e Violetta (1950), di Maurice Cloche
- Clandestino a Trieste (1951), di Guido Salvini
- Verginità (1951), di Leonardo De Mitri
- Processo alla città (1952), di Luigi Zampa
- Il mondo le condanna (1953), di Gianni Franciolini
- I vinti (1953), di Michelangelo Antonioni
- La passeggiata (1953), di Renato Rascel
- Mio figlio Nerone (1956), di Steno
- La diga sul Pacifico (1957), di René Clément
- Totò e Marcellino (1958) di Antonio Musu
- Il generale Della Rovere (1959), di Roberto Rossellini
- Era notte a Roma (1960), di Roberto Rossellini
- Viva l'Italia (1961), di Roberto Rossellini
- Vanina Vanini (1961), di Roberto Rossellini
- Le sette folgori di Assur (1962), di Silvio Amadio
- Esame di guida (1963), di Denys de La Patellière
- La scelta di Davy (1963), di André Michel
- Il magnifico cornuto (1964), di Antonio Pietrangeli
- Marcia nuziale (1965), di Marco Ferreri
- Il viaggio (1974), di Vittorio De Sica
- Da un paese lontano (1981), di Krzysztof Zanussi
Per la televisione
- Vita di Michelangelo (1964)
- Le inchieste del commissario Maigret (1964-1972) (con Romildo Craveri)
- Inquisizione regia Ottavio Spadaro
- I fratelli Karamàzov (1969)
- Il segreto di Luca (1969)
- Il sospetto (1972)
- I demoni, regia di Sandro Bolchi (1972)
- Un certo Marconi, regia di Sandro Bolchi (1974)
- Rosso veneziano, regia di Marco Leto (1976)
Saggi
- Cristo tradito (1949)
- Ambiguità cristiana (1954)
Onorificenze e riconoscimenti
Nel 1961 Diego Fabbri vinse il Premio Marzotto per il teatro.
Nel 1977 l'Accademia dei Lincei gli conferì il Premio Feltrinelli per il teatro.[11]
Note
- ^ Franzo Zaghini in Personaggi della vita pubblica di Forlì e del circondario, vol. 1, Urbino, Edizioni Quattroventi, 1996, pp. 363-364.
- ^ Alberto Mazzuca, Penne al vetriolo. I grandi giornalisti raccontano la Prima Repubblica, Bologna, Minerva, 2017, pp. 130-131.
- ^ Non era la prima volta che una sua opera era additata come "antisociale": già nel 1940 il Ministero della cultura popolare fascista aveva vietato il suo dramma Paludi, definito «precoce pessimismo».
- ^ Incontro romano della cultura: Roma 11-14 Maggio 1962, Roma, Lintotypia-Tipografia Dario Detti, 1962.
- ^ Da Brecht a Pirandello, ne Il Resto del Carlino, 26 marzo 1965.
- ^ Diego Fabbri, in Sguardi sulla Romagna, 2009, pp. 337-351.
- ^ Enzo Maurri, Un teatro nel teatro, in Radiocorriere TV, anno 44, n. 49, ERI, 1967, p. 71.
- ^ Debuttò al Teatro La Fenice per la Biennale di Venezia per la regia di Giorgio De Lullo, le scene di Pier Luigi Pizzi con Romolo Valli, Rossella Falk, Ferruccio De Ceresa, Elsa Albani, Enzo Tarascio ed Elena Cotta.
- ^ Un drammatico gioco delle parti, in Radiocorriere TV, anno 45, n. 29, ERI, 1968, p. 53.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Premi Feltrinelli 1950-2011, su lincei.it. URL consultato il 17 novembre 2019.
Bibliografia
- Giovanni Cappello, Invito alla lettura di Diego Fabbri, Mursia, Milano, 1979.
- AA.VV., Diego Fabbri. La lunga stagione dell'inquietudine, in «Il Dramma», n. 1-2 marzo-aprile, 1981.
- Carlo Bozza, Prodigio o Delirio? Note su alcuni inediti di Diego Fabbri, Edizioni Scientifiche Italiane, 2012.
