David E. H. Jones

David Edward Hugh Jones

David Edward Hugh Jones (Londra, 20 aprile 1938 – Newcastle upon Tyne, 19 luglio 2017) è stato un chimico e divulgatore scientifico britannico che, con lo pseudonimo di Daedalus, è stato l'inventore del macchinario DREADCO[1]. Ha pubblicato dal 1964 settimanalmente una rubrica di divulgazione scientifica per 38 anni su New Scientist e poi sulla rivista Nature fino al 2002. Questi articoli sono poi stati raccolti in due libri: The Inventions of Daedalus: A Compendium of Plausible Schemes (1982) e The Further Inventions of Daedalus (1999).

Biografia

David E. H. Jones con il DREADCO

È nato a Southwark, Londra. Suo padre, Philip, era un copywriter pubblicitario. Sua madre era Dorothea Sitters. Aveva un fratello, Peter Vaughan Jones.[2] Ha frequentato la Crofton Primary School a Orpington, nel Kent, e poi l'Eltham College.[3]

Nel 1962 si è laureato in chimica e ha completato un dottorato di ricerca in chimica organica presso l'Imperial College di Londra.

Jones ha lavorato per un anno per un'azienda specializzata nella progettazione di apparecchiature di laboratorio e poi come borsista post-dottorato presso l'Imperial, dove ha lavorato sulla spettroscopia infrarossa e ha iniziato la sua rubrica per New Scientist. Nel 1967 ha assunto un posto come assistente alla cattedra presso l' Università di Strathclyde. Dopo un anno si è trasferito a Runcorn, nel Cheshire, dove ha lavorato come ricercatore in spettroscopia per l'Imperial Chemical Industries.[2] Nel 1974 è diventato Sir James Knott Research Fellow presso l'Università di Newcastle upon Tyne. Successivamente è diventato un consulente scientifico indipendente per l'industria fornendo idee, servizi di brainstorming e dimostrazioni scientifiche per la televisione.

Alcune delle sue invenzioni si sono dimostrate pratiche; circa un quinto di essi è stato seriamente proposto o addirittura brevettato da altri.[3] Nel 1966 previse l'esistenza di molecole di carbonio cave[4] prima che fosse prodotto il buckminsterfullerene[5] e molto prima che i suoi sintetizzatori vincessero un premio Nobel per la scoperta dei fullereni. Si fa risalire l'invenzione della stampa 3D al 1984 da parte di Chuck Hull ma Jones espose il concetto in New Scientist nel 1974, 10 anni prima.[6][7] Fu uno dei primi proponenti di un ascensore spaziale (1964) e dell'archeoacustica (1969).

Oltre a Daedalus, negli ambienti scientifici è noto per i suoi studi sulla stabilità della bicicletta,[8] per la sua determinazione dell'arsenico nella carta da parati di Napoleone,[9] e per aver progettato e fatto volare sullo Space Shuttle un esperimento di microgravità[10] per coltivare un giardino chimico.[11]

È anche noto per la sua serie di finte macchine a moto perpetuo, una delle quali si trova al Technisches Museum di Vienna . Nel 2009, un film documentario sul suo lavoro e le sue invenzioni, Perpetual Motion Machine,[12] è stato realizzato e mostrato al Newcastle Science Festival 2010.[13]

Era conosciuto in Germania come ospite fisso del quiz scientifico televisivo degli anni '80 Kopf um Kopf (Head to Head), che presentava interessanti esperimenti di fisica.[14]

Vita privata

Nel 1972 sposò Jane Burgess, ma il matrimonio durò solo un anno. Ha avuto una lunga relazione con l'artista Naomi Hunt.[15]

Morì nel 2017 per cancro alla prostata.[2][16]

Opere

  • The Inventions of Daedalus: A Compendium of Plausible Schemes, (1982) W. H. Freeman; ISBN 0-7167-1412-4
  • The Further Inventions of Daedalus, (1999) Oxford University Press; ISBN 0-19-850469-1
  • The Aha! Moment: A Scientist's Take on Creativity (2011) Johns Hopkins University Press; ISBN 978-1421403311
  • Why Are We Conscious?: A Scientist's Take on Consciousness and Extrasensory Perception (2017) CRC Press; ISBN 1351681311 ,ISBN 9781351681315