- Pierluigi Moressa, Il teatro di Diego Fabbri. Gesù e il seduttore, Persiani, 2012.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Fabbri, Diego, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- FABBRI, Diego, in Enciclopedia Italiana, III Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961.
- Fabbri, Diègo, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Diego Fabbri, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Sergio Torresani, FABBRI, Diego, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 43, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
- Diego Fabbri, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
- Diego Fabbri, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C..
- (EN) Diego Fabbri, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Diego Fabbri, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
- Diego Fabbri sull'Enciclopedia dello Spettacolo del '900, su delteatro.it. URL consultato l'8 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2008).
Predecessore | Direttore della Fiera Letteraria | Successore |
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Vincenzo Cardarelli | 1959 - 1967 | Manlio Cancogni |
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Premio riservato a cittadini italiani | |||||||||||
Premi internazionali |
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Premio per un'impresa di alto valore morale e umanitario | Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia (1954) · Unione nazionale per la lotta contro l'analfabetismo (1959) · Coretta Scott King (1969) · Piccola Casa della Divina Provvidenza «Il Cottolengo» (1975) · Fondazione Giorgio Cini (1980) · Marcello Candia (1982) · Pugwash Conferences on Science and World Affairs (1987) · Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa (1992) · Lacor Hospital (1995) · Pamoja Trust (2000) · Operation Smile (2001) · Associazione Amici di Adwa (2002) · Emergency (2003) · Associazione Gigi Ghirotti (2004) · Pia Sociedade de Padre Nicola Mazza (2008) · Remedial Education Center di Gaza - TWAS, the academy of sciences for the developing world - Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario (2010) · Water for Life (2011) · Luigi Greco (2012) · Progetto Ortopedico della Croce Rossa Internazionale (2013) · Comune di Lampedusa (2014) · Associazione "Artemisia" Onlus (2015) · Programma DREAM della Comunità di Sant'Egidio (2016) · Associazione Missionaria Solidarietà e Sviluppo e Fondazione Francesca Rava (2017) · Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin onlus (2018) · Associazione Rete dei Comuni Solidali (2019) · Gruppo Abele (2020) · Comunità Solidali nel Mondo (2021) · Medici senza frontiere e Servizio missionario giovani (2022) · Associazione Francesco Realmonte Onlus (2023) | ||||||||||
Premio Feltrinelli Giovani | Antonino Milone (2017) · Francesca Ferlaino (2017) · Alessio Figalli (2017) · Carlotta Giorgi (2017) · Anna Anguissola (2018) · Luca Fiorentini (2018) · Carlotta Rinaldo (2018) · Carlo D'Ippoliti (2018) · Edoardo Mosconi (2019) · Omar Bartoli (2019) · Raffaele Dello Ioio (2019) · Simone Fatichi (2019) · Lorenzo Mainini (2020) · Nicola Usula (2020) · Guillaume Alonge (2020) · Salvatore Carannante (2020) · Claudio Grillo (2021) · Luca Pagani (2021) · Matteo Lucchini (2021) · Guido De Philippis (2021) · Enrico Lavezzo (2021) · Luca Di Franco (2022) · Stefano Resconi (2022) · Carlo Maria Masieri (2022) · Ivano Cardinale (2022) · Calogero Maria Oddo (2023) · Raffaele Cucciniello (2023) · Michele Carugno (2023) |
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Pittura | 1953 Carlo Carrà · 1954 Filippo de Pisis · 1955 Silvio Livio Rossi · 1956 Felice Carena · 1958 Giuseppe Santomaso · 1960 Renato Guttuso · 1962 Lucio Fontana, Sebastian Matta · 1964 Alberto Burri, Wilfredo Lam · 1966 Arman |
Letteratura | 1951 Amedeo Maiuri · 1952 Giovanni Papini · 1953 Guelfo Civinini, Corrado Govoni, Aldo Palazzeschi · 1954 Alberto Moravia · 1955 Ardengo Soffici · 1956 Bruno Cicognani, Eugenio Montale · 1957 Mario Luzi, Umberto Saba (postumo) · 1959 Riccardo Bacchelli · 1961 Gianna Manzini · 1963 Vasco Pratolini · 1965 Ignazio Silone |
Letteratura per ragazzi | 1955 Folco Quilici · 1956 Guglielmo Bonuzzi, Pietro Sissa, Francesco Valori · 1957 Dino Salvatore Berretta, Roberto Costa |
Filologia | 1952 Margherita Guarducci |
Medicina e Chirurgia | 1954 Francesco Cedrangolo, Silvio Garattini, Tommaso Lucherini, Pietro Valdoni · 1957 Michele Arslan, Ida Bianco, Vittorio Erspamer, Ezio Silvestroni, Luigi Villa · 1959 Sergio Abeatici, Luigi Campi, Raoul De Nunno, Francesco Morino, Gian Franco Rossi, Alberto Zanchetti · 1961 Giovanni Marcozzi · 1963 Vincenzo G. Longo · 1965 Enrico Greppi · 1967 Giovanni Felice Azzone |
Musica | 1956 Mario Zafred · 1960 Ildebrando Pizzetti · 1962 Jacopo Napoli · 1964 Giselher Klebe · 1966 Franco Donatoni · 1968 Marius Constant |
Economia | 1952 Marco Fanno · 1953 Rodolfo Benini · 1954 Corrado Gini · 1956 Luigi Einaudi · 1958 Pasquale Jannaccone · 1960 Costantino Bresciani Turroni · 1962 Giorgio Mortara · 1965 Gustavo Del Vecchio · 1967 Pasquale Saraceno |
Teatro | 1955 Federico Zardi · 1957 Luigi Squarzina · 1959 Giorgio Prosperi · 1961 Diego Fabbri · 1963 Domenico Campana · 1966 Paul Willems · 1968 Natalia Ginzburg |
Giornalismo | 1951 Yvon De Begnac · 1955 Luigi Romersa, Nantas Salvalaggio · 1956 Corrado Calvo, Corrado Pizzinelli, Giuseppe Ravegnani, Giorgio Vecchiato · 1957 Indro Montanelli, Vittorio Zincone · 1959 Luigi Emery · 1961 Luigi Barzini · 1965 Egisto Corradi, Alberto Ronchey, Dario Zanelli · 1967 Gaspare Barbiellini Amidei, Giuseppe Maranini, Alberto Giovannini |
Premio Editoriale | 1953 Arnoldo Mondadori · 1956 Neri Pozza, Francesco Vallardi, Enrico Vallecchi · 1957 Luciano De Feo, Mario Pozzi · 1959 Fernando Vallerini · 1960 Antonino Giuffrè · 1961 Paolo Boringhieri, Lia Minneci La Vecchia, Arnoldo Mondadori, Vieri Paoletti · 1964 Sebastiano Genovese |
Storia e Filosofia | (S) 1952 Gioacchino Volpe · 1956 Carlo Guido Mor · 1961 Luigi Salvatorelli · (F) 1953 Ugo Spirito, Luigi Stefanini · 1959 Rodolfo Mondolfo |
Agraria e Alimentazione | (Ag) 1952 Renato Perotti · 1953 Gino Passerini · 1954 Arrigo Serpieri · 1956 Mario Bonvicini, Orfeo Turno Rotini · 1958 Ugo Pratolongo · (Al) 1952 Guido De Marzi · 1953 Pier Giovanni Garoglio · 1958 Sabato Visco |
Scienze Pedagogiche Educazione Civica | (SP) 1965 Giovanni Calò · (EC) 1956 Giovan Battista Artusio, Bruno Betta, Sara Giusti, Enzo Jemma |
Premio Internazionale delle Culture | 1966 UNESCO · 1968 Consiglio d'Europa |
Critica e Storia Letteraria Storia dell'Arte | (CSl) 1952 Giuseppe Antonio Borgese, Ettore Lo Gatto · 1954 Mario Praz · 1957 Quintino Cataudella, Italo Siciliano · 1963 Giovanni Macchia · (SdA) 1955 Mario Salmi |
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