Note

  1. ^ Redazione, Le curiose macchine a moto perpetuo di David Jones, “buffone di corte nel palazzo della scienza”, su Query Online, 5 luglio 2023. URL consultato l'8 luglio 2023.
  2. ^ a b c Sam Roberts, David E.H. Jones, Scientist Whose Alter Ego Challenged Conventions, Dies at 79, in The New York Times, 30 luglio 2017. URL consultato il 1º agosto 2017.
  3. ^ a b Obituaries, in The Times, 7 agosto 2017, p. 41.
  4. ^ David E. H. Jones, Hollow molecules, in New Scientist, n. 32, 1966, pp. 245.
  5. ^ D. E. H. Jones, E. Wasserman, E. J. Applewhite, H. W. Kroto, S. Iijima, R. C. Haddon e C. T. Pillinger, Dreams in a Charcoal Fire: Predictions about Giant Fullerenes and Graphite Nanotubes [and Discussion], in Philosophical Transactions of the Royal Society A: Mathematical, Physical and Engineering Sciences, vol. 343, n. 1667, 1993, pp. 9–18, Bibcode:1993RSPTA.343....9J, DOI:10.1098/rsta.1993.0036, ISSN 1364-503X (WC · ACNP).
  6. ^ Ariadne [collegamento interrotto], in New Scientist, 3 ottobre 1974, pp. 80.
  7. ^ Letter: 3D printing: you read it here first, su New Scientist, 9 novembre 2016. URL consultato l'11 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2019).
  8. ^ David E. H. Jones, The stability of the bicycle (PDF), in Physics Today, vol. 23, n. 4, 1970, pp. 34–40, Bibcode:1970PhT....23d..34J, DOI:10.1063/1.3022064.
  9. ^ David E. H. Jones e Kenneth W. D. Ledingham, Arsenic in Napoleon's wallpaper, in Nature, vol. 299, n. 5884, 14 ottobre 1982, pp. 626–627, Bibcode:1982Natur.299..626J, DOI:10.1038/299626a0, PMID 6750412.
  10. ^ David E. H. Jones e Ulrich Walter, The Silicate Garden Reaction in Microgravity: A Fluid Interfacial Instability, in Journal of Colloid and Interface Science, vol. 203, n. 2, Elsevier, 15 luglio 1988, pp. 286–293, Bibcode:1998JCIS..203..286J, DOI:10.1006/jcis.1998.5447, PMID 9705766.
  11. ^ Laura M. Barge, Silvana S. S. Cardoso, Julyan H. E. Cartwright, Geoffrey J. T. Cooper, Leroy Cronin, Anne De Wit, Ivria J. Doloboff, Bruno Escribano, Raymond E. Goldstein, Florence Haudin, David E. H. Jones, Alan L. Mackay, Jerzy Maselko, Jason J. Pagano, J. Pantaleone, Michael J. Russell, C. Ignacio Sainz-Díaz, Oliver Steinbock, David A. Stone, Yoshifumi Tanimoto e Noreen L. Thomas, From Chemical Gardens to Chemobrionics, in Chemical Reviews, vol. 115, n. 16, 2015, pp. 8652–8703, DOI:10.1021/acs.chemrev.5b00014, ISSN 0009-2665 (WC · ACNP), PMID 26176351.
  12. ^ Website of Perpetual Motion Machine film, su perpetualmotionmachinefilm.blogspot.co.nz, Blogspot. URL consultato il 9 maggio 2014.
  13. ^ Blog entry on film, with photographs
  14. ^ WDR – Kopf um Kopf – 1986, David Jones enters at 23:00, su youtube.com. URL consultato il 10 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2014). Ospitato su YouTube.
  15. ^ Obituaries, in The Times, 7 agosto 2017.
  16. ^ David Jones, 'Daedalus', the scientific joker – obituary, in The Telegraph, 27 luglio 2017. URL consultato il 29 luglio 2017.

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Collegamenti esterni

  • Biography at American Scientist Online
  • The Strange Story of Napoleon's Wallpaper – Page 3
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